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L’impatto tossico della guerra sui denti dei bambini iracheni

L’esplosione di bombe, proiettili e altre munizioni rilasciano diverse neurotossine nell’ambiente. Nelle zone di guerra l’esposizione a questi metalli pesanti sono un grande rischio per la salute della popolazione. (Photograph: Sadik Gulec/Shutterstock)

mar. 4 ottobre 2016

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BASRA, Iraq: è stato provato che un’alta percentuale di metalli pesanti nell’ambiente ha un effetto negativo sulla salute, specialmente in individui più a rischio come i bambini e le donne incinte. Dall’analisi di campioni di denti primari appartenenti a bambini iracheni – una generazione testimone della massiccia distruzione ambientale che va avanti dal 2003, anno dell’invasione americana – un nuovo studio ha trovato livelli molto alti di contaminazione paragonati a quelli di bambini che non vivono in zone di guerra.

Gli Stati Uniti e le forze della coalizione hanno invaso l’Iraq più di 13 anni fa. La risultante esposizione della popolazione a metalli neurotossici come il piombo e il mercurio è stata associata ad allarmanti difetti congeniti e cancri in numerose città. Presso il Al-Basrah Maternity Hospital, per esempio, il numero di difetti alla nascita è aumentato da 1,37 su 1000 nel 1995 a 23 su 1000 nel 2003. Uno studio del 2012 ha constatato come questo rappresenti un incremento di ben 17 volte esperito dallo stesso ospedale in meno di un decennio.

Per provare le conseguenze devastanti dell’inquinamento portato dalla guerra, lo studio ha paragonato campioni di denti di bambini iracheni nati con difetti congeniti a quelli di bambini libanesi e iraniani, i quali hanno avuto a che fare con un livello di bombardamenti più modesto durante lo stesso periodo.
Studiando i campioni, i ricercatori hanno trovato che i denti dei bambini iracheni mostravano livelli maggiori di piombo rispetto a quelli dei bambini libanesi e iraniani; due denti iracheni avevano un livello di piombo quattro volte superiore e uno arrivava a 50 volte il valore riscontrato su quelli del Libano e dell’Iran.

«La nostra ipotesi che l’incremento delle attività di guerra coincida con l’aumento dei livelli di metalli nei denti caduti è stata così confermata dallo studio», hanno scritto i ricercatori guidati dal tossicologo iraniano dott. Mozhgan Savabieasfahani. Se l’inquinamento causato dalla guerra diventa sempre più grande e comune, l’accurato monitoraggio delle esposizioni prenatali diventa sempre più importante e urgente, hanno sottolineato i ricercatori.
Lo studio, intitolato “Prenatal metal exposure in the Middle East: Imprint of war in deciduous teeth of children”, è stato pubblicato online e poi sull’Environmental Monitoring and Assessment journal.

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