DT News - Italy - Una recente ricerca mostra quali sono i rischi di rottura cui va incontro un impianto

Dental Tribune International

mar. 28 luglio 2015

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Haifa (Israele) – Un esame su 100 impianti dentali affetti da problemi biologici ha rilevato che oltre il 60 per cento presentava difetti meccanici, quali rotture parziali e complete. Rendendo noti questi risultati, i ricercatori inducono produttori di protesi e dentisti a trovare il modo di ridurre il danno strutturale che si verifica quando un metallo è soggetto a carichi ripetuti.

Nello studio, i ricercatori hanno esaminato 100 impianti dentali scartati ossia estratti a seguito di perimplantite e realizzati con diverse tipologie di titanio, riscontrando difetti meccanici nel 62 per cento dei campioni. L’esame ha inoltre mostrato che gli impianti di solo titanio presentavano più crepe rispetto a quelli in lega di titanio.

«Particelle incorporate sembrano essere causa di difetti superficiali che portano in seguito alle rotture complete» riferisce Keren Shemtov - Yona , ricercatrice specializzata in odontoiatria al Technion-Israel Institute of Technology, la quale ha condotto la ricerca come parte del suo Master of Science.

Inoltre, il logoramento derivante dall’uso quotidiano può contribuire a dilatare i difetti di fabbricazione dando vita a delle crepe e al successivo cedimento di materiale, dicono i ricercatori. Si è inoltre notato che larghezza e lunghezza dei vari impianti presi in considerazione nella ricerca non sono correlati ai difetti riscontrati.

L’obiettivo di Shemtov - Yona è ora quello di condurre ulteriori studi per svelare le ragioni secondo cui tali crepe si sviluppano e stabilire se le cause vanno ricercate nella produzione stessa dell’impianto o nel suo utilizzo, oppure di entrambi.

Lo studio cui è stato dato il titolo “On the mechanical integrity of retrieved dental implants" è stato pubblicato nel numero di settembre del Journal of the Mechanical Behavior of Biomedical Materials.

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