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«Ci sono momenti decisivi nella vita di una persona in cui si è chiamati a fare scelte importanti, che porteranno a intraprendere un percorso su una strada che necessariamente ne escluderà delle altre». Parole abbastanza insolite per un convegno di carattere ordinistico istituzionale risuonate nella convocazione a Roma dell’assemblea dei presidenti provinciali Cao fatta da Giuseppe Renzo nella sua veste di presidente nazionale.
Una “Tre giorni Cao” corredata da momenti pregnanti: la presentazione del “Progetto bifosfonati” e quello, aggiornato, sul cancro orale durante la prima giornata di giovedì 4, l’illustrazione della ricerca Eures sulla “Crisi, la professione odontoiatrica e distorsioni del mercato” venerdì 5 (ne daremo illustrazione più dettagliata nei prossimi giorni ndr.) fino al contenzioso tra FNOMCeO e Antitrust sugli articoli del Codice Deontologico sulla pubblicità sanitaria, momento clou della giornata di sabato 6, animata dall’Assemblea generale dei presidenti. Ubicazione dei tre incontri, la vecchia sede di via Torino e quella nuova (piazza Vittorio) dell’Enpam il cui rapporto con la professione odontoiatrica è stato esaminato nella mattinata di venerdì 5.
Tra i vari temi affrontati, un ruolo di spicco nella “Tre giorni” lo ricoprono ovviamente il Progetto bisfosfonati e la prevenzione del cancro orale, per la loro gravità intrinseca, innanzitutto, e per i pesanti riflessi sulla salute pubblica e il coinvolgimento della stessa categoria. A questo proposito Renzo aprendo i lavori ha definito i dentisti delle autentiche “sentinelle”” (termine evocato in un’altra circostanza da Amedeo Bianco), ossia intercettori ideali di varie patologie, in primis il cancro orale, decima causa di morte al mondo, duemila vittime all’anno in Italia con un rapporto uomo/donna di 3 a 1 dopo i 50 anni.
Essendo il dentista lo specialista cui malgrado la crisi il paziente si rivolge più spesso, malgrado la crisi, a lui è anche demandata la grave responsabilità di intercettare le prime avvisaglie, salvandogli la vita. Entrando nei dettagli scientifico/statistici dei due gravi problemi, Lorenzo Lo Muzio, Presidente del Corso di Laurea in Odontoiatria a Foggia, ha dimostrato come l’Accademia può tangibilmente collaborare con la libera professione nel caso del cancro orale. Sin dal 2009, venne infatti formata l’alleanza virtuosa tra Cao, Sipmo, Siocmf per migliorare l’interattività e dar vita ad un volume ad hoc, arruolando circa tremila “medici sentinella”.
Citando i 9 nuovi casi ogni 100 mila abitanti all’anno, il coinvolgimento crescente di donne e giovani (mentre in altri casi la diffusione si sta riducendo) Lo Muzio ha deplorato che alla base della epidemia vi sia una scarsa conoscenza del problema (si va dal medico solo in caso di dolore!) e che manchi in Italia un Registro dei Tumori. Fino al paradosso: «Il cancro orale è il più accessibile, si guarisce perfettamente se colto in tempo, eppure…»
Presenti non per caso alla sua illustrazione, Gianfranco Prada, presidente nazionale Andi, Ivan Mancini, presidente della Fondazione e Carlo Ghirlanda, consigliere, che si sono soffermati sulle note iniziative “anticancro” dell’ Andi: l”Oral Cancer day” e “Cinque minuti per salvare una vita”, condividendo, senza enfasi, il concetto di “emergenza nazionale” che la malattia sta assumendo per la scarsa informazione nei pazienti (ma anche per la non sufficiente attenzione dei dentisti). «Dobbiamo parlare ai cittadini, scendere in piazza, a costo di essere accusati di terrorismo: Occorre un mutamento culturale degli stili di vita» hanno detto, riferendosi all’uso di tabacco e alcool, primi accusati.
Intrattenendosi infine sul “Progetto bifosfonati” Lo Muzio ha infine annunciato l’esigenza di un cambiamento di terminologia nello studio del problema. I bifosfonati non sono i soli a provocare una risposta anomale dell’osso (necrosi). Altri medicamenti sono sotto accusa, ma i loro effetti non sono ancora sufficientemente conosciuti per una carenza di informazione che investe sia la platea dei pazienti sia gli stessi prescrittori.
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