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Sono rimasto molto impressionato dall’ultima recensione Cochrane sugli impianti dentali. Dagli autori dell’indagine mi interesserebbe conoscere i risultati a lungo termine statisticamente ben documentati. Risultati che inducono i dentisti a chiedersi se non sia il caso di cominciare a usare i cosiddetti “easier and cheaper implant systems” (sistemi implantari più facili e convenienti) promossi da diversi produttori.
Spero che nessun dentista interpreti i risultati in questo modo. Dobbiamo infatti tenere presente che questa indagine non si è basata su “tutti” i sistemi implantari ma che è stato studiato solamente un numero ridotto di sistemi tra i 1.300 che sono attualmente utilizzati. Le proprietà fisiologiche del processo di guarigione del tessuto vivo non differiscono tra i sistemi. Pertanto, dobbiamo individuarne uno basato sulla ricerca scientifica, su proprietà incontaminate delle superfici e sulla precisione, in applicazione del concetto di fail-safe (garanzia del risultato).
Sono d’accordo con le conclusioni relative all’utilizzo di impianti torniti. Credo che la loro osteointegrazione sia più difficile in alcuni casi rispetto a quelli che presentino una superficie di rugosità media. Tuttavia, sarebbe interessante scoprirne le ragioni scientifiche.
Nei primi giorni, l’osso è stato preparato con una turbina rotante da 3 mm fino a tutta la lunghezza dell’impianto prima dell’installazione di impianti paralleli con pareti tornite anche nelle mascelle. In alcuni casi è stato difficile ottenere una iniziale stabilità. Una volta l’osteointegrazione si sia stabilizzata, i miei 31 anni di esperienza mi dicono che l’infiammazione nel tessuto circostante avviene raramente e l’osteointegrazione rimane stabile per molti anni.
I dentisti dovrebbero adottare una prospettiva di lungo periodo nel selezionare il sistema di impianto da utilizzare. In materia di impianti, il fatto di essere un prodotto nuovo, non è un criterio significativo. Come dentisti si dovrebbe piuttosto dar importanza alle cognizioni scientifiche che stanno alla base, rivalutando il protocollo originale proposto da Brånemark.
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