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LONDRA, Gran Bretagna: domani il Regno Unito dovrà decidere se rimanere o lasciare l’Unione Europea: se da un lato l’uscita potrebbe ridurre il peso amministrativo sugli studi dentistici, dall’altro, secondo gli esperti, si rischierebbero conseguenze negative sulla forza lavoro.
Secondo un report del British Dental Journal, mentre negli ultimi anni i dentisti UE che si sono uniti alla forza lavoro britannica sono stati maggioritari rispetto ai laureati interni, in caso di uscita, norme più severe sull’immigrazione potrebbero portare invece a una carenza di lavoratori paragonabile a quella degli ultimi anni novanta e i primi anni duemila. Nuove opportunità, a seguito dell’omogeneizzazione degli standard, potrebbero tuttavia scaturire da un maggiore impiego della forza lavoro interna. A prescindere dalle norme che saranno attuate, il report prevede un cambiamento sostanziale nel mercato dentistico in caso di uscita del Paese.
I professionisti dentali di uno stato membro sono al momento liberi di lavorare in Gran Bretagna in forza della direttiva europea sulle qualifiche professionali (2005/36/EC), previa approvazione del General Dental Council. Nel 2015, almeno 7.000 dentisti non inglesi si sono registrati per lavorare in Gran Bretagna, quasi il 20% in più rispetto al 2007, con un conseguente surplus concentrato nelle aree urbane. La maggior parte provengono dai nuovi stati membri come la Polonia, la Bulgaria, la Romania e l’Ungheria. Anche un grande numero di dentisti irlandesi praticano in U.K.
Sul possibile futuro europeo in caso di uscita della Gran Bretagna, i giudizi non sono concordi, ma, se il Paese decidesse di lasciare l’UE il 23 giugno, ci saranno nuove negoziazioni dell’articolo 50 del trattato di Lisbona per regolare le relazioni politiche ed economiche tra le due parti. Durante i primi due anni la Gran Bretagna continuerà a seguire le leggi attuali, permettendo ai dentisti degli stati membri di rimanere ed esercitare nel Paese.
I recenti sondaggi indicano che una risicata maggioranza popolazione è a favore dell’uscita, mentre uno studio condotto da Dental Tribune tra febbraio e marzo rileva che la maggioranza dei dentisti inglesi è a favore del sì.
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