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Quanto conta la salute parodontale in gravidanza?

Nicole Ahrweiler

Nicole Ahrweiler

mer. 6 marzo 2019

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I cambiamenti ormonali e psicologici più importanti, e forse anche i più belli, della vita di una donna avvengono durante la gravidanza. E la bocca è una delle principali zone interessate da tali cambiamenti. Nonostante l’infiammazione gengivale tenda ad aumentare durante questo evento – anche con una corretta igiene orale – la gengivite gravidica normalmente non causa danni permanenti al parodonto.

Nella fase post-parto anche le donne con parodontite, che non hanno ricevuto un trattamento, mostrano segni di miglioramento in tutti i parametri parodontali clinici. Quindi va tutto bene, giusto? Sfortunatamente no. La ricerca è d’accordo: le donne incinte richiedono speciali istruzioni d’igiene orale a causa dei cambiamenti ormonali. Questo perché la cura può essere snervante, lunga e perfino deleteria. Ma quanto conta la salute parodontale in gravidanza? La gengivite gravidica, in aumento secondo i recenti studi, è una delle malattie parodontali più importanti che, se trascurata, può causare parodontite. Sebbene non sia legata direttamente alla gravidanza, ne costituisce un fattore di rischio, portando a casi di nascita prematura, scarso peso e preeclampsia.

Il legislatore è da tempo consapevole dell’importanza di tali aspetti per le future mamme (in Germania e in Austria, per esempio, il passaporto per la salute materna guida le donne attraverso la gravidanza) così come le Commissioni federali e le compagnie di assicurazione sanitaria, le quali richiedono che il ginecologo e il dentista spieghino l’importanza dell’igiene orale durante l’ultimo trimestre. Sfortunatamente, in tutto il mondo, solo tra il 5 e il 10% si fa visitare da un dentista prima del parto, un dato su cui incidono, certamente, lo status socio-economico, la paura e forse l’apatia delle neomamme. Molte si giustificano dicendo di non avere il tempo per una visita, dimenticandosi del vecchio monito della nonna “Guadagna un bambino, perdi un dente”.

Che cosa è la gengivite gravidica?
Varie malattie parodontali, come la gengivite gravidica, il granuloma gravidico (tumore in gravidanza, o anche epulide gravidica) e la parodontite, influiscono sulla salute (orale) delle donne incinte. La gengivite gravidica, oltre ad essere tra quelle indotte dalla placca, è classificata tra le malattie alterate da fattori sistemici tra cui rientrano anche le influenze ormonali come la pubertà, le mestruazioni, la gravidanza, il diabete mellito e i disturbi del sangue. Non si differenza dalla gengivite classica nell’aspetto e nella forma ma differisce in prevalenza. Già nel 1933, Ziskin et al. ha parlato di un’occorrenza del 30-100% che, in studi più recenti, variava tra il 38% e il 93,7%, oltre ad essere correlata con il livello di ormoni e con la placca. Nel secondo e terzo trimestre le donne incinte generalmente notano un aumento di gengivite e sanguinamento, dal momento che il corpo produce ormoni steroidi progesterone ed estrogeni molto più intensamente. Più è la placca, maggiore è il rischio di gengivite. Le cause, tuttavia, sembrano essere più complicate di quanto si credesse in precedenza: persino piccole quantità di placca nelle donne in gravidanza causano un’eccessiva reazione infiammatoria nel tessuto sensibile. Non solo cambia il sistema immunitario, ma anche la circolazione sanguigna e il sistema cellulare. L’intera mucosa orale infatti si prepara per la nascita, per cui è necessario prestare particolare attenzione al biofilm dentale, poiché il progesterone e gli estrogeni favoriscono direttamente gli agenti patogeni Prevotella Intermedia e Porphyromonas Gingivalis, oltre che al tessuto molle, più sensibile ai batteri.

La gengivite gravidica causa della nascita prematura del bimbo?
Generalmente, la scienza presume che l’infiammazione parodontale giochi un ruolo importante nelle complicanze della gravidanza. La parodontite come infiammazione cronica è causata in ultima analisi da un’infezione batterica e rappresenta quindi una potenziale fonte di biomarcatori infiammatori circolanti che si diffondono in tutto il corpo e sono correlati a possibili esiti negativi. Nelle donne in gravidanza, l’incidenza della malattia varia tra lo 0% e il 5,61%. Studi clinici suggeriscono inoltre che i batteri dalla cavità orale, come P. Gingivalis, Treponema Denticola, Forsizia di Tannerella e Fusobacterium Nucleatum, colonizzino il feto e la placenta, dal momento che il sangue è il mezzo di trasferimento più probabile. Questi patogeni parodontali rappresentano quindi un fattore di rischio, sebbene non esista una prova chiara a supporto: alcuni studi indicano che potrebbe esserci un collegamento ma non sono sufficienti per comprendere tutti i complessi processi biologici. Restano tre certezze: una condizione parodontale preesistente può aggravare la parodontite durante la gravidanza, la situazione migliora anche senza una terapia dopo la nascita (ma la malattia non scompare e può persino peggiorare) e la gengivite gravidica da sola non porta a complicanze.

