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Una messa a punto sul problema “mercurio in Odontoiatria” e in generale quale causa di inquinamento ambientale viene dalla “First international conference: the toxicological aspects of mercury on human health and environment” tenutasi a Rio de Janeiro a Novembre alla quale, in veste di rappresentante per l’Europa, è stato invitato Raimondo Pische, medico chirurgo, specialista in odontostomatologia, da decenni in trincea nella lotta contro l’utilizzo del mercurio in Odontoiatria e nell’ambiente, per via dell’alta (e misconosciuta) tossicità.
«Nonostante l’indifferenza mostrata dalla nuova Amministrazione americana rispetto alle problematiche legate all’inquinamento ambientale – osserva subito Pische – i danni causati dalla “disattenzione” dell’uomo nei confronti dell’ambiente sono sempre più evidenti». La sua affermazione si fonda su dati storici e concreti, perché dal 2009 quale membro della World Alliance for Mercury Free Dentistry, Pische partecipa ai negoziati per la messa al bando del mercurio, seguendo in particolare l’evoluzione della Convenzione di Minamata, dal nome della baia giapponese in cui vennero sversati i residui mercuriali dell’industria di cloro-soda Chisso, all’origine della più grande tragedia da mercurio: decine di migliaia di vittime e danni incalcolabili all’ambiente.
«In Brasile – dice – il tema è particolarmente sentito perché il mercurio vi è utilizzato per l’estrazione dell’oro nelle miniere “usando” peraltro molti bambini , con un immaginabile, altissimo tasso di mortalità, un’emergenza sanitaria e ambientale divenuta ormai insostenibile». Unica nota positiva – sottolinea tuttavia – è data dalla crescente presa di coscienza del fatto che il mercurio odontoiatrico rappresenta la prima fonte non industriale di inquinamento ambientale come del resto già affermata dall’OMS nel 1991 e necessita quindi di maggiore attenzione a livello governativo. «Da questo interessante Congresso – rileva Pische – è emersa la grande preoccupazione del Governo brasiliano rispetto al problema e sul pericolo di contaminazione a livello sanitario».
In che modo lei ha rappresentato la voce dell’Europa? «Con la mia relazione “A snapshot of biological dentistry in Europe” ho voluto portare la reale situazione in termini legislativi e provvedimenti governativi del nostro continente sulla “phase down” del mercurio odontoiatrico che, duole sottolineare, sono esclusivamente dovuti alla sensibilità di Paesi nordeuropei (Norvegia, Svezia, Danimarca, Finlandia, Olanda). Anche se mi auguro di riuscire a sensibilizzare le istituzioni italiane perché divengano capofila in questa nuova visione dell’Odontoiatria».
Sulla base dei dati rappresentati (Tab. 1) sono state segnalate le restrizioni imposte dall’UE sul mercurio odontoiatrico: dal luglio 2018 con il bando dell’uso in giovani sotto i 15 anni e nelle gestanti o donne che allattano; dal luglio 2019 l’obbligo dei separatori d’amalgama; dal 2021 un livello di ritenzione del 95% dei residui d’amalgama per arrivare alla dismissione completa nel 2030.
«Piccoli ma significativi passi in avanti – sottolinea Pische – verso l’abolizione di un assurdo paradosso sanitario che vede la più pericolosa sostanza neurotossica ancora utilizzata per “scopi medicali”. E soprattutto di cui non è ancora valutata la gravità di una scorretta rimozione o trattamento, specie nelle donne in età fertile».
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