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Si riduce il rischio di tumori nella regione testa-collo lavandosi i denti e andando dal dentista

D. Toscano

D. Toscano

mer. 17 gennaio 2018

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Anche la salute della bocca passa per la multidisciplinarietà. Cause ed effetti delle malattie che interessano abitualmente il tratto oro-laringeo, infatti, sono notevolmente interconnesse con altre patologie. Un esempio significativo è dato dal fatto che l’igiene orale permette anche di ridurre il rischio di ammalarsi di tumore dell’esofago (quasi duemila gli italiani colpiti ogni anno), come emerge da uno studio pubblicato sulla rivista «Cancer Research».

Punto fermo della ricerca sono state le conclusioni di altri studi, che in realtà avevano evidenziato una correlazione tra le flore batteriche rivelate nelle persone colpite dalla parodontite e il rischio di sviluppare un tumore della testa e del collo.

Non è stato questo l’unico studio a rilevare questo collegamento: gli specialisti del Dipartimento di medicina preventiva della Icahn School of Medicine Mount Sinai di New York hanno infatti riscontrato che una serie di buone abitudini, come lavarsi i denti ogni giorno e recarsi dal dentista per un controllo annuale, sono piccole pratiche in grado di ridurre il rischio dei tumori della regione testa-collo. I ricercatori hanno esaminato i dati provenienti da ben 13 studi per un totale di quasi 9.000 pazienti con tumori della bocca, della faringe o simili e oltre 12.000 soggetti controllo sani. Gli studi sono stati effettuati in America, Europa e Giappone.

Questi temi sono stati affrontati anche in Italia da recenti analisi della Fondazione IRCCS – Istituto Nazionale dei Tumori di Milano. I tumori testa – collo sono l’insieme di neoplasie che hanno origine nelle cavità nasali e nei seni paranasali, nella faringe, nella cavità orale, nella laringe e nelle ghiandole salivari.

Il più frequente, circa un caso su due, riguarda la laringe, seguito da quello del cavo orale e della faringe. Il 90% di questi tumori sono carcinomi spinocellulari; la restante parte, invece, riguarda melanomi, sarcomi, linfomi e altri tipi di tumore. «Queste malattie – ha spiegato Paolo Bossi SC Oncologia Medica 3 Tumori Testa-Collo e Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori – interessano soprattutto il cavo orale, faringe o faringe/laringe, e riguardano una popolazione sempre più adulta, sopra i 65 anni. La popolazione più soggetta a rischio è quella che beve alcol e fuma, ma ultimamente si è evidenziata anche un’epidemia legata al virus del papilloma».

In Italia questi tumori rappresentano circa il 5% di tutti quelli maligni, al quinto posto tra i più frequenti. Sono circa 12mila i casi che vengono diagnosticati ogni anno, con un tasso di incidenza pari a 17 nuovi casi per 100mila abitanti l’anno. Solo un malato su due, a 5 anni dalla diagnosi, riesce a sopravvivere, ovviamente a seconda dello stadio di malattia riconosciuto e dalla tardività della diagnosi stessa. Sintomi più frequenti? Dolore persistente alla gola, difficoltà nel deglutire, raucedine o cambiamenti di voce, dolore all’orecchio e sanguinamento. Se tali condizioni dovessero presentarsi in maniera assidua per due settimane, è necessario richiedere al più presto alcuni esami specifici, avendo accesso ad una visita otorinolaringoiatrica. A seguire vengono poi effettuati eventuali altri esami, quali risonanza magnetica, TAC o PET.

L’immunoterapia potrebbe essere la nuova chiave di svolta per combatterli. Questi nuovi farmaci, che arriveranno in Italia entro l’estate, agiscono sul sistema immunitario stimolando una risposta positiva. Si tratta infatti di terapie che hanno come primo bersaglio non la malattia stessa, ma il potenziamento delle risposte immuni dell’individuo. «Sono farmaci innovativi, già provati, testati e alcuni di questi anche approvati dagli enti regolatori – ha dichiarato la Prof.ssa Lisa Licitra, Direttore dell’Oncologia Medica 3 della Fondazione IRCCS Istituto Nazionale Tumori di Milano.

È stato confermato, infatti, il beneficio per il paziente che usi tali nuove molecole in alcune situazioni particolari, come la malattia recidivata o metastatica. Il vero obiettivo per il futuro rimane quello di poter utilizzare questi farmaci nelle malattie curabili, ossia di usarli nelle malattie localmente avanzate o addirittura in quelle allo stadio iniziale».

I nuovi farmaci riguardano tutti i tumori spinocellulari del distretto cervico-facciale. I dati testimoniano che la sopravvivenza a un anno passa dal 16% con la terapia standard al 36% con l’uso dei farmaci biologici. Purtroppo, però, il costo previsto si suppone che sarà elevato.

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