Trattamento e Prevenzione
Oggigiorno le organizzazioni e i ricercatori raccomandano alle donne in gravidanza di andare dal dentista una volta ogni trimestre così da essere consigliate al meglio. La visita del secondo trimestre è indicata per una pulizia professionale dei denti e, se necessario, un trattamento parodontale, mentre nel terzo per la consultazione sulla salute dentale del bambino, la cui profilassi dovrebbe, idealmente, cominciare durante la gravidanza. Studi differenti mostrano quanto sia importante educare le donne prima e dopo il parto, in modo da ridurre i rischi di carie per il neonato. Nello studio dentistico le pazienti dovrebbero imparare tutto ciò che conta riguardo lo sviluppo delle carie dentali, i percorsi di infezione e di nutrizione, con particolare riguardo alla terapia preventiva. In questo modo la prima profilassi, antecedente al parto, diventa di massimo interesse per l’odontoiatria.

Il controllo meccanico e professionale della placca
Il controllo meccanico della placca è da sempre di primaria importanza durante la gestazione. L’utilizzo di uno spazzolino dalle setole morbide (come consigliato da Oral-B) e di un dentifricio al fluoro, così come di strumenti per l’assistenza interdentale con, se necessario, un controllo chimico della placca, consente di prevenire gengiviti e parodontiti. Ogni sistema di controllo meccanico manuale o elettrico è adatto in linea di principio, purché la tecnica corretta sia utilizzata regolarmente per almeno 120 secondi.
Nel caso della gengivite sono utili i dentifrici con agenti antibatterici come il fluoruro stannoso, seguiti da frequenti risciacqui come terapia aggiuntiva mentre, se acuta, i pazienti dovranno usare per brevi periodi la clorexidina con concentrazione tra lo 0,1% e lo 0,2% o l’1%. Un controllo chimico a lungo termine della placca è preferibile per le pazienti incinte che presentano nausea e scarsa igiene orale, in particolare nell’area molare. Altre alternative, come l’olio dell’albero del tè e il propoli, non hanno mostrato alcuna efficacia.

Cosa tenere a mente con la terapia parodontale
In caso di pazienti con parodontite è dimostrato come la terapia non chirurgica sia sicura e sensata durante il secondo trimestre, mentre la rimozione di placca e tartaro sopragengivale e la levigatura radicolare sono realizzabili durante tutto il periodo. Le radiografie e l’anestesia locale (l’articania preferibilmente) sono ammesse senza rischi per il feto o la madre. La cura parodontale non riduce il rischio di complicazioni, tuttavia può abbassarne la frequenza nelle pazienti ad alto rischio o che rispondono meglio al trattamento.

Profilassi moderna della gravidanza
Parte della moderna gestione dei biofilm, la pulizia professionale dei denti, se abbinata correttamente ai prodotti e alle istruzioni, è una componente indispensabile nel trattamento della gengivite, moderata o grave, e della parodontite. In termini di tempistiche, il secondo trimestre risulta essere il più adatto per eseguirla dato che a questo punto la nausea solitamente è già scomparsa e la paziente è in grado di rimanere sdraiata per un’ora intera. Una profilassi ottimale include anche un’alimentazione dal punto di vista odontoiatrico: si dovrebbero evitare bevande e cibi dolci che, se assunti frequentemente, aumentano il rischio di carie e di erosione nello smalto dei denti. Inoltre, la funzione protettiva e di pulizia della saliva è ridotta durante la gravidanza, per cui la bocca tende a seccarsi, favorendo così la formazione di carie. Anche cibi e bevande presumibilmente sani ma acidi, come frutta o spremute, possono rapidamente danneggiare lo smalto. La nausea mattutina porta inoltre alla produzione di acidi gastrici, che possono causare anche gravi casi di erosione dentale. Al verificarsi di episodi di rigetto è consigliabile evitare di ricorrere subito allo spazzolino da denti, poiché la pellicola necessita di almeno due ore per riformarsi. Le prime soluzioni da adottare dovrebbero essere un risciacquo antibatterico e a base di fluoro, mentre utili mezzi di neutralizzazione sono il consumo di latte, formaggio e, soprattutto, di chewing-gum. La gravidanza costituisce dunque una grande sfida per i trattamenti paradontali di denti e gengive, il cui compito principale è migliorare la salute delle future mamme attraverso una corretta igiene orale, efficaci consigli nutrizionali ed interventi preventivi tramite cui l’odontoiatra può favorire un percorso sereno.

L'articolo è stato pubblicato su prevention international magazine for oral health italian edition n. 1 2019.

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