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Le regole per esercitare oggi la professione, tra opportunità e limiti

IX Congresso nazionale odontostomatologico del Mediterraneo (Tueor Servizi srl).

mer. 10 luglio 2019

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“Focus sulle attualità della professione odontoiatrica” a Catania.

A Catania il IX Congresso nazionale odontostomatologico del Mediterraneo, che si è svolto il 6 Luglio in una splendida cornice estiva all’hotel Baia Verde, arroccato sulle rocce laviche di Aci Castello, si è confermato come un evento locale ma di interesse nazionale per i grandi temi di attualità della professione trattati dai più autorevoli protagonisti del settore dentale. Una ricca mattinata di informazione e formazione ad oltre 400 partecipanti, che hanno potuto ascoltare direttamente dalle “fonti” che cosa è opportuno conoscere e capire nel 2019 della propria gestione professionale.

L’importanza del convegno è la presenza in Sicilia in qualità di relatori di Raffaele Iandolo, Presidente Nazionale dell’Albo Odontoiatrico che annovera circa 65.000 iscritti, Giampiero Malagnino, Vice Presidente vicario della Fondazione ENPAM, Carlo Ghirlanda, Presidente nazionale ANDI con i suoi 27.000 iscritti e Sergio Bovenga, Presidente Co.Ge.A.P.S, che ha richiamato la presenza delle massime autorità regionali e cittadine.

In apertura dei lavori sono intervenuti il Presidente della Regione, Nello Musumeci e l’Assessore Regionale alla salute, Ruggero Razza, riprendendo il programma di questo governo regionale che intende introdurre l’odontoiatria sociale, caldeggiata dal sindaco Salvo Pogliese, accompagnato dall’assessore comunale alla salute, Pippo Arcidiacono, dal Direttore generale e dal direttore sanitario dell’ASP, Maurizio Lanza e Nino Rapisarda, che sono stati introdotti da Ezio Campagna, tesoriere dell’Ordine e consulente dell’Assessorato alla Salute. Presidente del Congresso e della CAO di Catania, Gianpaolo Marcone. Hanno portato i saluti dell’Università il direttore del dipartimento chirurgico, Ernesto Rapisarda e la presidente del corso di laurea in odontoiatria, Rosalia Leonardi.

Marcone, nell’introduzione del convegno, ha sottolineato che la presenza di tante autorità è dovuta alla collaborazione sul territorio con l’Ordine dei Medici, uniti dal comune sforzo di salvaguardia della salute del cittadino. L’interpretazione di questo rapporto è stato poi lodato da Iandolo, che ha precisato come questo modello di collaborazione tra gli Assessori alla Sanità e l’Ordine dei Medici non è scontato in altre regioni. Conclude poi Marcone: «La nostra professione sta cambiando e talvolta è quasi accomunata ad un’attività commerciale. Impossibile gestire la salute con un algoritmo di un supermercato: per noi c’è la componente umana al primo posto».

Raffaele Iandolo. Informazione sanitaria tra legge, etica e deontologia
Garantire la salute del cittadino e la sicurezza delle cure è il principale ruolo dell’Ordine e questo è stato alla base della discussione all’Aquila con i presidenti provinciali della Cao. Imminente la pubblicazione di Raccomandazioni, che saranno una guida per una valutazione corretta e omogenea a livello territoriale dei messaggi informativi e delle eventuali sanzioni disciplinari da applicare.

Iandolo ha analizzato le tante norme che regolano l’informazione sanitaria comprendendo le disposizioni del Codice di Deontologia medica (articoli 55, 56, 57 e, indirettamente, 69), la Legge Poggiolini-Volponi (1992), il Decreto Legislativo 46 del 1997, la Legge Bersani (2006), il Testo coordinato del Decreto Legge 13 agosto 2011, n. 138, il DPR 137/2012 di riforma degli ordinamenti professionali, e infine i commi 525 e 536 dell’articolo 1 della Legge di Bilancio 2019 n. 145/2018, la norma Boldi, fiore all’occhiello che ha ribadito che in campo sanitario si tratta di informazione e non di pubblicità sanitaria, definendo meglio i limiti riguardanti le professioni regolamentate e riaffermando il ruolo degli ordini. «Fino all’altro ieri si parlava di pubblicità sanitaria, che tende a convincere e vendere e consente di distorcere le notizie», ha dichiarato Iandolo con impeto, ricordando tuttavia norme a tutt’oggi in vigore, sopra citate, che sempre si riferiscono a fare informazione corretta e non pubblicitaria, distinguendo tra funzione informativa e persuasiva. Queste leggi si riferiscono sia all’attività esercitata nella forma monoprofessionale che societaria, dove il Direttore Sanitario deve appartenere all’ordine in cui ha sede la struttura. Ovvero l’iscrizione all’ordine, precisa Iandolo, consente l’esercizio della professione ovunque sul territorio italiano ed europeo. Solo la competenza disciplinare è limitata all’ordine provinciale.

Giampiero Malagnino. Tutela Enpam per i liberi professionisti
La novità è l’entrata in vigore della riforma per la tutela degli infortuni e della malattia dei liberi professionisti che passa dall’Assistenza alla Previdenza. In termini pratici significa che in caso di inabilità temporanea, l’indennizzo verrà garantito a tutti e non più solo a chi ha un reddito al di sotto di limiti stringenti (pare che potrebbero essere erogati sino  a 7.000 euro al mese lordi). Prossimamente saranno previste maggiori tutele per la maternità e per garantire prestiti a tassi agevolati supportati dalla garanzia Enpam, ai professionisti che aprono un nuovo studio e che desiderano ristrutturarlo. A settembre ci sarà un’apposita consulta per parlare di questi temi.

