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I temi giuridici “caldi” dell’Odontoiatria nel colloquio intervista tra FNOMCeO (Fontana) e CAO (Renzo)

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mar. 20 settembre 2016

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In occasione dell’Assemblea dei presidenti CAO (Verona, 23-24 Settembre) per approfondire temi giuridici “caldi” della categoria il presidente nazionale CAO, Giuseppe Renzo ha pubblicato un “colloquio/intervista” con Marcello Fontana, responsabile dell’Ufficio legislativo FNOMCeO, di cui diamo i passi salienti.

Per l’esercizio abusivo della professione, norma in itinere, Renzo auspica che il Parlamento licenzi il pdl n. 2281, non solo perché si batte da anni per una riforma, ma per i danni alla salute provocati dai cd. prestanome e per le pene irrisorie oggi comminate: l’art. 348 c.p. parla di reclusione fino a 6 mesi o di multa da 103 a 516 euro. Davvero risibile se paragonata ai 5.000 inflitti ad un venditore non autorizzato di palloncini.
«Obiettivo primario della CAO – dice Renzo – saranno le future campagne rivolte a cittadini e professionisti per garantire con segnalazioni e controlli, il rispetto della legge, contrastare l’illegalità e l’evasione fiscale, sensibilizzando l’opinione pubblica sui rischi da ricorso a figure sprovviste di titolo abilitante”.
Sul prestanomismo, sottolinea l’approvazione di un emendamento con reclusione da 1 a 5 anni e multa fino a 75.000 euro al professionista che “abbia determinato altri a commettere il reato di omicidio colposo o diretto l’attività delle persone concorse nel medesimo”. In più la confisca dei materiali e strumenti e l’interdizione temporanea. Gli Ordini però per intervenire debbono venire informati dell’apertura di procedure giudiziarie, cosa che oggi non sempre avviene. Di qui il sollecito inviato al Guardasigilli.

Altro tema caldo è la norma sul direttore sanitario delle “catene”. L’articolo 4-bis del testo sull’esercizio abusivo prevede che la società operante in odontoiatria debba nominare un iscritto da almeno 7 anni all’Albo degli odontoiatri. E anche i 2/3 del loro capitale sociale dovrebbe essere in mano ad iscritti all’Albo.
«Quali organi ausiliari a tutela della salute crediamo dover reiterare le nostre richieste – dice – non per interessi corporativi ma perché la salute non può essere trattata con schemi di natura commerciale. In sanità viene prima la persona ed il diritto a sentirsi curato dal medico scelto e non un soggetto a cui vendere qualcosa!». Anche l’emendamento sulle tariffe di riferimento dei liberi professionisti tuttora all’esame è stato ritirato, anche se Renzo riafferma il voler battersi per introdurre questa norma a tutela del cittadino mentre plaude alla deducibilità (entro i 10.000 euro) delle spese per master, corsi di formazione o aggiornamento professionale, convegni o congressi.

Nel “colloquio” Renzo spiega anche perché contraria all’inserimento dell’odontotecnico tra le professioni sanitarie: «Il loro ingresso aumenterebbe la sovrapposizione di ruoli e competenze, ingenerando confusione, prestanomismo e abusivismo. Non si può più nascondere – osserva – che interessi convergenti fanno prevedere l’istituzione di una figura “l’odontoprotesista” cui delegare parte delle prestazioni medico odontoiatriche”.

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