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Il biofilm dentale di pazienti asintomatici Covid-19 ospita il SARS-CoV-2

In un recente studio, i ricercatori hanno indagato se i pazienti con sintomi simil-influenzali e con diagnosi positiva al Covid-19 dopo tamponi nasofaringei e orofaringei potessero essere positivi anche nei campioni di biofilm dentale (immagine: LightField Studios/ Shutterstock)
Iveta Ramonaite, Dental Tribune International

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ven. 28 maggio 2021

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PORTO ALEGRE, Brasile: poiché il SARS-CoV-2 è stato trovato in diverse parti del corpo, i ricercatori hanno recentemente cercato di esaminare la presenza del virus nel biofilm dentale di pazienti sintomatici risultati positivi al Covid-19. Hanno riferito che alcuni pazienti che erano risultati positivi nei campioni rinofaringei e orofaringei presentavano anche il SARS-CoV-2 nel campione di biofilm sopragengivale. I risultati suggeriscono che il biofilm dentale può svolgere un ruolo importante nella trasmissione del Covid-19 dal momento che può ospitare il virus nei pazienti sintomatici.

«Misurare la salute dell’uomo suddivisa in singole parti non è possibile» ha detto la coautrice, la dott.ssa Sabrina Carvalho Gomes, professoressa di Parodontologia presso il Departmente of Conservative Dentistry alla Federal University di Rio Grande do Sul a Porto Alegre.

La dott.ssa Gomes ritiene che la cavità orale svolga un ruolo essenziale per la salute umana. Ciò è diventato ancora più evidente durante la pandemia perché la cavità orale è uno dei punti chiave di accesso e identificazione per il Covid-19. Dal momento che il biofilm dentale è biomicrobico, essendo composto da batteri, funghi e virus, Gomes ha ipotizzato che possa anche ospitare il virus e ha deciso di indagare su questo insieme al suo team, unendosi ad altri operatori sanitari nella lotta contro il Covid-19.

La coautrice dello studio, la dott.ssa Sabrina Carvalho Gomes (immagine: Sabrina Carvalho Gomes)

Gomes ha dichiarato a Dental Tribune International, parlando della motivazione per lo studio: «È stato progettato e approvato a marzo/giugno 2020, proprio all’inizio della pandemia in Brasile. Nello stesso periodo ho sviluppato sintomi simil-influenzali. Di conseguenza sono stata sottoposta ad accertamenti presso il dipartimento di medicina del lavoro dell’ospedale che aveva raccomandato a tutti i membri del personale di presentarsi per la visita medica e le analisi di laboratorio. Una volta lì ho capito che sarebbe stato il set ideale per fare ulteriori ricerche».

Con l’obiettivo di comprendere meglio il legame tra il SARS-CoV-2 e la salute orale, i ricercatori hanno raccolto campioni di biofilm da individui con sintomi simil-influenzali tra luglio e settembre 2020. In totale sono risultati positivi 70 partecipanti e sono stati inclusi nello studio. Successivamente i ricercatori hanno analizzato i campioni di biofilm dentale di coloro che erano risultati positivi nei campioni nasofaringei e orofaringei.

I risultati hanno mostrato che il 18,6% dei pazienti che avevano avuto un risultato positivo del test della reazione a catena della polimerasi presentava anche il virus nel campione di biofilm sopragengivale. Inoltre, la carica virale osservata nei campioni medici di coloro che erano risultati positivi nel biofilm dentale era superiore a quella osservata nei partecipanti che erano risultati negativi. Secondo Gomes questi risultati suggeriscono che la carica virale sistemica influenza la presenza del virus nel biofilm dentale.

«L’odontoiatria, ancora una volta, è chiamata a rafforzare il suo ruolo nella salute umana» ha commentato Gomes. «i risultati attuali ci mettono in allerta e stimolano buone abitudini di salute orale, in particolare la rimozione meccanica del biofilm. Una volta all’interno del biofilm, nessun microrganismo è suscettibile ai farmaci sistemici o locali e alla risposta dell’ospite. Pertanto, l’azione meccanica rimane l’unico modo per avere accesso al virus. Quindi la mia raccomandazione è quella di continuare a migliorare la salute orale incoraggiando la rimozione meccanica quotidiana del biofilm dentale» ha concluso.

I ricercatori continueranno a lavorare sull’argomento e hanno già due studi in corso presso l’unità di terapia intensiva dell’ospedale. Inoltre, Gomes ha notato che c’è una forte necessità di studiare da vicino il microbioma umano al fine di valutare la relazione dei virus all’interno del biofilm, un compito che Gomes desidera intraprendere nel prossimo futuro.

Lo studio, intitolato “Dental biofilm of symptomatic COVID-19 patients harbours SARS-CoV-2” è stato pubblicato online il 25 aprile 2021 sul Journal of Clinical Periodontology.

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