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Valutazione clinica degli effetti del prodotto a base di aminoacidi combinato con sodio jaluronato (aminogam) in pazienti sottoposti a igiene orale professionale

Particolare Fig. 1. Prima visita.
M. Cardamone, E. Zanelli, F. Xamo, L. Migliucci, S. Mantovani, A. Delauri

M. Cardamone, E. Zanelli, F. Xamo, L. Migliucci, S. Mantovani, A. Delauri

lun. 23 dicembre 2013

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Sulla base dei dati di letteratura relativi agli impieghi clinici dell’acido ialuronico HA, viene condotta una valutazione clinica degli effetti di un prodotto a base di aminoacidi combinato con sodio jaluronato, in pazienti parodontali sottoposti a igiene orale professionale. I risultati sono molto incoraggianti, rispetto al gruppo controllo, sia per riduzione oggettiva degli indici di infiammazione, sia per il grado di confort soggettivo riferito dai pazienti.

Introduzione
L’acido ialuronico è un polisaccaride del tessuto connettivo, la sua identificazione risale agli anni Trenta del Novecento, nell’ambito di una ricerca condotta da scienziati della Columbia University di New York. L’appellativo di acido ialuronico HA origina dal vitreo dell’occhio di mucca (ialos in greco significa “vetro”), sostanza dalla quale fu isolato. Da un punto di vista chimico la struttura propria è di un polisaccaride a catena lineare, con presenza di gruppi carbonio-idrogeno. La struttura terziaria è il risultato di reti molecolari che costituiscono la matrice dell’HA.
In natura, l’HA si ritrova in maggior percentuale nella matrice extracellulare dei tessuti connettivi molli, ad esempio nel cordone ombelicale, nel liquido sinoviale e nella pelle. La sintesi è a livello della membrana cellulare e la secrezione è nello spazio extracellulare. L’HA è presente nei tessuti parodontali non mineralizzati, in quota minore nell’osso e nel cemento. Le sue proprietà chimiche e biofisiche rendono questa sostanza adatta a numerose applicazioni cliniche. Innanzitutto, la sua alta igroscopicità permette il ruolo di massa di riempimento, e di assorbimento di urti, mentre le caratteristiche di viscoelasticità e capacità batteriostatiche sono utili per rallentare la penetrazione di microorganismi tissutali. La biocompatibilità rende, infine, più semplice e privo di complicanze l’uso clinico. Riassumendo, possiamo considerare che l’HA è stato molto studiato e considerato per gli effetti antinfiammatori, antiedemigeni e antiossidanti, il che ne ha fatto una sostanza molto interessante nell’ambito della dermatologia, dell’ortopedia, dell’oculistica e naturalmente dell’odontoiatria. La malattia parodontale, a eziologia batterica, viene affrontata con una terapia causale di tipo meccanico e farmacologico. L’HA viene spesso affiancato all’uso di antimicrobici quali amoxicillina, tetracicline, metronidazolo, clorexidina, e il vantaggio è soprattutto quello di interferire con la fase infiammatoria, contribuendo favorevolmente alla guarigione della ferita parodontale.

Materiale e metodi
Abbiamo deciso di valutare gli effetti di un gel a base di sodio jaluronato 1,33% in associazione a un pool di aminoacidi (glicina 1% lisina HCl 0,1%, leucina 0,15%, prolina 0,75%).
Come già anticipato, in letteratura sono note fino dagli anni Sessanta (Curri e collaboratori) le proprietà d’intervento dell’HA nei processi riparativi tissutali. Numerosi lavori dimostrano come l’HA, in associazione con gli aminoacidi, argomento della nostra sperimentazione, influenzi positivamente la formazione di fibroblasti e angioblasti. Lo scopo è verificare il miglioramento dei processi di riparazione gengivale e la riduzione dell’infiammazione locale. Vengono presi in esame 220 pazienti, 128 femmine 92 maschi, di età compresa tra 80 e 16 anni con una media di 46 anni. Questi pazienti si sono rivolti al reparto di Parodontologia dell’Istituto Stomatologico Italiano e assegnati agli igienisti del servizio. Suddivisi in due gruppi numericamente uguali vengono assegnati al gruppo non trattato con il gel (A), o al gruppo trattato (B) mediante randomizzazione. I 220 pazienti vengono selezionati esenti da malattie e da trattamenti farmacologici ma con presenza di tartaro e di gengivite. Tutti i pazienti vengono istruiti per una corretta igiene orale domiciliare e debitamente motivati. I primi 110 (gruppo A) sono sottoposti ad ablazione del tartaro con ultrasuoni senza alcun trattamento domiciliare, salvo la normale igiene orale. I rimanenti 110 (gruppo B) vengono sottoposti ad ablazione del tartaro con ultrasuoni e viene consegnato aminogam per uso domiciliare. Si raccomanda l’applicazione del gel 3 volte al dì dopo la consueta igiene orale evitando gli sciacqui nelle successive 2 ore. I due gruppi vengono controllati dopo 20 giorni per valutare i risultati. Del gruppo in terapia con acido jaluronico si presentano al controllo 95 pazienti mentre nel gruppo placebo possiamo effettuare il controllo su 89 pazienti.
I parametri presi in esame sono:

  • il grado di gengivite, all’inizio e alla fine della terapia, con il seguente punteggio:

  1. assenza di edema, assenza di arrossamento, assenza di dolorabilità;
  2. moderato edema, moderato arrossamento, grave dolorabilità;
  3. grave edema grave arrossamento grave dolorabilità;

  • la ripresa funzionale, valutata al termine della terapia, con il seguente punteggio:

  1. totale;
  2. parziale;
  3. scarsa o nulla;

  • il confort riferito dal paziente dopo 20 giorni di terapia, con il seguente punteggio:

  1. buono;
  2. moderato;
  3. nessuno.
I dati così ottenuti vengono elaborati con una valutazione statistica, secondo i test più comunemente in uso.

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Discussione e conclusioni
I dati raccolti dimostrano significative differenze tra i due gruppi. In particolare, l’indice di sanguinamento appare notevolmente ridotto nel gruppo B rispetto al gruppo controllo A. Il giudizio positivo dato dal paziente per quanto concerne il confort è certamente incoraggiante. La maggior parte dei pazienti dichiara tale sensazione di benessere non solo al termine della terapia, ma riferisce che sin dalle prime applicazioni del gel appaiono in via di miglioramento la dolenzia, l’infiammazione e il sanguinamento. Questa prima raccolta di casi ci incoraggia, in linea con i dati della letteratura, a proseguire nella ricerca, considerando il gel un efficace coadiuvante nella terapia delle gengiviti in associazione alle consuete terapie meccaniche, anche in considerazione del fatto che non sono stati riscontrati effetti collaterali negativi, ma apprezzato il confort globale arrecato. In conclusione, questo preparato conferma le proprietà cliniche dell’HA, ossia il ruolo positivo nel controllo dell’infiammazione e il contributo nella guarigione della ferita parodontale.

 


L'articolo è stato pubblicato sul numero di Dicembre di Dental Tribune Italy 2013

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