Carlo Ghirlanda. L’esercizio della professione odontoiatrica in forma individuale ed in forma societaria
Negli ultimi anni gli studi dentistici gestiti da società anziché da singoli professionisti sono quasi triplicati nel nostro Paese arrivando oggi a superare, secondo l’Agenzia delle Entrate, oltre 2.500 unità con strutture operanti che riferiscono di avere circa 5 mila tra collaboratori clinici ed amministrativi occupati e 700 mila pazienti trattati per anno.

Ghirlanda ricorda che tre sono le forme di esercizio: modalità individuale con partita iva, associazione professionale oppure societaria. Trattandosi di professioni protette soggette all’iscrizione all’ordine professionale, questo dà anche il diritto a richiedere l’onorario per la prestazione e l’onere di essere soggetto ai poteri disciplinari dell’ordine.

Da non confondere le Società tra Professionisti istituite nel 2011 e le cosiddette Società di mezzi, società di capitali dove esiste uno scollamento tra organizzazione (attività preliminari) e prestazione. In realtà alcune fatturano e questo crea un grande problema riguardo l’Iva e la sua evasione, perché solo il professionista è esente Iva, non lo può essere una società di capitali.

Guardando al “termometro della salute”, i dati sono rassicuranti: la prevenzione è migliorata e questo lo si deve alla validità del modello professionale capillarmente diffuso sul territorio. Altro “miracolo” ottenuto è che grazie alla nuova legge Boldi in poche settimane sono scomparse le pubblicità più significative. Ghirlanda conclude riferendosi al ricorso dell’Ancod (Associazione Nazionale centri Odontoiatrici) ribadendo che le regole debbano essere uguali per tutti.

Sergio Bovenga. Formazione continua in medicina: stato dell’arte e prospettive future
Attesissimo l’intervento del Presidente del Consorzio Co.Ge.A.P.S. «Vi devo dare il colpo di grazia e cercherò di farvi soffrire il meno possibile», scherza Bovenga nella sua introduzione. Udite udite! Le norme ci sono e dal 1992, in cui si dichiarò che la formazione continua in medicina, fosse un requisito indispensabile per lo svolgimento della professione. Allora cosa c’è di nuovo?

Bovenga nella sua relazione ci tiene a sottolineare come la questione siano le due facce della stessa medaglia: obbligo o opportunità. L’opportunità sta nell’acquisire competenze che incidono sulla qualità percepita dal paziente e che la strada è aperta a medici competenti. Certamente l’altra faccia della medaglia riguarda le procedure sanzionatorie: dal 2020 sarà avviata la procedura per la cancellazione per i professionisti che hanno esercitato non in regola con l’ECM (periodo di riferimento crediti formativi compresi tra il 2014 e il 2019, due trienni).

Essendo già in vigore le norme, non si deve pensare che le sanzioni non siano in corso di applicazione da parte di altre istituzioni non ordinistiche, si pensi ai Nas dei Carabinieri, che possono far perdere l’accreditamento se i medici non sono in regola e conseguentemente portare al licenziamento dei dipendenti. Nel caso di contenzioso civile e penale può essere richiesta la formazione ECM.

È chiaro che la sospensione di alcuni medici e la pubblicità mediatica che è stata data, ha fatto sì che il fenomeno “formazione ECM” non sia più un tema di nicchia, assumendo una dimensione sociale e quindi dei pazienti.

Diventa fondamentale allora conoscere le regole che riguardano l’ECM, per non essere penalizzati. Intanto i crediti formativi per un triennio sono 150. Ora è possibile accumulare maggiori crediti e spostarli sul triennio 2014-2016 (stesse regole di 150 crediti) qualora ci siano delle carenze. Per questo è importante andare sul portale Co.Ge.A.P.S. per controllare il proprio stato (considerando comunque che i provider hanno tempo 90 giorni per inserire i dati sul portale).

Oltre i crediti caricati dai provider sarà possibile con apposito modulo autonomamente caricare l’autoformazione (libri, riviste, convegni non accreditati, convegni all’estero) per un totale del 20% (circa 30 crediti a triennio), che quasi nessuno inserisce. Ora è ancora possibile recuperare tutto e mettersi in regola.

Quanti non lo sono? Bovenga dice: adesso nessuno (anche se teoricamente tanti). Nel senso che fino al 31 dicembre 2019 c’è tempo per recuperare. E fa l’esempio della bolletta dell’Enel: se si è morosi e viene concordata una scadenza per il pagamento sino a quella data non sarò sanzionabile e non si è fuori regola. Così vale per l’ECM. I dati su chi si forma e chi no non manifestano una propensione né di età anagrafica né di genere, mentre alcuni sono “bulimici” della formazione.

Quello che infine conta è non aderire passivamente, ma trasformare l’occasione in competenze. «La formazione continua – conclude Bovenga – ovvero il dovere giuridico e deontologico all’aggiornamento professionale, deve tornare ad essere “un piacere” ed un momento di motivata e motivante soddisfazione»

 

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