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Svoltisi a Roma gli Stati Generali dell’Odontoiatria per mettere a fuoco qualche “problema forte” della professione

lun. 28 luglio 2014

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«Noi non siamo contrari alla libera circolazione delle professioni, dei medici, dei pazienti e delle merci nell’ambito dei Paesi dell’UE, – ha detto Giuseppe Renzo, Presidente nazionale CAO agli Stati Generali svoltisi a Roma il 25 luglio – sarebbe un controsenso, un mancato rispetto delle norme e una posizione antistorica. Siamo impegnati, invece, verso una programmazione europea, in cui l’Italia è anche il Paese capofila».

Renzo ha così sintetizzato l’impegno degli odontoiatri nel tenere alto il senso di appartenenza e orgoglio della professione, precisando: «Ogni soluzione va calibrata su una domanda di fondo: in Europa qual è oggi la reale necessità di medici e odontoiatri?». Secondo Renzo gli Stati Generali mirano ad avere professionisti formati e in grado di esercitare la professione a tutela della salute, principio irrinunciabile e mission principale, tenendo presente che «la qualità delle cure è garantita da quella della formazione».

“In questa sintesi sta tutto il significato “politico” della giornata – commenta un comunicato della Fnomceo – Un appuntamento, da un lato, con tutti i soggetti interessati per un necessario punto della situazione, dall’altro, un’altra tappa per future iniziative dopo la pausa estiva, con gli esponenti istituzionali: Governo, Parlamento, Ministero della Salute, degli Esteri e MIUR, tutti interlocutori indispensabili per proseguire nel percorso avviato da anni a conferma della piena dignità della professione. Per andare avanti occorrono – continua il comunicato – unità di intenti ed azioni tra Ordini, Accademia, sindacati, società scientifiche e studenti”.

Sullo sfondo, soprattutto in Italia, lo “storico” problema dell’abusivismo e del prestanomismo: «Persistono però equivoci, disinformazione ed errate percezioni nell’immaginario collettivo – ha sottolineato Renzo – continua la confusione tra odontoiatra e odontotecnico che rischia di accentuarsi con l’eventuale introduzione di nuovi profili, se non debitamente regolamentati». A giudizio degli esperti non ci sarebbero tuttavia nemmeno le condizioni per una simile eventualità. Secondo il Tesoriere della Federazione Raffaele Iandolo «(…) dobbiamo avere una strategia complessiva per chiedere una migliore preparazione degli odontotecnici, ma anche per evitare il rischio di una sanatoria generalizzata».

Parlando di abusivismo, la CAO nazionale stimava nel 2013 l’abusivismo in 10-15mila unità su una platea di 56mila odontotecnici. Convergenti, pur nelle loro specificità, gli interventi di Marco Ferrari, Presidente della Conferenza dei Presidenti dei Corsi di Laurea in Odontoiatria; di Maria Grazia Cannarozzo, Presidente del Cenacolo Odontostomatologico Italiano; di Antonella Polimeni, Presidente Collegio dei docenti; Gianfranco Prada, Presidente ANDI e di Massimo Gaggero, Vice; di Enrico Gherlone, Presidente eletto del Collegio; Augusto Malentacca, Vice-Presidente vicario del Comitato Intersocietario di coordinamento delle associazioni odontostomatologiche italiane (CIC); Emilio Fiorentino, Presidente degli studenti di Odontoiatria (AISO); Giuseppe Lo Giudice e Roberto Gozzi, coordinatori di gruppi di lavoro nazionale in FNOMCeO e dei Consiglieri Alessandro Zovi e Valerio Brucoli. Molto articolato l’intervento di Pierluigi Delogu, Presidente AIO, per quanto riguarda l’accesso alla Facoltà e alla professione. «Il sistema di programmazione in Italia fa acqua da tutte le parti – ha detto – e i ricorsi al Tar vinti, che hanno ammesso fin qui 12mila studenti (ma altri 3mila potrebbero arrivare in autunno) ne sono la prova. Le sedi universitarie in Italia sono 34 (cioè più del doppio di Spagna, o Inghilterra o Francia, NdR): troppe – ha deplorato – ma spesso non competitive, pochissime coprono tutti gli insegnamenti con professori di ruolo. C'è inoltre carenza di tutor per garantire un percorso pratico professionalizzante».

Mentre molti capitali italiani vengono dirottati all’estero per la formazione, la laurea a sei anni prescritta in Italia pone lo studente italiano in una posizione di svantaggio rispetto a chi si forma nei paesi UE. Dal prossimo anno il numero dei professionisti provenienti da Corsi di Laurea esteri sarà quasi uguale al numero di quelli che, formati in Italia, richiederanno l'iscrizione all’albo degli Odontoiatri. «Urge pertanto un percorso virtuoso che riporti i ragazzi italiani e, perché no, stranieri a voler formarsi in Italia. Dobbiamo capire che cosa vogliamo e che cosa non possiamo accettare – ha concluso Delogu preannunciando un congresso politico dell’AIO su questo tema, il prossimo 22 novembre.

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