ZAGABRIA, Croazia: Con la crescente diffusione degli allineatori stampati in 3D, molti pazienti e clinici continuano a utilizzare metodi di pulizia sviluppati originariamente per dispositivi termoformati. Tuttavia, ciò potrebbe compromettere le prestazioni degli allineatori. Un recente studio condotto da ricercatori dell’Università di Zagabria ha analizzato come i metodi di pulizia più comuni influenzino le proprietà fisiche ed estetiche degli allineatori stampati in 3D a base di poliuretano. Secondo gli autori, i risultati evidenziano l’importanza di sviluppare protocolli di pulizia specificamente adattati alle proprietà uniche dei materiali stampati in 3D.
I ricercatori hanno evidenziato come la rugosità della superficie favorisce l’adesione batterica sugli allineatori e che le abitudini di igiene orale dei pazienti, insieme alle caratteristiche del materiale degli allineatori, influenzano l’accumulo di biofilm. Tra i batteri rilevati più frequentemente sugli allineatori vi sono Streptococcus mutans, specie di Lactobacillus e Porphyromonas gingivalis - microrganismi noti per il loro ruolo nello sviluppo di diverse patologie dentali.
Un totale di 84 campioni realizzati in poliuretano è stato prodotto mediante tecnologia di stampa digitale a luce (DLP) e suddiviso in tre gruppi in base a diversi metodi di pulizia: solo spazzolamento, spazzolamento con dentifricio e immersione in una soluzione detergente alcalina per protesi dentarie. Ogni metodo è stato applicato in una routine di pulizia quotidiana della durata di due settimane, simulando una singola fase della terapia con allineatori. In totale, 42 campioni sono stati analizzati per valutarne le proprietà fisiche ed estetiche, tra cui rugosità superficiale, durezza, variazioni di colore e assorbimento d’acqua.
I ricercatori hanno scoperto che la pulizia meccanica - in particolare quella con dentifricio - ha aumentato in modo significativo la rugosità superficiale e la durezza, con possibili effetti negativi su comfort, accumulo di placca e resistenza all’usura. Al contrario, la pulizia chimica con la soluzione detergente per protesi dentarie ha mantenuto le superfici più lisce e ha ridotto leggermente la durezza, suggerendo un effetto più delicato sull’integrità del materiale. Non sono state riscontrate differenze significative nella variazione complessiva del colore tra i metodi di pulizia; tuttavia, i due protocolli di spazzolamento hanno modificato la riflessione superficiale, il che potrebbe ridurre la trasparenza ottica dell’allineatore.
L’assorbimento d’acqua è stato misurato quotidianamente su allineatori immersi in una soluzione detergente per protesi o in soluzione salina per un periodo di 14 giorni, e ha mostrato variazioni significative tra i gruppi. Gli allineatori esposti alla soluzione salina hanno mostrato un aumento costante del volume nel tempo, con il potenziale rischio di alterare l’adattamento. L’immersione nella soluzione detergente per protesi ha causato un elevato assorbimento iniziale, seguito da un calo, segnale di una possibile degradazione del materiale, sollevando preoccupazioni riguardo alla stabilità a lungo termine del materiale.
Nel discutere i risultati, gli autori hanno evidenziato la necessità di protocolli di pulizia specifici per il materiale, che garantiscano la stabilità e preservino le caratteristiche superficiali degli allineatori. I metodi di pulizia utilizzati nello studio hanno infatti influito in modo significativo sulle proprietà superficiali. Sebbene questi cambiamenti si siano verificati in un periodo di utilizzo relativamente breve, essi sottolineano l’importanza clinica di adottare protocolli di pulizia adeguati. Per gli allineatori stampati in 3D, una combinazione di pulizia meccanica e chimica potrebbe offrire il miglior equilibrio tra igiene, aspetto estetico e conservazione del materiale.
Lo studio, intitolato “Impact of various cleaning protocols on the physical and aesthetic properties of 3D-printed orthodontic aligners”, è stato pubblicato online il 30 maggio 2025 sulla rivista Scientific Reports.
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