Con Giancarlo Di Bartolomeo, odontoiatra libero professionista, esperto di ipnosi, abbiamo fatto il punto sul rapporto ipnosi odontoiatria.
Quali sono le applicazioni dell’ipnosi in ambito odontoiatrico?
Agli specialisti del settore sono poco note, anche se evidenze sperimentali ne dimostrano l’efficacia e l’utilità sia per il dentista che per i suoi pazienti.
Perché?
Lo studio dell’odontoiatra è spesso associato a vissuti spiacevoli, primo tra questi è probabilmente il dolore, ma c’è anche da considerare, tra gli altri, la sensazione di essere in balia di un altro, e di disagio al contatto con gli strumenti oltre al riflesso del vomito che questi possono evocare.
Quali sono le sensazioni più frequenti del paziente odontoiatrico?
Studi epidemiologici mostrano che circa il 75% di coloro che si rivolgono agli studi dentistici si sente spaventato, il 10-15% prova ansia e il 20% riporta sintomi somatici legati al disagio. Queste caratteristiche mettono il paziente a rischio di disdire appuntamenti, procrastinare controlli di routine o, nella migliore delle ipotesi, vivere la seduta con un intenso stress che, oltre a complicare l’intervento, potrebbe rafforzare impulsi di fuga. Agendo sulla gestione dell’ansia, dolore e stress, l’ipnosi rende invece i pazienti più collaborativi consentendo allo specialista di operare in un miglior contesto.
Ipnosi applicata: quali sensazioni e quali conseguenze?
Una ricerca condotta durante interventi orali e maxillofacciali rileva come gruppi di pazienti trattati con l’ipnosi nel periodo precedente alla seduta mostrino una riduzione dello stress e dell’ansia rispetto ad un gruppo di controllo. Questo appare evidente dal punto di vista comportamentale e dell’attivazione del sistema nervoso simpatico. Si rileva infatti un miglior rilassamento ed una maggiore sensazione di benessere associata alle cure odontoiatriche. Rilassamento e benessere che si mantengono a lungo.
L’ipnosi vince il dolore, spauracchio più temibile?
Nello svolgimento delle procedure si può controllarlo e l’ipnosi si può utilizzare anche per favorire il recupero post-operatorio. Un esempio si ritrova in uno studio nel quale ad un gruppo di pazienti è stata proposta l’ipnosi per fronteggiare il dolore successivo alla rimozione di molari. A confronto con un gruppo trattato secondo procedure standard, i soggetti sottoposti ad ipnosi hanno riportato, nel periodo successivo, una forte riduzione dell’uso di analgesici, oltre a notevole riduzione dell’ansia al momento dell’intervento.
Altri aspetti d’efficacia?
Esistono evidenze a suggerire che l’ipnosi possa essere utile per ridurre la quantità di sanguinamento, la frequenza di infezioni, i tempi di guarigione e, di conseguenza, di permanenza in ospedale in caso di interventi complessi.
Riassumendo il rapporto ipnosi/odontoiatria…
Da quanto descritto, oltre che dall’accumularsi di un certo numero di altri dati sperimentali, si può dedurre come l’ipnosi possa essere utile all’odontoiatra soprattutto nel trattare soggetti “sensibili”, ossia pazienti che mostrano un intenso riflesso del vomito, o con fobia dentale o ancora precedentemente traumatizzati e pediatrici, sui quali la letteratura recente sembra essersi focalizzata. Oltre all’abbassamento d’ansia negli adulti, l’ipnosi appare utile in fasi specifiche dell’intervento vissute dal bambino con particolare apprensione.
Ci parli dell’ipnosi applicata ai bambini
In uno studio del 2011 alcuni ricercatori dell’università di Rennes (F) l’hanno utilizzata per far superare al bambino la paura degli aghi utilizzati per l’anestesia, che nel 19% della popolazione pediatrica (e nel 10% dell’adulta) acquisisce le caratteristiche di una fobia. La ricerca mostra come l’intervento ipnotico abbia innalzato la soglia del dolore, riducendo l’intensità di quello percepito e aumentato il numero di pazienti che non hanno sentito nulla. A questi effetti stabili nel tempo, può accompagnarsi la riduzione degli episodi di pianto, dei comportamenti interferenti e una più generale dell’intensità di eccitazione e di all’erta fisiologicamente presenti dopo determinati stimoli.
Un cenno particolare merita forse il rapporto ipnosi/ortodonzia.
La si può utilizzare per favorire la collaborazione del bambino in progetti terapeutici a lungo termine come nell’utilizzo di apparecchi ortodontici molto meglio tollerato. Per concludere, nel contesto odontoiatrico è possibile servirsi di tecniche ipnotiche in tempi rapidi favorendo il benessere del paziente ed un agevole svolgersi della pratica odontoiatrica di ogni giorno.
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