Sempre più frequentemente si sente parlare di “advanced dentistry”: un’odontoiatria appunto avanzata, evoluta, progredita ed innovativa in grado di portare avanti il progresso in campo prettamente clinico ma anche tecnologico e comunicativo.
Il substrato fondamentale di qualsivoglia innovazione nel panorama del dentale non può che essere l’“healthy dentistry”, un’esperienza di cura sempre migliore in grado di creare ambienti fisici e mentali di reale benessere e soddisfazione per il paziente e poi, con uno straordinario effetto domino, per tutto lo staff dello studio.
L’innovazione ha dei costi: qualsiasi analisi può provare quanto un investimento economico e temporale iniziale può realmente evitare molti dei ritrattamenti costosi per porre rimedio a diagnosi frettolose, inadeguate, imprecise e poco predittive. L’effetto boomerang non coinvolge solo il paziente, che quel giorno uscirà dallo studio scontento e demotivato, ma anche il clinico e la segreteria. L’odontoiatria avanzata deve, necessariamente, investire nel futuro e quindi nella tridimensionalità tecnologica.
La tomografia computerizzata cone-beam incarna appieno i principi alla base del nuovo management dello studio: essa, infatti, permette un’effettiva riduzione dei tempi, dei costi e degli impatti sulla salute dei pazienti grazie ad un’emissione di raggi x inferiore di circa 23 volte rispetto a quella della tradizionale TAC e consente la ricostruzione computerizzata di entrambe le arcate mascellari in un’unica scansione.
Un altro strumento radiologico di ultima generazione in linea con questi assunti è il tomografo volumetrico computerizzato che acquisisce immagini avanzate dell’anatomia raccogliendo dati estremamente accurati e permettendo una diagnosi in tempo reale.
Infine, specificatamente indicato per diagnosi di conservativa, si ricorda un innovativo dispositivo laser a raggi fluorescenti molto utile per la rilevazione di quelle carie difficilmente identificabili con l’utilizzo dei tradizionali strumenti. A ciò si aggiunge la possibilità di comunicazione e follow-up al paziente attraverso la visualizzazione sullo schermo del computer dello stato d’avanzamento della guarigione degli elementi dentari interessati.
Il paziente ha bisogno di sentirti accolto in un ambiente di cura rassicurante per poi essere accompagnato in tutto il percorso da un team attento, innanzitutto, alla raccolta minuziosa delle informazioni sul suo stato di salute e sulle sue aspettative.
L’“advanced dentistry” offre gli strumenti e le procedure adeguate al mantenimento degli standard qualitativi e, di conseguenza, del livello di soddisfazione dei pazienti.
Il team odontoiatrico deve saper sfruttare al meglio queste possibilità, un tempo nemmeno immaginabili, e dedicare un tempo adeguato a tutte le fasi diagnostiche non dimenticando l’importanza proprio della comunicazione con il paziente supportata nel fare ciò dall’attuale multimedialità.
Il piano di trattamento non dovrebbe scaturire da prime visite di una durata inferiore ai trenta minuti, una tempistica appena sufficiente alla lettura dell’anamnesi compilata dal paziente, all’esame obiettivo, alle indagini radiografiche e alla presentazione del piano di trattamento. Quest’ultimo, molto spesso, viene caricato nella cartella informatizzata dall’odontoiatra e poi illustrato direttamente in segreteria al momento della dimissione. Si dovrebbero, invece, predisporre delle aree dedicate, le cosiddette “consultation rooms”, in cui il personale clinico, o una customer care, possano mostrare le immagini radiologiche digitali, l’odontogramma delle cure preventivate ed eventualmente il work in progress delle cure qualora permesso dal software presente in studio. In questo modo si garantisce maggiore privacy, comfort e chiarezza espositiva.
L’“advanced dentistry” è prima di tutto innovazione nel modo di pensare l’odontoiatria e la relazione con i pazienti e il team.
Articolo su gentile concessione della Tueor Servizi.
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