A fine gennaio a Roma, nella prestigiosa sede dell’Università Cattolica c’era stato un primo incontro sul tema. Prestigioso, perché presenti i più bei nomi dell’Ortodonzia italiana. Ma carattere “interno”, per così dire, alla disciplina stessa, raccoltasi per riflettere sul fenomeno, dilagante, della autoregolamentazione terapeutica. In parole povere, sul “fai da te del paziente ortodontico”.
Il quale, oggi, in assenza di una normativa, va in farmacia oppure clicca sul web per procacciarsi un kit ortodontico, che secondo lui e secondo le sirene del web, dovrebbe procurare rimedio ai suoi problemi, senza passare dallo specialista (salvo ricorrervi poi, quando tutto quel che sarebbe potuto succedere, è successo).
Per fare un esempio: un po’ come capita nel turismo odontoiatrico, dove, passata la grande ubriacatura della rapidità (ed economicità) di intervento rimangono i guai. Ad esempio quelli di una innaturale accelerazione dei tempi biologici necessari alla riuscita dell’intervento.
Un’altra Tavola Rotonda sull’Autoregolamentazione si è ripetuta, il 28 di settembre, sempre a Roma e nella sede dell’Ordine dei Medici, ma con un eco e un risalto infinitamente maggiore grazie all’eco mediatica dell’evento.
Basti dire che il giorno prima, l’organizzatore Raoul D’Alessio, delegato nazionale dei presidenti provinciali SUSO, Raffaele Iandolo, presidente della CAO nazionale e quello dell’Ordine di Roma, Antonio Magi, sono stati ospiti di TG Uno Mattina, per qualche minuto, tempo, tutto sommato, breve, ma sufficiente per dare il via ad immaginabili ripercussioni mediatiche, specie sui “social”. Perché stavolta dal “chiuso” (si fa per dire) del confronto accademico/clinico il problema è stato portato alla diretta attenzione dello spettatore mettendolo in guardia dall’eccessiva facilità con cui crede di risolvere il problema dei denti ricorrendo alla farmacia o al postino.
Un altro motivo di grande richiamo è stato dato dal fatto che sull’Autoregolamentazione si sono trovati a Roma per confrontarsi (cosa mai avvenuta prima) i rappresentati del Sindacato nazionale degli ortodontisti (SUSO) con in testa il presidente, Pietro di Michele, ed Invisalign, leader italiano di quegli allineatori invisibili che tanto successo stanno riscuotendo (la sola Invisalign dichiara di averne venduti 5 milioni in Italia ed un milione in Europa).
Punto cruciale del confronto: che ruolo hanno i medici ortodontisti in questo business “del fai da te” che vede sul mercato, oltre all’Invisalign, migliaia di piccole e medie aziende produttrici di prodotti non certificati, per non dire dannosi? L’acquisto dell’allineatore deve essere prescritto prima da loro e debitamente certificato come tutti i dispositivi medici “a rischio”.
E non, bypassando tranquillamente gli specialisti come avviene spesso ora. Interrogativi forti, come si può immaginare, in grado di inasprire il confronto, contrapponendosi, profitto e libertà di impresa, da un lato, salvaguardia della salute del paziente, dall’altro. Alla posizione del Sindacato degli ortodontisti si è associata anche l’ORTEC, sindacato dei Tecnici di Ortodonzia, che da sempre opera in stretta sintonia con SUSO.
Il confronto ha assunto tuttavia la fluidità di un dialogo quando il General Manager d’Invisalign Italia, Fausto Grossi, approdato a Roma con alcuni collaboratori, ha tirato fuori una lettera diretta ai medici europei e firmata da Simon Beard, Vice presidente senior e Managing Director dell’area EMEA.
Al punto uno si afferma in neretto che Align Technology non ha intenzione di bypassare il medico. Al punto 2 che gli Invisalign Retail Store (ossia i depositi di vendita al minuto) non trattano direttamente i pazienti e, punto 3, che Invisalign non possiede o fornisce prodotti ad aziende di vendita diretta ai consumatori in Europa.
Prendendo atto del contenuto della lettera ribadito verbalmente dal dirigente italiano, il Presidente Di Michele ha espresso l’auspicio che il dialogo possa continuare in questi termini. Dal canto suo Grossi ha annunciato che il 10 novembre a Milano l’Azienda terrà un corso a settecento medici per aggiornarli sugli allineatori.
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