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Dall’ipnosi un valido ausilio personale anche per il dentista

Gian Carlo Di Bartolomeo

Gian Carlo Di Bartolomeo

lun. 5 luglio 2010

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L’ipnosi come strumento di terapia per gli “altri” e anche come valido ausilio personale per il dentista. Nel mondo attuale le richieste che gli arrivano sono sempre più ampie in termini di capacità, tempo, attenzione, impegno, conducendolo pian piano in una spirale perversa.

Pensiamo al “burned-out”, alla “sindrome da poltrona vuota” o, all’opposto, al troppo lavoro (che in periodi come questi conviene assolutamente accettare, perché “del doman non v’è certezza”). Si aggiunga la necessità e obbligo degli aggiornamenti professionali, le incombenze di legge sempre più frequenti con relativa burocratizzazione del lavoro, gestione del personale più complessa, pazienti sempre più pressanti. In un primo tempo si cerca di ottemperare al nuovo impegno, aumentando il tempo di lavoro, cominciando magari a sacrificare il riposo. Poi, non riuscendo a star dietro a tutto, si sacrificano anche le relazioni sociali e infine,talvolta, la famiglia.
Di qui un senso di angoscia per non riuscire a gestire gli eventi, che sfocia in stress cronico con possibilità di episodi acuti. Ciò che ne deriva influisce sempre più sulle capacità reattive e professionali conducendo a errori di valutazione e dimenticanze che fanno precipitare il soggetto in un loop negativo che si autoalimenta.
La paura di non riuscire, la conseguente mancanza di fiducia nelle proprie possibilità rappresentano un fattore di stress molto importante. Quello stress che, secondo Seyle, “è una risposta non specifica dell’organismo ad ogni agente ambientale perturbante”.
Il corpo si difende dai fatti e dagli agenti vissuti come stressanti, attraverso la “sindrome di adattamento”, la cui funzione è proteggerlo da situazioni percepite come pericolose e implica un lavoro di tipo nervoso ed endocrino che prepara l’organismo a una reazione di attacco o di difesa.
La sindrome si attua in tre fasi:
- allarme (stimolo surrenale con produzione di corticoidi);
- resistenza (l’organismo si prepara e organizza per resistere);
- esaurimento.

Importante la qualità dell’agente stressante, ma lo è altrettanto come la persona lo vive, dipendente dalla sua struttura di personalità. Lo stesso agente stressante può provocare reazioni diverse a seconda della persona che lo subisce: lo stato d’animo, la fiducia in se stessi, il grado di salute ed efficienza del corpo possono condizionare e mediare l’effetto stressante sull’individuo. Quando viene superata la soglia limite, diversa da persona a persona, allora si comincia, spesso, col somatizzare. Tenendo presente che si registrano manifestazioni ansiose differenti per ogni individuo, con una gamma vastissima di sintomi, chi somatizza potrebbe presentare, tra gli altri:
- un aumento della tensione muscolare con difficoltà nei movimenti, poca coordinazione, fino a crampi;
- aumento o diminuzione accentuata della frequenza cardiaca e della pressione sanguigna con palpitazioni, tachicardia, extrasistoli, pallore o rossore fino allo svenimento;
- sudorazione eccessiva;
- disturbi gastrointestinali con nausea, conati e/o vomito, diarrea, stipsi;
- respirazione affannosa;
- insonnia;
- tremori;
- difficoltà di linguaggio,balbuzie;
- fame eccessiva o inappetenza.

Accanto a sintomi così vistosi questo stato comporta una serie di sensazioni sgradevoli, di pensieri, fantasie, agitazioni la cui percezione nel dentista accresce l’apprensione e quindi il disagio.
L’aspetto forse peggiore è la sensazione d’impotenza nell’affrontare quello che si sta sviluppando con possibilità di ricorrere a farmaci, caffè, alcool, nicotina, sostanze che stimolano (eccitanti) o diminuiscono lo stress (sedativi) fino alle droghe (marijuana,cocaina).
In tutto ciò,cosa può fare l’ipnosi? È utile e applicabile a ogni stadio: dalla sindrome conclamata fino ai primissimi, lievi sintomi, alla prevenzione vera e propria.
Tralasciando la sindrome conclamata in cui è necessario l’intervento di un soggetto terzo nella figura del terapeuta, il dentista può agire su se stesso con tecniche di autorilassamento e autoipnosi. In natura non esistono emozioni “buone” o “cattive”, ma stati emozionali che in certe condizioni rendono agevole il rapporto con noi stessi e gli altri, mentre in altre lo disturbano. Attraverso l’autoipnosi il soggetto ha la possibilità di prevenire gli stati d’animo depotenzianti, se non addirittura dannosi, gestire al meglio gli stati emozionali fino a elaborare in modo costruttivo le esperienze “faticose” e impedire o mitigare il comparire dei disturbi psicofisici da affaticamento e stress.
Che obiettivi si può porre il dentista con l’utilizzo dell’autoipnosi?
- Sviluppare una comprensione chiara dei propri stati d’animo e delle proprie reazioni a fronte di situazioni emotivamente faticose;
- acquisire la capacità di sfruttare al meglio le proprie risorse;
- imparare a rielaborare in modo costruttivo le esperienze quotidiane per non ripercorrere sentieri poco funzionali al raggiungimento dei propri obiettivi professionali, sociali, sentimentali.

Come può l’autoipnosi fare ciò? Con l’utilizzo di:
- tecniche;
- rilassamento vigile;
- ristrutturazione di esperienze emotive depotenzianti;
- palestra della mente.

Le tecniche: utilizzo approccio diretto e/o indiretto
- creazione di campo affermativo;
- stimolazione di attenzione e memoria;
- tecniche di auto rilassamento;
- tecniche di concentrazione.

Rilassamento vigile:
- tecniche avanzate di autorilassamento da utilizzare nel corso dell’attività;
- nello stesso studio, senza allontanarsi per cercare un “luogo e una situazione adatti”;
- possono essere impiegate per recuperare energie, affrontare situazioni di stress, lasciar
fluire liberamente capacità e risorse.
Ristrutturazione di esperienze emotive depotenzianti:
- la visualizzazione con impiego di sottomodalità e ancoraggi consente di affrontare e
rielaborare in senso positivo le esperienze pregresse o attuali che hanno un impatto
emotivo altamente depotenziante e quindi ostacolano la capacità professionale
Palestra della mente:
- consente di allenare le capacità di autorilassamento, concentrazione e gestione degli
stati emotivi per poter utilizzare tutte le emozioni come risorse per raggiungere uno stato di maggior serenità, equilibrio, produttività.

Gian Carlo Di Bartolomeo, Medico specialista in Odontostomatologia
www.ericksoninstitute.it
 

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