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Il Regno Unito rivede le linee guida sulla prevenzione dell’endocardite infettiva

In circa il 30-40% dei casi, l’endocardite infettiva è attribuita a batteri provenienti dalla cavità orale, a causa di una scarsa igiene orale o in seguito a procedure dentistiche invasive (Image: Dai Yim/Shutterstock).

LONDRA, Regno Unito: all’inizio di quest’anno, i ricercatori dell’Università di Sheffield hanno confermato che ai pazienti odontoiatrici ad alto rischio di endocardite infettiva (EI) dovrebbero essere somministrati antibiotici prima di sottoporsi a trattamenti odontoiatrici invasivi.

Sulla base dei risultati ottenuti, hanno esortato il National Institute for Health and Care Excellence (NICE) del Regno Unito ad aggiornare le attuali linee guida, che non raccomandano la profilassi antibiotica per questi pazienti. Il Regno Unito e la Svezia sono gli unici Paesi in Europa a sconsigliare l’uso di antibiotici in questo ambito. Ora il NICE ha confermato che riesaminerà i nuovi dati sulla profilassi contro l’EI nel corso dell’anno.

Negli ultimi anni, l’Università di Sheffield ha condotto diversi studi sul legame tra EI e profilassi antibiotica dentale. I ricercatori hanno osservato che dal 2008 vi è stata un’elevata conformità alle linee guida del NICE, con conseguente diminuzione dell’uso di antibiotici. Si ritiene che questa conformità abbia portato a un aumento significativo dell’incidenza di EI. Gli studi hanno inoltre evidenziato l’importanza della profilassi antibiotica per i pazienti odontoiatrici ad alto rischio di EI, in particolare prima di sottoporsi a procedure invasive come estrazioni o interventi di chirurgia orale. I ricercatori hanno dichiarato che, se considerati nel loro insieme, gli studi esaminati supportano l’associazione tra procedure odontoiatriche invasive e successiva EI, in particolare nei pazienti ad alto rischio.

Secondo il British Dental Journal, il NICE sta attualmente istituendo un nuovo comitato per la definizione delle priorità, che avrà il compito di decidere quali linee guida aggiornare. Un aspetto importante è la valutazione della necessità di coinvolgere il NICE nella definizione di linee guida su argomenti per i quali esistono già solide linee guida nazionali o internazionali.

Il Prof. Jonathan Benger, appena nominato Chief Medical Officer del NICE, ha commentato: «Ho concordato con il team di sorveglianza del NICE che riesamineremo le attuali evidenze relative alla CG64 [linea guida NICE sulla profilassi dell’endocardite infettiva] nel corso di quest’anno e decideremo se le informazioni che si sono rese disponibili dal 2016 siano sufficienti a sostenere l’opportunità di un ulteriore aggiornamento della guida NICE esistente. In caso affermativo, la linea guida passerà al comitato per la definizione delle priorità per un esame dettagliato».

Oltre alla revisione delle linee guida, si prevede che il comitato per la definizione delle priorità valuterà se le limitate risorse del NICE siano meglio allocate per sviluppare nuove linee guida su questo argomento o se sia più efficiente adottare o approvare linee guida già esistenti. Ad esempio, le linee guida della Società Europea di Cardiologia sono già ampiamente seguite dai cardiologi del Regno Unito.

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