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“In molti dentifrici al fluoro è presente anche un’alga”

Il dottor Val Kolpakov tra la sua collezione di dentifrici.
Yvonne Bachmann, DTI

Yvonne Bachmann, DTI

mer. 13 aprile 2011

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Il dottor Val Kolpakov, dentista del Michingan, ha una singolare passione per i dentifrici. Ne possiede circa 2000 diversi, per un valore (da lui stimato) di 30 mila dollari. Attualmente, la sua collezione è riconosciuta dalla World Records Academy come la più grande al mondo.

Nato in Russia, Kolpakov si è trasferito negli Stati Uniti nel 1993 per lavorare come ricercatore presso l’Università del Michigan. Negli ultimi nove anni ha esercitato la professione di dentista nei suoi Studi di Saginaw (Michigan) e Alpharetta (Georgia). Kolpakov ha parlato con Yvonne Bachmann, DTI, della sua passione per il collezionismo, accennando in particolare alla presenza di sostanze radioattive e di alghe nei dentifrici.

Dr. Kolpakov, quando le venne l’idea di iniziare a collezionare dentifrici?
Era il 2002 e stavo navigando in Internet, quando sulla rete mi imbattei in Carsten Gutzeit, un tedesco che collezionava dentifrici. Il suo “patrimonio” ammontava a circa 500 tubetti. Allora capii che si sarebbe rivelato un bellissimo hobby per un dentista. Immagini le opportunità per conoscere altre sfaccettature della professione. Con quest’idea in testa decisi d’iniziare anch’io la collezione.

In che modo è riuscito a crearsi una collezione?
Ho amici che vivono in tutto il mondo, così chiesi loro di spedirmi alcuni dei dentifrici venduti nei loro paesi. Inoltre, ne comprai alcuni vecchi su eBay; nei negozi acquisto invece quelli presenti sul mercato. Grazie al sito web www.toothpasteworld.com, la gente ha iniziato a conoscermi. Diverse persone mi hanno donato le loro piccole collezioni e alcune aziende mi hanno inviato i loro prodotti vecchi e nuovi.

Di solito lei acquista due campioni? Uno da provare e uno destinato solo alla collezione?
No, di solito compro solo un pezzo. Spendo già molto per la mia collezione, e raddoppiare l’importo sarebbe troppo. Spesso non sarebbe nemmeno possibile, come nel caso di tubetti vecchi, perché si tratta di reperti rari. Se fossi tentato di provare un dentifricio della mia collezione, aprirei l’unico campione che possiedo. Quelli vecchi del resto sono talmente secchi che nessuno, credo, sarebbe disposto a provarli.

Di quanti esemplari è composta la collezione?
La parte più difficile della raccolta dei tubetti è registrare i campioni che ricevo. Suppongo di averne circa 2000, ma in questo momento non conosco il numero esatto. Ho contato più di 1700 tubetti, tutti inseriti nel mio database, ma ho diverse scatole piene di esemplari in attesa di essere censite.

Dove tiene i suoi dentifrici?
Alcuni sono esposti nella sala d’attesa del mio Studio dentistico a Saginaw, ma la maggior parte è conservata in scatole. Attualmente stiamo ristrutturando lo Studio e abbiamo in programma di costruire un enorme display su misura per la mia collezione, realizzando così una sorta di museo del dentifricio. Chiunque può venire a trovarmi e guardare i campioni in mostra. Sono in grado, inoltre, di mostrare a chi è interessato altri campioni archiviati nelle scatole.

Conosce altri che collezionino dentifrici o attrezzature dentali?
Sono in contatto con Carsten Gutzeit, colui che mi ha dato l’ispirazione, e con lui ci siamo scambiati alcuni tubetti di dentifricio. Sin dall’inizio sono stato contattato da diverse persone in possesso di piccole collezioni, che in parte mi sono state anche donate. Alla Facoltà di Odontoiatria del Michigan, da me frequentata, c’è presente una buona raccolta di confezioni di pasta dentifricia. Ne hanno anche una molto valida di vari oggetti d’epoca, sempre in ambito dentale.

