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Il datore di lavoro è responsabiledell'infortunio, sia quando omette di adottare idonee misure protettive, sia quando non vigila affinché il dipendente le utilizzi.
Il suo dovere di sicurezza e la sua responsabilità divengono ancora più intensi se il lavoratore è giovanissimo o inesperto e, ancor di più, se è apprendista, a favore del quale vigono precisi obblighi di formazione e addestramento. Sono questi i principi espressi dalla Corte di cassazione con la sentenza 536 depositata il 10 gennaio scorso.
Il caso riguarda un apprendista, al lavoro da 20 giorni, che, nel piegare un tondino, viene colpito a un occhio da una scheggia.
La Cassazione, nel decidere, conferma in primo luogo che le norme per la prevenzione degli infortuni sono dirette a tutelare il lavoratore anche dagli incidenti derivanti da sua imperizia, negligenza e imprudenza. Il datore, pertanto, è responsabile dell'infortunio al lavoratore sia se omette di adottare le idonee misure protettive sia se non accerta e non vigila che il dipendente ne faccia uso.
Inoltre, i giudici esprimono un principio più stringente: il dovere di sicurezza, a carico del datore, diviene particolarmente intenso se i lavoratori sono di giovane età o professionalmente inesperti e si accresce se sono apprendisti, soggetti verso i quali, in specifico, sorgono precisi obblighi di formazione e di addestramento. Un'eventuale imprudente iniziativa di collaborazione da parte di uno di questi lavoratori, dunque, non esonera e non attenua la responsabilità del datore, su cui grava un obbligo di particolare vigilanza, diretta o attraverso collaboratori.
L'implicito messaggio è chiaro: i lavoratori giovani e inesperti vanno adeguatamente formati e vigilati, direttamente o attraverso i preposti. Solo così il datore può efficacemente prevenire incidenti ed evitare il sorgere, a proprio carico, di responsabilità.
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Fonte: www.ilsole24ore.com
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