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A Milano nel corso di un’affollata conferenza stampa indetta dalla Colgate all’interno di Eataly (scelta non occasionale) è stata mostrata e illustrate le caratteristiche, di una costruzione decisamente insolita dal nome significativo di “piramide odonto-alimentare”.
Pur non appartenendo infatti all’antico egizio, la sua singolarità ha suscitato grande interesse, essendo formata dai più svariati alimenti, a seconda del loro potere cariogeno, cariostatico o anticariogeno, collocati ad una certa altezza, per meglio capire se si possono consumare in associazione fra loro e/o in quali momenti della giornata è preferibile assumerli. Tutto in favore di una lotta alla carie, che rimane pur sempre una delle malattie più diffuse al mondo.
Solo per stare in Italia la malattia cariosa, secondo i dati forniti da Adn Kronos, a 4 anni di età, colpisce già il 21,6% degli bimbi, a 12 anni il 43,1% ne soffre: un problema che affligge l’88,2% dei “fratelli maggiori” tra i 19 e i 25 anni. Secondo un’altra ricerca compiuta su 1269 persone sottoposte nel Mese della Salute Orale 2013 a visita ortodontica ben 617 ne erano affette da carie, in maggior numero maschi su femmine (55%) e con un 51 per cento di abitanti del Meridione, dinanzi ad un 40 per cento del Nord.
I cariogeni (agrumi, cereali, bevande dolci) possono favorirne l’insorgenza e lo sviluppo ma solo in presenza di placca batterica; quindi non vanno esclusi dalla dieta ma consumati in associazione con cibi protettivi. Cibi anticariogeni, come latte, formaggi stagionati o frutta secca, ne contrastano la formazione, favorendo la crescita di batteri benefici. I cibi cariostatici, come carne, pesce, uova e quasi tutte le verdure, invece sono neutri; per questo, anche in assenza di un’adeguata igiene orale, aiutano a proteggere i denti.
Realizzata con il contributo di Colgate la piramide odonto-alimentare è il risultato di uno studio interdisciplinare condotto da un team guidati da Giampietro Farronato, Ordinario di Ortognatodonzia all’Università di Milano, nonché Presidente SIDO (Società Italiana di Ortodonzia) e da Erna Lorenzini, medico e docente presso il Dipartimento di Scienze Biomediche della Salute dello stesso Ateneo, i quali hanno chiarito, nel corso della conferenza stampa alcuni passaggi ”tecnici” (leggi biochimici) delle varie interazioni tra i cibi.
Ad Eataly, è stata anche presentata una guida facile per comprendere le caratteristiche degli alimenti. Si tratta del “Regolario” di Igiene orale 3.0, da cui si impara a riconoscere i cibi appartenenti alle tre famiglie (cariogeni, anticariogeni e cariostatici) e si apprendono alcune facili norme a carattere eminentemente preventivo. Perché, come spesso accade in Medicina e non solo in odontoiatria, la prevenzione rimane l’arma più efficace.
Tra le curiosità del Regolario, il paziente comune apprende che il bere acqua dopo aver mangiato è un’ottima pratica di igiene orale, che latte e i derivati sono un toccasana per i denti, che la saliva e il movimento della lingua favoriscono l’autodetersione del cavo orale, che un corretto stile odonto-alimentare riduce il rischio di sviluppare malattie sistemiche. Insomma un vero e proprio “attacco alla carie in dieci mosse” come recita il cartellone che illustra l’iniziativa.
Annunciata da Francesco Cantini, top manager della Colgate Southern Europe, Regolario e piramide hanno costituito la premessa per la presentazione della campagna di lancio di un nuovo prodotto Colgate in grado di contrastare la formazione della carie. Con una tecnologia brevettata denominata “Neutralizzatore degli Acidi dello Zucchero™” che combina arginina e carbonato di calcio, il dentifricio Colgate® Maximum Protection Caries incide sugli acidi provenienti dalla degradazione dello zucchero ad opera dei batteri nella placca e fornisce una protezione clinicamente testata. «Gli studi scientifici – dice Cantini – dimostrano che aiuta a ridurre del 50% le lesioni cariose iniziali e il suo utilizzo, per almeno due settimane, aumenta di 4 volte la rimineralizzazione dello smalto rispetto a un comune dentifricio al fluoro».
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