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Firmato il trattato internazionale sul mercurio

Da sinistra a destra: Nobuteru Ishihara, ministro dell’Ambiente in Giappone; Achim Steiner, direttore esecutivo dell’UNEP; Ikuo Kabashima, governatore della Prefettura di Kumamoto; e Katsuaki Miyamoto, sindaco di Minamata, in posa con la targa che celebra la firma dello storico trattato (DTI – Foto su gentile concessione di ENB).
DT Asia Pacific

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mer. 23 ottobre 2013

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Minimata, Giappone – Alcuni prodotti contenenti mercurio saranno vietati a partire dal 2020, secondo un nuovo trattato internazionale sottoscritto dal governo di Minamata, in Giappone, qualche giorno fa.

Le norme si applicano alla produzione e al commercio di batterie, cosmetici e lampade a fluorescenza contenenti il materiale tossico, tra gli altri prodotti. Le otturazioni dentali in amalgama non sono interessate dal divieto; tuttavia, il trattato ha concordato una serie di disposizioni in materia di riduzione graduale del controverso materiale odontoiatrico.

La convenzione, che è stata preceduta da cinque cicli di negoziati intergovernativi e messa in atto per la sua attuazione in una riunione a Ginevra tenutasi nel mese di gennaio, è stata firmata da 87 Paesi. I governi hanno ora tre anni per sviluppare e attuare strategie nazionali per ridurre o eliminare la produzione industriale e l’uso della sostanza. Saranno anche controllate le emissioni di mercurio dagli impianti industriali di grandi dimensioni, principale fonte di inquinamento da mercurio in tutto il mondo.

Le associazioni odontoiatriche hanno reagito positivamente alla decisione, che permetterà l’uso dell’amalgama come materiale dentale di restauro per gli anni a venire. Il dott. Stuart Johnston della British Dental Association, che ha partecipato ai negoziati per conto dell’FDI, commenta: «Siamo lieti che la convenzione di Minamata permetterà alla professione odontoiatrica di continuare ad aver accesso a un materiale chiave per i restauri. L’amalgama dentale è sicuro ed efficace: è stato utilizzato per oltre 150 anni e non esistono studi che abbiano dimostrato alcun danno per la salute umana».

Johnston ha aggiunto che, nonostante l’amalgama non sia stato bandito dal trattato, tuttavia, la professione odontoiatrica si impegna a una graduale riduzione dell’uso del materiale attraverso la prevenzione delle malattie dentali, lo sviluppo di materiali alternativi e una gestione efficace dell’amalgama. Le linee guida a riguardo per professionisti, funzionari della Sanità e pubblici, stanno attualmente per essere elaborate e saranno rilasciate dall’organizzazione quanto prima. I primi passi sono già stati fatti con un progetto pilota lanciato recentemente dall’FDI in collaborazione con un programma delle Nazioni Unite in Africa orientale, che si propone di formare nel Paese professionisti della gestione e del riciclaggio efficace dei rifiuti di amalgama.

L’amalgama rimane uno dei materiali da restauro più utilizzati in tutto il mondo. In particolare, nei Paesi in via di sviluppo è spesso l’unico mezzo conveniente per il trattamento della carie dentale, nonostante la disponibilità di altri metodi, come ad esempio il trattamento restaurativo traumatico. Purtroppo è anche una fonte significativa di inquinamento da mercurio. Recenti test nazionali condotti in Pakistan, per esempio, hanno scoperto che i livelli negli ospedali e negli studi dentistici urbani sono risultati fino a 20 volte superiori ai livelli accettabili, in gran parte a causa di una cattiva gestione dei rifiuti di amalgama.

Secondo le stime del Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente, tra le 300 e le 400 tonnellate di mercurio vengono usate nelle otturazioni dentali ogni anno in tutto il mondo, un decimo del consumo annuo mondiale.

Maggiori informazioni su questo argomento saranno disponibili sul prossimo numero di Dental Tribune Itay.

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