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Dove va il dentale? Risponde l'Unidi con la sua “Analisi di settore”

Dati sulla produzione; valore complessivo circa 720 milioni di Euro.

lun. 26 maggio 2014

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Nella tradizionale rassegna di “Dove va il dentale?” illustrata sabato da Roberto Rosso, segni sicuri di ripresa, grazie all’indefettibile “Made in Italy” mentre qualche debole “revival” viene segnalato anche all’interno.

C’è un momento degli Amici di Brugg (la 57° edizione si è conclusa sabato 24 a Rimini), in cui tutte le anime del dentale si trovano per tirar le somme. Non solo della manifestazione ma del trend stesso del dentale. È “l’Analisi di settore” fatta per conto dell’Unidi da Roberto Rosso, non per niente fissata tradizionalmente a fine mattinata di sabato, quasi a suggellare la conclusione della più tradizionale “tre giorni odontoiatrica”, per la cronaca contrassegnata da vari momenti d’interesse (forte sensibilità per i giovani, creazione di un efficace meeting point, intensa attenzione alle nuove tecnologie, preannunci di interessanti iniziative future, un efficace binomio scienza/pratica nelle relazioni ecc.).

Basata su un campione di 348 aziende, l’“Analisi” mostra il dato incoraggiante di un mercato del dentale che sta riprendendosi, dopo l’”annus terribilis” 2009 da Rosso spesso richiamato come uno dei momenti più bui del comparto (3,5% in meno), pietra di paragone in positivo, visto il miglioramento della situazione. Da segnalare, infatti, la ripresa della produzione, dove primeggiano i dispositivi medici dell’odontoiatria, quelli che pongono l’Italia ai primi posti del mondo. Rosso fornisce il dato del 3% per il 2013, ma forse l’elemento più confortante è continuità della crescita nel tempo: in termini assoluti, un fatturato di 730 milioni con 5 mila addetti operanti.

Ovviamente l’”Analisi” non poteva non far rimarcare la forbice tuttora esistente tra una robusta esportazione e un avvilimento della domanda interna specie di apparecchiature. Il tonfo del 2009 ha provocato un nuovo modo di pensare e di agire delle aziende che hanno intensificato le loro attenzioni verso l’esterno “fino a raggiungere un peso di esportazione – sottolinea Rosso – che si attesta ad oltre il 60%”, mentre note dolenti arrivano dal mercato italiano, frutto dei consumi e degli investimenti di dentisti e odontotecnici, dove si segnala una flessione dell’1,5%, più sensibile in implantologia e ortodonzia, comportando un maggior esborso del paziente/cliente medio.

E se viene segnalato un certo risveglio nel mercato delle attrezzature, il fenomeno si spiega con la necessità di rinnovare quelle che altrimenti diventerebbero obsolescenti. Ma anche in un leggero senso di ottimismo che ricomincia a serpeggiare tra gli operatori. La “ripresina” si concretizza – secondo Rosso – in uno 0,7% in più della seconda metà del 2013, mentre anche nel 2014 (primo trimestre) il mercato dei materiali di consumo segnala un segno più, mentre più sostanzioso l’andamento del mercato delle attrezzature.

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