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AIOP: flussi di lavoro digitale nella riabilitazione orale

Alessandro Genitori

Alessandro Genitori

gio. 15 novembre 2018

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Ha preso inizio con una sala gremita la giornata pre-congressuale dell’Accademia Italiana di Odontoiatria Protesica – AIOP, giunta al suo 37° Congresso Internazionale. Sul palco due opinion leader di eccezione: il prof. Wael Att e l’odt. Udo Plaster. I due congressisti hanno portato la platea in un viaggio attraverso la transizione progressiva verso l’applicazione di strumenti di ingegnerizzazione in 3D a controllo digitale in odontoiatria ricostruttiva.

Rispetto ai metodi tradizionali, l’obiettivo ultimo delle tecnologie digitali è quello di migliorare la qualità e le possibilità di intervento nell’effettuare la valutazione, la diagnosi e il trattamento del paziente. Il workshop proposto da AIOP è stato pensato improntato sulla clinica con la volontà di fornire una panoramica relativa al workflow digitale per la riabilitazione orale totale. Con la consapevolezza che le nuove tecnologie inesorabilmente cambiano sia la quotidianità dei singoli sia le metodologie di lavoro. “In questi anni abbiamo visto molti cambiamenti nella società” ha esordito il prof. Att “Per esempio di prima mattina uno dei primi gesti che facciamo è prendere il cellulare per controllare ciò che è successo nei vari social network, e con la moderne tecnologie c’è il bisogno quasi patologico di essere costantemente aggiornati su ciò che succede nel mondo.” Oggi in odontoiatria si sta vivendo una vera rivoluzione digitale. Ci sono tre fasi da tenere sempre in considerazione: l’acquisizione dei dati; la pianificazione ed elaborazione del lavoro attraverso la manipolazione di tutti i dati acquisiti, con una combinazione che possa portare alla creazione di un paziente virtuale; ed infine la realizzazione del lavoro grazie ai dati ottenuti con l’uso della tecnologia più idonea. “Nel creare il paziente virtuale diventa fondamentale la fusione dei dati che devono diventare accessibili e utilizzabili da tutto il team di lavoro” ha spiegato il prof. Att “Questo vuol dire avere un team ben formato, una realtà che ancora oggi abbiamo difficoltà a conseguire e che dovrebbe invece essere di primaria importanza fin dagli studi universitari.”

Parallelamente serve impostare un’educazione verso il paziente, non solo sulla buona igiene orale, ma anche sui percorsi terapeutici che andrà ad affrontare.  “Dobbiamo cambiare il nostro modo di pensare e cambiare la nostra attività quotidiana cercando di fare il meglio per i nostri pazienti con un’importante lavoro di squadra” ha sottolineato l’odt. Udo Plaster “Nel nostro lavoro dobbiamo prima di tutto prestare la massima attenzione all’acquisizione delle informazioni, per poter dare al paziente una protesi che sia adatta perfettamente alla sua bocca. Non è semplice conseguire questi risultati.” Serve avere in anticipo lo stato dei tessuti molli e ossei, con la creazione di una mappa digitale andando a combinare tutti i dati raccolti. “Per ottenere un modello 3D c’è il bisogno che i vari software possano comunicare tra di loro, andando a creare una guida chirurgica completa che si possa basare su tutti i dati acquisiti combinati tra di loro” ha voluto sottolineare il prof. Wael Att “Secondo gli ultimi studi si è finalmente andato ad analizzare l’accuratezza dei dati acquisiti in maniera digitale, il problema dell’odontoiatria oggi però è che non sta riuscendo a tenere il passo con la rivoluzione digitale, ci sono ancora troppi pochi studi e sono troppo lenti.”

Resta ancora discutibile se questi strumenti digitali agevolino il conseguimento di una migliore accuratezza nell’acquisizione e nella valutazione dei dati, di un’efficace superiore nella pianificazione, o di un processo di processo di produzione più rapido e controllato. Oggi l’errore analizzato dagli studi effettuati parla di una altezza sbagliata di 0,46 mm con una diversa angolazione di circa 3.5°.  “La conoscenza non sta nel mouse” ha voluto ribadire l’odt. Plaster “Serve quindi un incontro tra tecnologia ed esperienza. Per far ciò è necessaria una stretta collaborazione tra il professionista e l’odontotecnico, con punti di reperi completi derivati dai modelli, con un bisogno di immagini perfetti. Resta inoltre fondamentale il dialogo e l’analisi con il paziente: bisogna avere una visione chiara dei dati e dei bisogni.”

La questione diventa ancora più ardua quando si considerano i casi di riabilitazione orale totale. Si devono analizzare le diverse possibilità e i vantaggi offerti da queste tecniche rispetto ad un approccio tradizionale. “Bisogna sapere da dove possono scaturire gli errori” ha spiegato il prof. Att “Per esempio se il paziente muove il volto o se vi è un errore di adattamento degli strumenti con la bocca, che obbliga il professionista a ricominciare da capo. Certamente la tecnologia continua venire in aiuto, oggi assistiamo ad una continua evoluzione degli strumenti disponibili, con per esempio degli scanner di ultima generazione che hanno ridotto le dimensioni a tal punto da poter essere inseriti in qualsiasi portatile dello studio con il dovuto software. Tra le nuove tecnologie oggi disponibili possiamo valutare quali passi avanti sono stati fatti con gli scanbody, che con un adeguato software e con una library può dare dei risultati, ma con la consapevolezza che si tratta di una tecnologia che oggi lascia ancora qualche interrogativo.”

Grazie alla tecnologia digitale si possono offrire importanti risultati ai pazienti che possono in giornata passare dall’estrazione ad una protesi provvisoria funzionale ed estetica simile al risultato finale. Nel prossimo futuro sono in arrivo nuovi materiali come per esempio dei polimeri ad elevata resistenza, oppure nuove tecnologie come le nuove interfacce liquide, oggi ancora carissime, che sono estremamente veloci e precise. “Il tocco finale artistico non può essere sostituito” ha voluto ribadire il prof. Att. “In Italia per esempio tra i tanti professionisti all’avanguardia ci sono degli odontotecnici capaci di realizzare lavori con una resa estetica meravigliosa.”

Una panoramica quella offerta da AIOP che ha regalato alla platea una visione d’insieme dell’odontoiatria di oggi e quella che ci aspetta domani. Siete pronti a cambiare?

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