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Attivazione della fibra del Laser a Diodo

Fig. 2 - Esempio di tip rovinato. Questo errore è molto frequente e può danneggiare fin da subito la nostra fibra. Meglio non usare cromoforo inchiostrato e potenze elevate.
Renato Gabaldo, Odontoiatra, Socio AIOLA

Renato Gabaldo, Odontoiatra, Socio AIOLA

mer. 19 gennaio 2022

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Spesso viene sottovalutata l’importanza di una corretta attivazione della Fibra del Laser a Diodo. Lo scopo di questo lavoro è quello di valutare i vantaggi ottenuti con una attivazione adeguata e standardizzata della fibra ottica, al fine di migliorare le performances del Laser.

Materiali e metodi
L’analisi è stata condotta con l’utilizzo di Tips Preformati aventi Ø di 200 e 300 μm, montati su un laser con λ 980 nm, esaminati al Microscopio, Termo-Camera e Power Meter.

Descrizione
Spesso si sottovaluta l’importanza di una corretta attivazione della fibra del laser a diodo, manovra che invece è alla base del suo buon funzionamento. Attraverso lo studio, verranno mostrati i vantaggi ottenuti da una esecuzione corretta e standardizzata di questa azione atta a aumentare in chirurgia le performances del laser. L’esame è stato eseguito con valutazioni al microscopio (a 90 e 160 ingrandimenti), registrazioni alla termocamera sul tessuto e sulla punta della fibra e misurazioni con il power meter della differenza di potenza trasmessa con la fibra nuova e con la fibra attivata (Figg. 1-3).

Quando attivare la fibra?
In chirurgia: per vaporizzazione, taglio o emostasi.

Come attivare la fibra?
Rimuovendo una piccola parte terminale del cladding.

Perché attivare la fibra?
Con l’attivazione aumenta la superficie di lavoro del core e così anche l’effetto foto-termico tipico del laser a diodi. Con questa manovra inoltre si viene ad applicare minore energia sul tessuto poiché questa inizia a disperdersi prima di raggiungere la punta del tip. Conviene partire con un’attivazione eseguita con potenza molto bassa, infatti il contatto con il tessuto e il suo cromoforo può provocare una ulteriore e progressiva attivazione della fibra a causa della retrazione del cladding (Fig. 4).

Il prof. Steven Parker dell’Università di Genova propone, per attivare la fibra, una potenza di 0,4 W in CW, eseguendo una ventina di passaggi sfiorando il cromoforo oppure di andare al suo semplice contatto rilasciando il pedale per altrettante volte. Il tempo impiegato per eseguire una corretta attivazione viene poi guadagnato grazie alle migliori prestazioni fornite del laser a diodo! Una eccessiva potenza al momento dell’attivazione invece può danneggiare fin da subito la fibra e diminuire il rendimento del laser e così anche il successo del nostro lavoro. Con l’attivazione non si “affila” la fibra ma affinano invece le potenzialità del laser, in campo chirurgico, di agire in modo positivo sul tessuto (Figg. 5-7c).

Risultati e conclusioni
Una Fibra attivata correttamente permette di applicare al tessuto tutte le caratteristiche e i vantaggi tipici di un laser a diodo.

Poster menzionato al congresso Nazionale AIOLA 2021 di Bergamo.

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