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Le banche del grasso (“Lipomat”) interessante opportunità per il dentista

Stefano Fiorentino

Stefano Fiorentino

mer. 13 giugno 2012

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Il tessuto adiposo o grasso, nella comune accezione, è uno dei prodotti biologici destinati a diventare più che interessanti per l’odontoiatra. Occorre innanzitutto una duplice distinzione: sotto un profilo strettamente regolatorio, si deve distinguere l’ipotesi di utilizzo del tessuto adiposo per lipofilling, lipotransfer, lipostructure ecc., da quella, completamente differente, in cui venga usato come “fonte” da cui estrarre le cellule staminali mesenchimali presenti nella frazione vasculo-stromale.

 

Entrambe sono di interesse per l’odontoiatra, in quanto le cellule staminali da grasso (valida alternativa a quelle prelevabili da midollo) sono certamente utili per la medicina rigenerativa. Il tessuto adiposo tout court può invece trovare valida applicazione in interventi di medicina estetica nel distretto oro-buccale.
Gli aspetti più problematici che hanno ostacolato la diffusione dell’utilizzo di questo tessuto in ambito odontoiatrico possono così riassumersi:

  • a. ancorché più facile e meno invasiva rispetto a quello da midollo, la tecnica di prelievo del tessuto adiposo non è certo diffusa in ambito odontoiatrico;
  • b. il prelievo del grasso, per ragioni di “localizzazione corporea” rientrerebbe nella competenza del medico odontoiatra e non anche dell’odontoiatra non medico, a meno che non si prelevi il tessuto dalla Bolla del Bichat;
  • c. prelievo e utilizzo devono avvenire in un unico tempo chirurgico, onde evitare lo sconfinamento in aree giuridiche dove l’attività è preclusa.

La soluzione unica a tutte le problematiche si chiama Banca del Tessuto Adiposo. Una delle peculiarità del tessuto grasso o adiposo è che, pur essendo a tutti gli effetti un tessuto, per caratteristiche biologiche risulta diverso da altri ben noti in medicina rigenerativa (sangue, muscolo-scheletrico, membrana amniotica, cute, ecc.). La sua particolare immunogenicità lo rende infatti di impossibile (allo stato dell’arte) utilizzo allogenico: conseguenza? Non esistono in Italia Banche del Tessuto Adiposo né è possibile donarlo ad altre persone. L’utilizzo autologo è invece molto diffuso, soprattutto in chirurgia plastica e le tecniche di innesto autologo di grasso o lipo-transfer in un’unica seduta operatoria sono ormai consolidate.
Mancando in Italia la possibilità di “bancare” il tessuto adiposo per assenza di strutture idonee e legittimate, l’utilizzo autologo non è strutturato e/o disciplinato secondo i criteri previsti per le banche dei tessuti ma può solo avvenire in un unico tempo chirurgico e sotto diretta ed esclusiva responsabilità del chirurgo operatore (normalmente lo stesso che attua il prelievo e successivo riutilizzo in un contesto di one step surgery).
Da sottolineare tuttavia che l’assenza di Banche del Tessuto Adiposo è peculiare del nostro Paese: all’estero esistono Istituti in grado di raccogliere, conservare, processare e ridistribuirlo. Uno di questi è il laboratorio Cryo-Save di Niel (in Belgio dove si conservano campioni tessutali prelevati in Europa ex Direttiva 2004/23/CE) accreditato dalla FAGG (Federal Agency for Medicines and Health Products) come Istituto di materiale corporeo umano, autorizzato a conservare cellule provenienti da sangue cordonale, cordone ombelicale e tessuto adiposo per applicazioni terapeutiche o finalità di ricerca scientifica.
Interessante è che tale Banca Internazionale ha iniziato a offrire, anche in Italia, un servizio, denominato Cryo-lip, consistente nel prelievo, conservazione e distribuzione di grasso autologo. Facciamo un esempio. Il paziente X nel corso di un intervento di liposuzione, decide di conservare il proprio grasso (che altrimenti sarebbe considerato "rifiuto operatorio" o materiale di scarto biologico con smaltimento differenziato). Esso viene spedito alla Banca del Tessuto che, effettuati i controlli di legge, lo conserva. Quando il paziente ne ha bisogno per fini estetici o di medicina rigenerativa, può richiederlo alla Banca, che glielo rilascerà sottoforma di tessuto adiposo o in forma cellulare ovvero consegnandogli un estratto delle cellule staminali presenti nel tessuto ottenute con minima manipolazione. A questo punto, anche l’odontoiatra non medico potrà utilizzare il tessuto (o le cellule, a seconda del protocollo e nei limiti di legge) nel distretto oro-buccale del paziente X.
Il vantaggio di tale sistema è che tutta la filiera, dal prelievo all’innesto, viene controllata da un Ente, la Banca del Tessuto Adiposo, la quale per legge può imporre anche all’odontoiatra i propri standard qualitativi e di sicurezza, con vantaggio evidente per il paziente, ampiamente tutelato ove scelga questa strada terapeutica. Essendo presente nel corpo spesso in quantità non limitata, il Tessuto Adiposo potrà essere raccolto e distribuito anche più volte per interventi di varia natura, effettuati da medici diversi: se la Banca normale consente il prelievo di denaro col Bancomat, analogamente il nostro grasso potrà essere utilizzato a più riprese come un "Lipomat". Anche se Banche del Tessuto adiposo non esistono in Italia, è auspicabile che a breve si possa individuare uno specifico Centro di Conservazione modulato e organizzato sulla falsariga di quelli presenti nella CEE.

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