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Dal web arriva una notizia quantomeno curiosa. Presente sul mercato americano con il nome di vampire filler o vampire face lift, questo nuovo trattamento dermoestetico sembrerebbe essere in grado di riempire le rughe e rinvigorire le guance che hanno perso il loro turgore.
Il punto di partenza è rappresentato da prelievo di sangue del paziente - e proprio da qui nasce il richiamo al vampiro. Il sangue prelevato viene poi centrifugato per separare il plasma più ricco di piastrine e i fattori di crescita piastrinici. Questa componente del plasma, in pratica il PRP, può essere quindi iniettata a scopo di biorigenerazione e biorivitalizzazione sia superficialmente nell’epidermide sia profondamente nel derma, oppure nel cuoio capelluto, per stimolare la ricrescita dei capelli.
L’iniezione di PRP sarebbe in grado di stimolare i fibroblasti e la neoproduzione di collagene, nonché la riparazione e la cicatrizzazione dei tessuti. Questo effetto biorigenerante e stimolante risulterebbe particolarmente indicato per i pazienti allergici o che soffrono di patologie autoimmuni. Inoltre, si ritiene che con questa tecnica sia meno probabile che si verifichino sul viso irregolarità e gonfiori che talvolta compaiono a seguito dell’uso di filler sintetici.
Il lifting del vampiro consentirebbe la correzione di leggeri segni dell'età, come le zampe di gallina, la diminuzione del volume facciale e lo svuotamento sotto gli occhi. Il risultato finale è rappresentato da un viso più luminoso e da una texture più compatta.
Il trattamento dovrebbe essere effettuato una volta al mese, per una o due sedute, poi ogni sei mesi.
Generalmente, può essere eseguito da dermatologi che hanno speciali autorizzazioni per utilizzare emoderivati.
L'articolo è stato pubblicato sul numero 4 di Cosmetic Dentistry 2011 Italy.
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