DT News - Italy - La soddisfazione di accompagnare una Società in crescita: parla Eugenio Romeo, presidente Sio

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La soddisfazione di accompagnare una Società in crescita: parla Eugenio Romeo, presidente Sio

Eugenio Romeo, presidente Sio.
Patrizia Gatto

Patrizia Gatto

mer. 18 maggio 2011

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Durante IDS Colonia, la tecnologia legata all’implantologia è stata assolutamente protagonista e prevalente; però si parla tanto di prevenzione nel mondo e si vuole puntare su questa nei prossimi anni per migliorare la salute e anche la spesa sanitaria. Dunque, al Presidente della Società italiana di Osteointegrazione chiedo l’opinione sul futuro.

Io credo che anche nel prossimo futuro l’implantologia continuerà ad essere una tecnica largamente utilizzata. Questo sostanzialmente perché gli effetti della prevenzione, in termini di diminuzione della prevalenza della carie e quindi della perdita di elementi dentari, per questo motivo saranno evidenti solo tra una ventina d’anni, almeno in Italia, dove la prevenzione ha avuto un ruolo importante solo da una quindicina di anni a questa parte.
Resta comunque il problema della parodontite, principale causa di perdita di elementi dentari, che invece ha visto negli ultimi anni un incremento della prevalenza nella popolazione.

Recentemente la conservazione del dente è diventato un nodo fondamentale, e spesso nascono polemiche con i colleghi endodonzisti e parodontologhi. Come si rapporta la Sio con queste problematiche e con i colleghi?
La Sio, anche se ha come obiettivo la formazione in ambito implantare, non disconosce nel modo più assoluto la priorità della conservazione dell’elemento dentario naturale. Quindi, non c’è assolutamente vis polemica né con gli endodontisti né con i paradontologi, anzi. Riteniamo, infatti, che il trattamento riabilitativo implantare abbia successo solo quando l’indicazione all’utilizzo di questa tecnica è assoluta, e la perdita dell’elemento dentario è ineluttabile.

In questi mesi si è sostenuto che per una buona implantologia e un perfetto piano di trattamento sia necessario analizzare tutto il viso, utilizzando variegate tecniche interdisciplinari che possono migliorare l’efficacia del trattamento implanto-protesico. Così, il Total Face Approch, presentato a gennaio dal Galeazzi a Milano, e così alcuni americani (vedi articolo su Implant Tribune, novembre 2010), relativamente alle tecniche di chirurgia estetica quali botox e filler da integrare all’implantologia. Cosa ne pensa? La vostra società si aprirà a tutti questi nuovi approcci?
La richiesta estetica, non solo dal punto di vista odontoiatrico, è sicuramente cresciuta moltissimo negli ultimi anni, soprattutto in funzione dell’avvento in ambito estetico extra-orale di tecniche a bassa invasività come il botox o i riempitivi per i tessuti molli. Questo, però, dell’estetica extra-orale è un aspetto molto peculiare che coinvolge differenti professionalità che a mio parere devono essere molto ben distinte, senza che vi siano sovrapposizioni di ruoli. Non ritengo che l’odontoiatra, visto il curriculum studiorum che oggi lo caratterizza, abbia le competenze opportune per poter approcciare e utilizzare questa tecnica in maniera adeguata.
A Milano c’è un detto: “Ofelee fa’ ’l to mestee” che tradotto vuol dire “pasticciere, fa’ il tuo mestiere”, e che viene utilizzato quando si vuole invitare una persona a desistere da compiti ai quali non è preparato. Credo che questo detto possa essere applicato molto bene all’odontoiatra per quanto riguarda questo aspetto.

