GREIFSWALD, Germania: Uno studio condotto da ricercatori dell’Università di Medicina Greifswald ha confrontato il rischio di trasmissione da SARS-CoV-2 tra le équipe odontoiatriche rispetto alla popolazione generale e ha cercato di chiarire l’impatto delle misure protettive negli ambienti odontoiatrici. Lo studio, specifico per la Germania, ha rilevato che i professionisti odontoiatrici del paese non corrono rischi professionali elevati.
All’inizio della pandemia, si riteneva che i dentisti e le loro équipe fossero più sensibili all’infezione da SARS-CoV-2, a causa del loro stretto contatto con i pazienti e dell’uso di procedure che producono aerosol (AGP) durante il loro lavoro. Nei mesi successivi, quando gli scienziati scoprirono maggiori informazioni sul virus, diversi studi sostennero o contestarono questa ipotesi.
In considerazione delle incertezze relative al rischio di trasmissione negli ambienti dentali – e in assenza di studi specifici per la Germania – i ricercatori hanno condotto uno studio trasversale su 2.784 professionisti odontoiatrici provenienti da circa 1.125 cliniche in Germania. La ricerca è stata condotta tra gennaio e aprile 2020 in cinque regioni del paese in cui l’Istituto Robert Koch (RKI) aveva riscontrato un’elevata incidenza di SARS-CoV-2. Si tratta di Dresda, Berlino, Amburgo, Colonia/Düsseldorf e Stoccarda.
Ogni partecipante ha consegnato un set per la raccolta di sangue secco che è stato poi testato per gli anticorpi IgG anti-SARS-CoV-2 oltre a compilare un questionario che chiedeva ai partecipanti se avessero avuto una precedente infezione da SARS-CoV-2 confermata da un test PCR, quale fosse il loro stato vaccinale e se avessero trattato pazienti risultati positivi al virus. I ricercatori hanno considerato i partecipanti infettati dal virus se hanno mostrato anticorpi SARS-CoV-2 o se hanno auto-riportato un test PCR positivo. La popolazione di controllo è stata selezionata da un campione di popolazione nazionale.
Dei partecipanti, 146 sono risultati positivi agli anticorpi SARS-CoV-2 e, sommando l’auto-segnalazione dell’infezione è stato raggiunto un totale di 179, vale a dire il 6,5% del campione. La frequenza degli anticorpi è risultata più elevata a Dresda (8,2%) e Stoccarda (5,0%), seguite da Colonia/Düsseldorf (4,8%), Berlino (3,3%) e Amburgo (1,9%). I ricercatori hanno sostenuto: «Nella popolazione generale, l’incidenza cumulativa delle infezioni da SARS-CoV-2 convalidate con PCR segnalate al RKI per il periodo compreso tra il 10 ottobre 2020 e il 15 aprile 2021, è stata del 5,0% per Dresda, del 4,1% per Berlino, del 3,4% per Amburgo, del 3,7% per Colonia e del 3,5% per Stoccarda».
Sulla base di questi risultati, i ricercatori hanno concluso che i dentisti e le équipe odontoiatriche in Germania non hanno dovuto affrontare un rischio maggiore di trasmissione paziente-dentista. «La nostra conclusione provvisoria si compone dei nostri risultati e delle informazioni tratte dalla letteratura riportata. Probabilmente, l’uso diffuso di maschere FFP, le misure di ventilazione e la bassa carica virale negli [AGP] hanno contribuito a questi risultati».
I ricercatori hanno citato due studi del RKI secondo i quali, tra gennaio e marzo 2020, la prevalenza stimata di anticorpi nella popolazione generale era compresa tra il 3% e il 10%.
«Alla luce di questi dati, riteniamo che la prevalenza di anticorpi contro la SARS-CoV-2 nell’equipe odontoiatrica sia paragonabile a quella della popolazione generale in Germania. Tuttavia, dobbiamo sostenere che queste conclusioni si basano su prove deboli», hanno ammonito i ricercatori. «I nostri risultati, in linea con altri studi pubblicati a livello internazionale, confermano che le attuali misure per ridurre la trasmissione continuano ad agire contro l’ulteriore trasmissione della SARS-CoV-2».
Lo studio, intitolato «Prevalence of SARS-CoV-2 IgG antibodies among dental teams in Germany», è stato pubblicato online l’11 gennaio 2022 su Clinical Oral Investigations, prima di essere incluso in un numero.
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