Quali sono gli esemplari più interessanti della collezione?
Vorrei sottolineare la presenza di un oggetto, il più antico, raro e costoso di tutti. Si tratta di una scatola d’argento porta dentifricio del periodo inglese georgiano risalente al 1801. All’epoca il dentifricio non era ancora stato inventato, veniva invece utilizzata la polvere. Per quest’oggetto ho sborsato più di 1500 dollari, mentre il più antico dentifricio che possiedo è del 1908 ed è stato prodotto dalla Colgate.

Quali “pezzi” preferisce?
I miei dentifrici preferiti sono su base alcolica. La gamma di whisky, come scotch, segale, bourbon, vino rosso, amaretto, champagne e tanti altri. Un’altra mia passione sono quelli al gusto di cioccolato. Ho un set per gli amanti del cioccolato: crema pura confezionata in un tubetto di dentifricio con spazzolino. Più che altro si tratta di un gadget, dal momento che non è destinato all’igiene orale quotidiana. Parlando di sapori insoliti, la Società Breath Palette primeggia, perché propone 31 gusti, tra cui alcuni molto strani come il the verde, il budino di zucca e il curry indiano.

Qual è il pezzo più insolito?
È il dentifricio Doramad, estratto dalle trincee della Seconda Guerra Mondiale, che possiede un composto radioattivo. A quel tempo alcune persone credevano che quella radiazione potesse ridare vita ai tessuti morti e rinvigorire le gengive.

Che valore attribuisce alla sua collezione?
Ho speso circa 20.000 dollari per avere i miei pezzi. Considerando il lavoro e il tempo speso nella raccolta degli ultimi nove anni, la valuto attorno ai 30.000 dollari. Ora come ora, tuttavia, non ho intenzione di venderla: è il mio hobby, la mia passione, un modo per attirare l’attenzione della gente sul mio Studio dentistico e fornire informazioni su questo bellissimo argomento.

Di solito i dentifrici sono tutti uguali? Uno acquistato in Giappone differisce da uno comprato in Italia?
Gli ingredienti principali dei dentifrici sono essenzialmente gli stessi. Tuttavia ci sono differenze locali, anche a livello di sapore. Quelli orientali contengono, per esempio, il sale di bambù o il ginseng. Il Giappone, poi, è noto per i suoi dentifrici “high- tech” che ricostruiscono lo smalto, rimineralizzano i denti e bloccano lo sviluppo della carie.

C’è qualcosa che la gente non sa sui dentifrici?
Il consumatore potrebbe non conoscere i nomi scientifici elencati sulla confezione e, di conseguenza, apprendere con sorpresa che ingredienti come le alghe sono presenti in molti dentifrici al fluoro. Secondo l’American Dental Association i materiali d’ispessimento includono le alghe colloidi, i minerali colloidi e le gomme naturali.

Fa collezione di altri oggetti insoliti?
Ho una piccola collezione di contenitori di dentiere di diverse forme, in cui le persone ripongono la loro protesi per la notte. Ho anche una collezione di oggetti di scena utilizzati in alcuni film, come denti finti che gli attori mettono sui propri per travestirsi da vampiri o per simulare i denti marci dei senza tetto.

Lei è anche nel Guinness dei primati?
Ho accarezzato l’idea di far domanda per il Guinness World Record, senza tuttavia riuscire a trovare il tempo. Recentemente, un giornalista mi ha intervistato facendo un servizio sulla mia collezione per un quotidiano inglese. Qualcuno del Comitato Guinness World Record mi ivitato via mail a candidarmi, cosa che peraltro ho fatto, ma non esisteva ancora un record che riguardasse tubetti di dentifricio, così hanno dovuto prima verificare se fosse possibile aprire una nuova categoria. Dopodichè la domanda è stata approvata. Ora devo presentare la prova che possiedo tutti questi dentifrici: devo fornire immagini, un elenco dettagliato dei tubetti, pubblicazioni varie e dichiarazioni di testimoni. Come hanno erroneamente riportato i media, il record non è ancora in mio possesso, ma spero di ottenerlo in un prossimo futuro.
Yvonne Bachmann, DTI
 

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