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Fuga degli specialisti a causa degli alti contenziosi medico-legali

Surgical Tribune Italia

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lun. 7 luglio 2014

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Il Prof. Confalonieri lancia l’allarme circa le problematiche della chirurgia ortopedica soprattutto per quanto riguarda l’impianto e la revisione di protesi all’anca e al ginocchio. Secondo un “warning americano” nel 2030 la domanda avrà subito un incremento del 600%, rendendo impossibile nel mondo soddisfare la richiesta dei pazienti.

Una protesi, specificamente all’anca o al ginocchio, ha una vita in media di circa 15 anni. Nel mondo, ogni anno si impiantano milioni di protesi con un incremento annuo di circa il 7%. Ciò significa che il numero delle revisioni è destinato ad aumentare, attualmente, vi è un incremento del 30% ogni anno. Dati che porteranno all’inevitabile collasso del sistema, se non ci saranno provvedimenti in merito. “Nel mondo non ci saranno chirurghi sufficienti per gestire questa domanda” lancia l’allarme il prof. Confalonieri, presidente del Associazione Internazionale di Chirurgia Ortopedica Computer e robot Assistita (C.A.O.S) “Secondo me le stime lanciate dagli americano sono persino sottostimate. Mancheranno chirurghi formati, in grado di poter esaudire la domanda crescente di chirurgia protesica del ginocchio e dell’anca di primo impianto e revisione.”

Non basta, in Italia, non è semplice specializzarsi in chirurgia protesica. Oltre allo scoglio del numero chiuso per la facoltà di medicina, vi è quello della specialità in ortopedia e traumatologia. Una volta specialisti, occorre imparare la chirurgia protesica, di solito territorio dei più “anziani”, padri e padroni di una tecnica, a volte, “molto personale”, custodita con gelosia. Non basta: “è in atto una fuga degli specialisti a causa dell’alto contenzioso medico legale per quanto riguarda la protesica di anca e ginocchio” spiega il prof. Confalonieri. “Si dovrebbe eliminare l’equazione, prettamente assicurativa, che sinistro equivale ad errore, equazione che ha fatto schizzare alle stelle i premi assicurativi. Oggi, questi, hanno raggiunto vette intollerabili, soprattutto per i giovani professionisti che si accostano a certe branche della medicina. Il sinistro e la successiva penalizzazione, dovrebbe essere calcolato, solo se il medico viene condannato al risarcimento e non all’inizio del contenzioso”.

Ed allora cosa fare? “Bisogna agire a 360° ed abbastanza in fretta. Da una parte introdurre l’assicurazione obbligatoria per i medici, come per l’automobile. Imporre una diminuzione dei premi delle polizze. Considerare l’errore medico solo a condanna avvenuta e non preventivamente. Aumentare il numero dei laureati in medicina e degli specialisti in ortopedia. Da parte nostra, bisogna cercare di mettere al meglio le componenti protesiche e diminuire gli errori durante le operazioni chirurgiche”. “Si dovrebbero utilizzare i supporti tecnologici, offerti dal mercato, per far si che tutti i chirurghi ortopedici possano lavorare al meglio delle loro capacità. Oggi, se non si è Giotto, occorre utilizzare gli strumenti computer e robot assistiti (il nostro compasso, per il cerchio perfetto) per raggiungere la perfezione del Maestro, senza nulla togliere alla sua bravura. Una protesi d’anca messa bene, con i materiali oggi a disposizione, potrebbe durare tutta la vita, riducendo il numero delle revisioni. Altro tema, sul quale lavorare, è la riduzione del peso e della gravità dell’intervento chirurgico di sostituzione protesica, a distanza. Dobbiamo risparmiare i tessuti nobili, durante il primo impianto: osso, legamenti, muscoli, ecc. . Nel ginocchio, utilizzare, maggiormente, protesi parziali, mono o bi compartimentali. Una protesi totale del ginocchio costringe, in fase di revisione, all’uso di protesi più aggressive per attaccarsi all’osso rimasto. Mentre una protesi parziale, spesso, si può sostituire, a distanza, in caso di fallimento, con una totale di primo impianto”.

 

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