Miami – Per la prima volta nella storia della Medicina, nel corso di un intervento pionieristico all’interno dell’utero materno, i medici hanno rimosso una massa tumorale piuttosto estesa dalla bocca di un feto di 4 mesi. Poche settimane fa, la bambina che adesso ha quasi 2 anni, ha presenziato a una conferenza stampa.
In una conferenza stampa svoltasi il 21 giugno al Jackson Memorial Hospital, una donna di 37 anni ha raccontato la sua storia: durante un’ecografia di routine della sua seconda gravidanza, è emerso che portava in grembo un feto con una massa sporgente dalla boccuccia. Il responso dei medici era stato di teratoma orale, rara forma di tumore che avrebbe origine dai tre strati germinali embrionali. Dopo attenta riflessione, la decisione di intervenire nel maggio 2010.
Ruben Quintero, professore di Ostetricia e Ginecologia, assistito da Eftichia Konopoulus, ha utilizzato un endoscopio guidato da una sonda e un laser per asportare il tumore nell’utero, senza complicazioni per la mamma e il feto. L’operazione è durata poco più di un’ora in anestesia locale. Cinque mesi dopo l’intervento, la paziente ha dato alla luce con parto naturale e senza troppi problemi una splendida bambina, del tutto sana. L’immediato controllo sulle labbra e nella bocca della neonata non ha infatti evidenziato lesioni e neanche residui della massa tumorale. I medici hanno dichiarato che l’unico segno visibile era una piccola cicatrice sulla bocca della piccola. Durante la conferenza, la mamma ha ringraziato medici e staff per l’assistenza ricevuta: “Hanno ridato la vita a nostra figlia. Senza il loro aiuto, non sarebbe più qui tra di noi”.
“I teratomi nasofaringei – spiega lo specialista – sono associati a un elevato rischio di mortalità neonatale, dovuta in particolare all’ostruzione delle vie respiratorie. Se si riesce a individuare il problema con sufficiente anticipo, come nel caso in esame, la rimozione del teratoma dal feto può evitare sia lo sviluppo della massa tumorale, sia la distorsione della struttura del viso, un eccesso di liquido amniotico, l’edema e il rischio di un feto nato morto”.
I medici dicono, inoltre, che le possibilità di sopravvivenza del feto si aggirano tra il 30 e il 40%. Se la mamma riesce a portare a termine la gravidanza, il parto sarà quasi sicuramente cesareo, il neonato avrà bisogno subito di una trachetomia per respirare, e sarà sicuramente sottoposto ad alcuni interventi chirurgici nei mesi successivi alla nascita. I ricercatori hanno concluso che “l’esperienza suggerisce che la fetoscopia, in questo specifico caso, può essere utile per una valutazione dettagliata della lesione, così come può potenzialmente consentirne la rimozione totale della massa tumorale”.
Fonte: articolo diffuso on line il 9 aprile 2012 prima della pubblicazione sull’American Journal di Ostetricia e Ginecologia.
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