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Il prestigio e lo spessore di un cinquantenario nella 49esima edizione del Congresso SIDO a Firenze

Giuseppe Fiorentino in compagnia di tre Grandi Decani dell'Ortodonzia Italiana da sinistra Franco Magni, Franco Poggio e Damaso Caprioglio.

ven. 19 ottobre 2018

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Alla Fortezza di Basso di Firenze si è concluso sabato 13 il Congresso della SIDO, incentrato sul tema delle “Orthodontic challenges” e già definito del Cinquantennale (pur se ancorato alla 49° edizione). Le cronache parlano di un successo scientifico/culturale, ma il chiarimento se lo sia stato, specie nei numeri, viene dal Presidente organizzatore, Giuseppe Fiorentino.

«Non amo fare classifiche ma le cifre sono le seguenti: iscritti alle sessioni scientifiche più di 1800, partecipanti al Congresso per impegni commerciali 450, un’affluenza di operatori superiore a 2250, 70 i relatori italiani e 20 quelli internazionali dei quali, in totale, circa 1/3 per la prima volta in SIDO. Inoltre, più di 60 Presidenti di seduta, di cui circa la metà al loro primo impegno di questo genere in SIDO. Valutati dalle Commissioni circa 200 poster, premiati 11 contributi scientifici (3 per l’International Award del Cinquantennale, 7 quali premio SIDO annuale, 2 ex-aequo per il Premio Franco Bruno). Nove di questi lavori sono stati comunicati in Auditorium dal loro primo Autore».

Inoltre?...

«Nella giornata di Pre-Congress di giovedì, nelle aule erano presenti mediamente 110 persone, con variazioni tra 90 e 150. Nelle due giornate di Congresso nelle tre aule erano presenti mediamente 500 persone, con variazioni tra 400 e 800. Alla Opening ceremony 600 persone hanno applaudito la performance di tre musicisti che hanno eseguito 6 brani scelti ad hoc. Hanno fatto da sfondo musicale a 130 slide elaborate da me nel mese precedente l’evento, cinquanta anni di Storia della SIDO commentata brevemente da me. Al “Get together” successivo infine, erano presenti 700 persone, mentre alla President’s Gala Dinner con visita al Complesso Monumentale di Santa Maria Novella erano in 400 persone».

Anche una bella mole di lavoro…

«Dal primo gennaio 2018, ho ricevuto presso la casella di posta elettronica SIDO più di 4300 e-mail, cui è stata data attenzione e risposta. Ho lavorato sin dall’agosto 2015 a questo progetto per l’amore e la gratitudine che mi lega alla SIDO. Da allora e solo per essa ho lavorato almeno due giorni pieni, ogni settimana. Ma non posso non ringraziare di cuore tutti coloro che sono intervenuti collaborando a vario titolo. E che, da quanto si evince, sono tantissimi».

Al di là dei numeri, eloquenti di per sé, parlano di successo anche alcune voci autorevoli: per Giampietro Farronato, cattedra di Ortodonzia a Milano e past president SIDO il “The day after” del 49° Congresso Internazionale lascia spazio a importanti riflessioni. «Sono state brillantemente trattate tematiche di interesse scientifico particolare non solo per giovani ortodontisti – osserva – ma anche per coloro che hanno maturato esperienza durante gli anni». Particolarmente apprezzata la sessione “Orthodontics and Periodontics” che ha raffrontato in maniera esaustiva due discipline così strettamente legate, grazie al contributo di professionisti riconosciuti per la loro attività clinica e di ricerca, mentre con “Bruxism and occlusion” e “Orthodontics and Surgery”, i relatori hanno fornito una visione “evidence based” mostrando approcci diversi a casi clinici attraverso un metodo multidisciplinare, a conferma di come nella gestione di un paziente, la collaborazione tra diverse branche odontoiatriche sia la chiave per il successo terapeutico.

«La sessione “Doctors and Staff” e “3D Smile-Design” – sottolinea ancora Farronato – ha evidenziato come l’evoluzione digitale permetta di raggiungere livelli d’eccellenza nella pratica clinica quotidiana, per esempio, tramite la programmazione 3D e il Digital Smile Design. Anche l’importante sessione Poster – annota – ha riscosso grande interesse e partecipazione dei giovani ortodontisti appartenenti alle più prestigiose Scuole ortodontiche italiane». Sono stati selezionati i migliori lavori tra centinaia di brillanti ricerche arrivate in segreteria SIDO con topics spazianti da bruxismo ed occlusione, ortodonzia invisibile, ortodonzia e parodontologia, ortodonzia e chirurgia, revisioni della ricerca e free topic. Il migliore, dal titolo “Associazione tra la morfologia 3D del palato e le dimensioni dell’arcata superiore con canini mascellari vestibolari impattati in dentizione mista” è stato curato da Fabrizia d’Apuzzo dell’Università della Campania “Luigi Vanvitelli”.

Anch’egli past president SIDO oltreché affermato professionista, Claudio Lanteri ha tratto al Congresso SIDO la positiva sensazione di un programma che spaziava su molti temi, soffermandosi soprattutto sull’aspetto interdisciplinare. Atri due punti oggetti di apprezzamento sono stati l’insieme di tecnica ed armonia, ma anche l’Ortodonzia invisibile: «C’è stata una trasformazione spettacolare – osserva – dall’estetica a una tecnica alta e raffinata per casi anche molto complessi con la quale in pratica vengono affrontate tutte le possibili situazioni». Una prima, importante conseguenza è la notevole ricaduta dell’Ortodonzia sul marketing. Ma, altra “coda” significativa è l’allargamento dei confini della disciplina che si estende fino a comprendere «pazienti che altrimenti non avremmo mai avuto». Sul fronte interno osserva ancora Lanteri, non possiamo non rilevare una progressiva semplificazione, che, attenzione, ammonisce «non significa facilitazione, dal momento che semplice e facile non sono affatto termini equivalenti». Una riflessione finale merita il ruolo ricoperto nell’ambito ortodontico dal principio del “surgery first” in totale capovolgimento di quanto avveniva in passato. «Meriterà soffermarsi su questa armonizzazione dei due ruoli».

Un commento più favorevole da parte di Alberto Laino, anch’egli in cattedra a Napoli, figura carismatica dell’Ortodonzia italiana: «La sinergia professionale tra chirurgo ed ortodontista è percepita come vincente solo se viene condivisa in ogni aspetto della sua programmazione – commenta Laino – e la coppia dei professionisti ne è uscita certamente vincente convincendo i partecipanti alla sessione della necessità di confrontarsi con il chirurgo già nella fase diagnostica selezionando insieme i casi clinici che giovano di questo approccio terapeutico». «Balut Nasib, specialista messicano – sottolinea Laino – ha proposto un protocollo di “first surgery” che prevede l’utilizzo addirittura solo dei brackets nelle rispettive arcate senza fili in acciaio di ancoraggio e dopo la chirurgia l’utilizzo di fili super elastici». Laino dice di aver molto apprezzato la relazione di Bruno Brevi (Parma), per aver egli approfondito con competenza e precisione indicazioni e controindicazioni della chirurgia ortognatica nelle OSAS motivandone la necessità nei casi che presentano parametri polisonnografici e di saturazione dell’ossigeno molto critici.

 

 

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