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Lo sviluppo di nuove tecnologie per lo studio dell’Anatomia: dalla dissezione al moderno imaging

Luigi Rodella

Luigi Rodella

mar. 7 febbraio 2012

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L’Anatomia è una scienza antica che deve il suo nome al suo principale metodo di studio, la dissezione (dal greco anatomé). Uno studio anatomico è già contenuto in un papiro egiziano del 1600 A.C e rivela la conoscenza della struttura di molti organi.

Più o meno lo stesso grado di conoscenze si riflette negli scritti di Ippocrate, fino a quando, in periodi successivi, vennero ampliate le conoscenze sull’organizzazione corporea, dapprima su animali e successivamente sull’uomo. In questo contesto Aristotele studiò a fondo l’Anatomia con particolare attenzione al sistema nervoso essendo tuttavia convinto che fosse il cuore la sede dell’intelletto, della percezione e delle funzioni a essi correlate.
Il primo progresso che conferì all’Anatomia un rigore scientifico venne compiuto nel secolo seguente dai medici greci Erofilo ed Erasistrato che, sezionando cadaveri, furono i primi a fornire importanti dettagli anatomici descrivendo la funzione di molti apparati. Erofilo si distinse per le precise descrizioni del sistema nervoso centrale che lo portarono a rigettare la tesi cardiocentrica aristotelica e a considerare il cervello come il centro del pensiero, della sensibilità e dei movimenti; distinse inoltre i vasi sanguigni dai nervi e dai tendini e fornì descrizioni accurate dell’Anatomia degli organi genitali. Il suo più grande allievo Erasistrato perfezionò gli studi sul sistema nervoso; egli distinse il cervello dal cervelletto e studiò le circonvoluzioni della corteccia cerebrale di varie specie animali relazionandole al grado di sviluppo intellettivo. Sebbene le conoscenze anatomiche siano state ulteriormente implementate grazie a Galeno occorre attendere l’inizio del 1300 quando Mondino de Liuzzi, professore dell’Università di Bologna, creò la prima scuola di Anatomia Umana d’Italia e d’Europa intraprendendo lo studio diretto e metodico dei cadaveri, ponendo le basi per lo sviluppo dell’anatomia durante il Rinascimento.
La storia dell’Anatomia moderna iniziò infatti in questo periodo, con la pubblicazione, nel 1543, dell’opera dell’anatomico belga Andrea Vesalio “De humani corporis fabrica” fondata sull’osservazione diretta di cadaveri.
Fino ad allora e ancora per più di un secolo, se si esclude la realizzazione di semplici strumenti per la dissezione, l’impatto tecnologico sull’anatomia fu molto modesto. Nel XVII secolo grazie al progredire della tecnologia fu inventato uno strumento destinato a rivoluzionare l’Anatomia: il microscopio, grazie al quale è nata l’Anatomia Microscopica che vide nella figura di Marcello Malpighi uno dei pionieri. Da questo momento in poi, lo studio dell’Anatomia proseguì in due sensi. Da una parte si sviluppò l’anatomia microscopica con la messa a punto, accanto a microscopi ottici sempre più efficaci, del microscopio elettronico a scansione e a trasmissione per arrivare alla microscopia confocale e a forza atomica; dall’altra parte si sono perfezionate le conoscenze relative all’anatomia macroscopica. Quest’ultima beneficiò infatti dei nuovi progressi scientifici raggiunti alla fine dell’Ottocento. La scoperta dei raggi X e la realizzazione nel 1895 della prima radiografia costituirono un altro importante traguardo permettendo di studiare per la prima volta l’anatomia degli organi e degli apparati interni di esseri viventi.
Tale tecnica si rivelò rivoluzionaria in quanto se fino ad allora l’obbiettivo degli studi anatomici era descrivere l’organizzazione del corpo umano che servisse da guida per il chirurgo, da questo momento è stato possibile studiare l’anatomia reale del singolo paziente, facendo diventare l’anatomia un punto chiave non solo della chirurgia ma anche del percorso diagnostico e della valutazione pre-operatoria. Ciò è ulteriormente possibile dalle più recenti e raffinate tecniche d’imaging (Ecografia, Tomografia Computerizzata, Risonanza Magnetica Nucleare) che permettono di ottenere immagini bidimensionali e tridimensionali assolutamente realistiche che, grazie anche alle sempre più sofisticate elaborazioni digitali, risultano di fondamentale importanza in campo clinico. Sicuramente risulta facile pensare all’utilità di queste tecniche per la diagnosi di eventuali alterazioni strutturali morfologiche che possono essere all’origine o il risultato di una situazione patologica, ma la loro utilità va ben oltre. L’individuazione di varianti anatomiche proprie del paziente può, infatti, rappresentare un punto di partenza fondamentale in ambito pre-operatorio consentendo al chirurgo una migliore pianificazione dell’intervento permettendo l’adozione di procedure chirurgiche meno invasive e più mirate. Accanto alle tecniche di imaging appena descritte, grazie all’endoscopia è possibile avere una visione diretta, dall’interno, di alcuni organi e delle cavità corporee con l’obiettivo di valutare la presenza di eventuali alterazioni o lesioni (endoscopia diagnostica) e di effettuare interventi chirurgici mirati (endoscopia interventistica). A tal proposito mi piace citare quello che il Prof Tschabitscher, Anatomico dell’Università di Vienna, che ho il privilegio di avere come amico e che considero il mio maestro per l’anatomia settoria, dice circa l’anatomia endoscopica: “non esiste l’anatomia endoscopica; l’anatomia è sempre la stessa, cambia solo il punto di vista”. Anche alla luce di questa affermazione, appare evidente che per utilizzare correttamente e in modo proficuo l’endoscopia e l’imaging tecnologicamente più raffinato è necessaria una buona conoscenza anatomica acquisita con la dissezione che rimane un’esperienza irrinunciabile per consolidare le proprie conoscenze dell’anatomia, che rimane uno degli elementi essenziali e propedeutici a qualsiasi atto medico.
Quest’ultima considerazione sottolinea quanto, da più di dieci anni insieme all’amico Labanca, chirurgo orale, alla Rezzani e a Tschabitscher stiamo facendo, organizzando corsi di anatomia chirurgica e dissezione nei quali sono trattate anche le moderne tecniche di imaging in modo che la dissezione anatomica, integrata con l’apprendimento e l’applicazione di nuove tecnologie, costituisca un unico grande strumento nel training chirurgico.

L'articolo è stato pubblicato sul numero 1 Dental Tribune 2012 Italy.

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