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Professione igienista dentale. Come prepararsi all’albo professionale

Marialicia Boldi

Marialicia Boldi

gio. 5 aprile 2018

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La professione dell’igienista dentale inizia a essere riconosciuta in Italia a partire dalla fine degli anni ’70 ma solo con la legge 42 del 1999 ottiene la denominazione di “professione sanitaria”, senza più il termine “ausiliaria”. Passaggio molto importante perché da quel momento, al pari delle altre professioni non mediche operanti in ambito sanitario, gli igienisti dentali diventano professionisti intellettuali con competenze autonome e non più con mansioni.

Il rapporto con gli odontoiatri, quindi, diventa non più di… “sudditanza” ma, pur rispettando le specifiche competenze diagnostiche dell’odontoiatra, l’igienista diventa un collaboratore con cui condividere scelte terapeutiche. Tutto ciò implica ovviamente l’assunzione di responsabilità e la necessità di possedere una solida preparazione scientifica garantita da un percorso universitario almeno triennale, che porta al conseguimento della laurea abilitante all’esercizio della professione.

Il percorso, tuttavia, non era ancora concluso: il pieno riconoscimento giuridico richiedeva l’istituzione dell’ordine professionale e per ben 15 anni le varie proposte di legge non sono andate a buon fine. Finalmente, con l’approvazione della legge 3/2018, il cosiddetto DDL Lorenzin, l’Albo e l’Ordine sono diventati realtà: gli igienisti dentali hanno un loro Albo e, con le altre professioni sanitarie, condividono l’“Ordine dei tecnici sanitari di radiologia medica e delle professioni sanitarie tecniche della riabilitazione e della prevenzione”. Quindi un Ordine “condominio” che annovera 19 professioni sanitarie.

In sintesi è un ente pubblico, sussidiario dello Stato, che vigila, attraverso la verifica dei titoli abilitanti, sulla qualità tecnico professionale e sull’attività degli iscritti per tutelare la salute dei cittadini e, in caso di inadempienze, può decretare sanzioni. Oltre a ciò ha il compito di collaborare alla determinazione dei fabbisogni formativi e all’aggiornamento e sviluppo professionale.

L’Albo è invece un registro pubblico che tiene conto dei professionisti che hanno titolo all’esercizio della professione; l’iscrizione all’Albo è obbligatoria per poter lavorare sia come liberi professionisti che dipendenti, nelle strutture pubbliche o private. D’ora in avanti chi lavorerà senza iscrizione all’Albo incorrerà nel reato di abuso di professione.

Proprio il decreto Lorenzin, a tal proposito, ha notevolmente inasprito le pene per tale illecito al fine di arginare la piaga dell’abusivismo che ancora pesantemente affligge le professioni sanitarie in genere e marcatamente la professione di igienista dentale.

Gli Ordini avranno una distribuzione territoriale e ognuno sarà retto da un Consiglio direttivo con un Presidente, un Collegio dei Revisori e una Commissione d’Albo; gli Ordini Territoriali saranno riuniti nella Federazione Nazionale con sede in Roma, retta, a sua volta, da un Presidente, un Consiglio Nazionale, un Comitato Centrale, una Commissione d’Albo e un Collegio dei Revisori. La composizione di tali organi sarà determinata da prossimi appositi decreti.

Da ultimo, sia la legge 3 che il decreto attuativo del 13 marzo evidenziano il ruolo preminente alle Associazioni riconosciute rappresentative delle professioni. Quindi, per gli igienisti dentali, solo AIDI e UNID avranno voce in capitolo e ad esse è affidato il compito di collaborare ad informare i professionisti, verificare e validare i loro titoli ed i loro requisiti così da consentire la loro iscrizione all’Albo.

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