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In odontoiatria niente diritto di ingresso per l’amalgama

L’amalgama contiene elementi di mercurio (Photograph: botazsolti/Shutterstock).
Dr Sushil Koirala, Nepal

Dr Sushil Koirala, Nepal

lun. 23 febbraio 2015

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L'uso del mercurio nei materiali per i restauri in odontoiatria ha una lunga storia. Mentre le otturazioni in amalgama sono ancora popolari tra dentisti sia nei paesi sviluppati che in quelli in via di sviluppo, gli effetti tossici del metallo rimangono fonte di polemiche.

Nel mio studio smisi 15 anni fa di eseguire restauri di denti con amalgama, non tanto a causa della tossicità, ma perché è un restauro che non si sforza di imitare la natura e poi perché richiede una più invasiva preparazione del dente. Per il restauro oggi, possediamo in alternativa all'amalgama vari materiali di vari colori. Pertanto, l'utilizzo dell’amalgama nello studio dipende ampiamente dalla mentalità e dalla scelta del dentista e del paziente. Credo personalmente che, se un dentista ritiene di non venire meno alla propria filosofia odontoiatrica e adotta tecniche restaurativa minimamente invasive per ottenere risultati clinici per quanto possibili vicini alla natura, allora i restauri con amalgama d'argento non hanno più un diritto di accesso in odontoiatria.

Quando si parla di vietare i materiali contenenti mercurio in odontoiatria ricostruttiva, dobbiamo considerare ciò che si è insegnato agli studenti. Se guardiamo attentamente i testi di restauro odontoiatrico utilizzati in Asia, scopriamo che quasi ogni Dipartimento dentale insegna ancora le convenzionali procedure protesiche con amalgama, basate anche su principi di G. V. Black sulla preparazione della cavità, ora considerate molto invasive e sempre più obsolete almeno in uno studio odontoiatrico di qualità. A meno che non si riconsiderino le tecniche protesiche e la disciplina dei materiali dentali, sarà difficile produrre dei cambiamenti di comportamento nella pratica odontoiatrica.

Come professionista, fautore di un’ odontoiatria minimamente invasiva, sto promuovendo l’utilizzo a uso riabilitativo di materiali dal colore simile a quello dentale, esortando i giovani dentisti a seguire la strada dell’odontoiatria minimamente invasiva e che più si avvicini alla natura, per una salute durevole e per la bellezza di denti e sorrisi.

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