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L’igienista dentale? Null’altro che il “dental coach” del paziente

Esempi di igiene orale professionale.
G.M. Nardi, S. Sabatini

G.M. Nardi, S. Sabatini

dom. 29 gennaio 2017

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L’obiettivo che un professionista deve perseguire, se vuole occuparsi di wellness, è mantenere la salute dei tessuti del cavo orale sani per tutta la vita. Le difficoltà che s’incontrano sono dovute a differenti variabili, prima fra tutti avere pazienti che si affidano al controllo di un team odontoiatrico “prima” di esser vittime di un problema odontoiatrico (quindi troppo tardi per preparare progetti di prevenzione primaria, programmando l’attività clinica per un soggetto sano).

A tal fine la ricerca ha validato diverse tecnologie dedicate, quali ad esempio, l’area dei remineralizzanti tra mousse alla caseina, nuovissime paste al ginger, vernici al fluoro di ultima generazione e sigillanti fluorati. Per il deplaquing vi sono sistemi di air polishing e debridment minimamente invasivi con polveri finemente micronizzate e puntali diversamente orientati, per raggiungere in maniera ergonomica tutte le zone del cavo orale. Per il debridment sono disponibili punte per ablatori e possibilità di scelta attraverso il sistema touch d’intensità di vibrazione per evitare ipersensibilità. Tutto ciò per la pratica clinica d’igiene orale professionale.

La tecnologia ha espresso validi strumenti anche per il controllo meccanico e chimico del biofilm batterico per l'igiene domiciliare. Per il primo usufruiamo di moderni spazzolini con manico ergonomico con biomateriale antiscivolo, mentre la testina è composta da filamenti multilivello che permettono di avere maggiore efficacia, qualsiasi movimento faccia il paziente. I fili interdentali, usati da pochi e in pochi casi in modo idoneo, hanno lasciato il passo agli scovolini di differenti misure e materiali, come quelli in gomma intrisi di fluoro (o senza) per impianti, caratterizzati da forme diverse per agevolare la manualità del paziente.

L’evolversi di tecnologie così sofisticate consente quindi di fare la scelta giusta e personalizzata per ogni caratteristica anatomica, manualità e/o predisposizione caratteriale del paziente (vedi Tailored Brushing Method, TBM: an innovative simple protocol to improve the oral care by Nardi GM, Sabatini S, Guerra F, Tatullo M, Ottolenghi L. su J Biomed 2016; 1:26-31). Anche per il controllo chimico della placca i collutori, tra remineralizzanti, senza alcool, disinfettanti o sbiancanti che rallentano le pigmentazioni, presentano varie opportunità.

La professionalità gli igienisti dentali si può quindi esprimere al momento della scelta. Nel passato il paziente era passivo rispetto a quanto trasmesso sotto forma di “quasi dogma” nell’insegnare varie tecniche di spazzolamento, standardizzando tempi operativi o per il follow up .

Ma, come già riferito in varie occasioni congressuali (Accademia il Chirone, SISIO, al Congresso del Collegio Docenti, dell’Unid e al recente “Evento Revolution”), è opinione del Gruppo di ricerca “Università Sapienza” di Roma che occorra passare dalla compliance (ossia dall’adesione del paziente) alla concordance (condivisione), dove egli gioca un ruolo da co-protagonista e il professionista condivide con lui le scelte per una miglior aderenza a protocolli opportunamente selezionati, osservandone gli stili di vita, oltreché il suo cavo orale.

Le strategie di prevenzione devono essere modulate sull’analisi delle abitudini alimentari, sui fattori stressogeni, sulla giusta idratazione, promuovendone l’antitabagismo per condurre il paziente a un cambiamento avverso comportamenti a rischio della salute sistemica e del cavo orale.

Per esprimere una prevenzione moderna ed efficace, nel suo ruolo di dental coach l’igienista dentale deve aggiornare i protocolli operativi, scegliere la tecnologia opportuna ma soprattutto, esser capace di accompagnare il paziente verso il cambiamento e corretti stili di vita. Saper scegliere le strategie idonee per la conquista (e il mantenimento) della sua collaborazione attiva nel progetto di salute per la vita.

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