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Si ripropone ancora l’annosa diatriba sulle potenzialità positive e negative dell’amalgama. Ann Goldman (Responsabile della Ricerca e Direttrice dei Programmi Educativi al Milken Institute School of Public Health di Washington) facendo riferimento ai programmi di salute orale ha richiamato il caso del Brasile, un Paese altamente compromesso dal punto di vista ambientale per l’inquinamento da mercurio derivante soprattutto dall’utilizzo nelle miniere in cui sono incolpevoli vittime i piccoli Mimbreños, minatori in erba.
Dice infatti la Goldman in un’intervista rilasciata al Dental Tribune International: «L’amalgama è ancora il materiale da restauro d’elezione in Brasile e in altri paesi in via di sviluppo. Apprendere l’efficacia economica dei materiali da usare al posto dell’amalgama, interessa i dentisti e i programmi di salute orale dei Paesi in via di sviluppo in funzione dell’eliminazione progressiva dell’amalgama entrata in vigore nell’Agosto 2017».
Già nel 1991 l’OMS affermava che gli studi odontoiatrici rappresentano la maggior fonte non industriale di inquinamento da mercurio; il consumo di amalgama si aggira sulle 300 tonnellate annue e buona parte di queste finisce nelle acque reflue con conseguente contaminazione dell’ambiente e nuovo passaggio all’uomo attraverso i pesci di grossa taglia.
Sorvolando sui danni alla salute umana (tutte le malattie neuro degenerative sono infatti mercurio correlabili) derivati dall’amalgama a causa dei vapori di mercurio rilasciati nel tempo e soprattutto a causa della rimozione non protetta delle vecchie otturazioni, va evidenziato come si stia avvicinando la “phase out” dell’amalgama per i danni ambientali: un intelligente escamotage che salvaguarda professionisti e istituzioni rispetto a potenziali cause legali e azioni ritorsive da parte dei pazienti intossicati dal mercurio odontoiatrico.
Un aspetto fondamentale nell’abbandono dell’amalgama è la scoperta che esso non è, come si è sempre ritenuto, un materiale economico. Più precisamente lo è esclusivamente nel solo momento dell’acquisto: materiale povero di veloce e semplice lavorazione, oltreché estremamente duratura. In realtà la vera domanda è: «è meglio che un’otturazione sopravviva al paziente o che il paziente sopravviva all’otturazione?».
La risposta sembrerebbe scontata, ma proprio per l’inconsapevolezza rispetto ai problemi derivanti dal mercurio alla salute e all’ambiente, ancora oggi si discute sulle qualità dell’amalgama e si propongono improbabili raffronti con altri materiali di cui vengono confrontati resistenza meccanica nel tempo e convenienza economica.
Rispetto al primo ipotetico vantaggio riferito alle sue proprietà meccaniche, basta opporre semplicemente come il tempo in cui l’amalgama permane nella bocca delle persone rappresenti il più grande pericolo per la salute; i vapori mercuriali rilasciati continuamente dall’amalgama infatti vengono sequestrati dall’organismo (specialmente dal sistema nervoso) ed esercitano i propri effetti deleteri in maniera costante e con incidenza proporzionale alle dosi, al tempo di rilascio e alla variabilità individuale rispetto a caratteristiche costituzionali (soprattutto enzimatiche) che rendono i pazienti più o meno vulnerabili al mercurialismo.
Per quanto riguarda invece la seconda, supposta e presunta qualità dell’amalgama (convenienza economica), è necessario allargare il campo ai costi non solo della materia prima, ma anche di quelli che devono sostenere il dentista e lo Stato per lo stoccaggio e lo smaltimento di una sostanza impossibile da smaltire completamente. Il suo stoccaggio è infatti altamente difficoltoso tanto che l’unico studio (gruppo di ricerca finlandese) effettuato al riguardo afferma che il mercurio può ritenersi innocuo solo se sigillato in camera stagna e interrato a chilometri di profondità.
Da ciò emerge quindi un ulteriore costo sociale, anche nel sospetto che il mercurio odontoiatrico faccia verosimilmente parte di quei ormai tristemente famosi rifiuti tossici interrati in discariche abusive. Il danno all’ambiente rappresenta dunque l’ultimo aspetto del problema e un ulteriore incredibile costo. A titolo di richiamo e monito per i colleghi, ricordo inoltre il recepimento della normativa europea reg. n° 1102/2008 che sancisce un costo amministrativo fino a 27.000,00 € e penale fino a 1 anno di reclusione, per scorretto stoccaggio e smaltimento del mercurio dell’amalgama.
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