Sul numero di marzo di Implant Tribune abbiamo pubblicato un editoriale del prof. Ugo Covani, che sostiene che l’implantologia non sarà una vera e propria specialità chirurgica quanto piuttosto un problema di protesizzazione e che, pertanto, questa disciplina passerà ai protesisti.
Devo dire che mi fa molto piacere, da protesista quale io sono, che un Professore Ordinario di Chirurgia, qual è il prof. Covani, affermi questo. Ma devo dire che in piccola parte dissento, in quanto proprio perché protesista che esegue anche interventi chirurgici di implantologia, nella mia esperienza l’aspetto chirurgico, pur se subordinato alla pianificazione protesica riabilitativa, necessita di competenze anatomiche e di tecnica chirurgica che non sempre il protesista possiede.
Certamente già oggi l’utilizzo delle nuove tecnologie e nello specifico del digitale, consente di pianificare in maniera virtuale e molto precisa il trattamento implantare, rendendo poi abbastanza semplice, sempre comunque in mani esperte, l’atto chirurgico di posizionamento degli impianti.
Questa tecnica, la guided surgery, probabilmente cambierà in maniera drastica la filosofia del piano di trattamento implantare nella maggior parte dei casi. Restano comunque condizioni cliniche che non possono essere trattate in questa maniera e che necessitano di interventi ricostruttivi pre-implantari. In questi casi è comunque di fondamentale importanza la collaborazione tra chirurgo e protesista.

Qual è, in questo momento, l’elemento caratterizzante la vostra Società scientifica con la sua presidenza?
L’elemento caratterizzante la nostra Società scientifica è sicuramente il messaggio che stiamo portando avanti da oramai alcuni anni: la Qualità.
Infatti, uno dei punti di forza che ha contraddistinto la Sio è stato sicuramente il Forum Qualità fortemente voluto e coordinato dal prof. Leonardo Trombelli. Riuscire a formulare una proposta condivisa non solo dai Soci attivi della nostra Società, ma anche da molti dei clinici più importanti che operano nel settore dell’implantologia, oltre che con le più importanti aziende del settore, che identifichi criteri di qualità in implantologia, è stato uno dei momenti maggiormente importanti della vita societaria.
A testimonianza di tutto ciò, la Sio è stata chiamata a far parte delle Società scientifiche che hanno, unitamente al mondo universitario, formulato le Raccomandazioni Cliniche Ministeriali che sono ad un passo dall’essere varate.
Questo concetto di qualità sarà il comun denominatore di tutta la nostra politica culturale, e che riguarderà non solo il livello qualitativo del messaggio formativo che intendiamo proporre, ma anche la modalità di comunicazione.
Proporremo serate di formazione per la disseminazione della qualità in implantologia, abbiamo organizzato il Corso di Aggiornamento a Como, che verrà trasmesso in diretta satellitare in quattro sedi distaccate nel Centro-Sud Italia, proporremo i nostri eventi come FAD per consentire ai partecipanti di ottenere quanti più crediti formativi possibile. Insomma, cercheremo di portare qualità sia nei contenuti che nella forma delle nostre proposte formative ai clinici, per poter garantire quello che in una didattica che vuole essere professionalizzante è indispensabile: insegnare il saper fare.

Infine, nel ringraziarla per l’interessante e complessa intervista che ci ha rilasciato, desideriamo concludere raccontando ai nostri lettori cosa si aspetta “l’uomo” Eugenio Romeo da questa esperienza?
Mi aspetto due anni di lavoro mostruoso, cosa che peraltro è già iniziata dal momento del mio insediamento. Questa società è cresciuta enormemente negli ultimi 6-8 anni e gestirla oramai è diventato come un secondo lavoro. Devo dire che nel tempo, avendo una grandissima fiducia in questa Società, è stata una grande soddisfazione vederla crescere come una bambina, fino a vederla diventare grande e camminare in maniera sicura e rispettata nel mondo delle Società scientifiche. Le assicuro che per chi, come me, ama questa Società è stato emozionante.
Come una signorina, anzi oramai una donna, và riempita di attenzione, di cura e di amore.
Mi auguro di riuscire a farlo e di essere congruo rispetto alle sue aspettative.

 

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