Uno studio qualitativo sugli effetti dello yoga su pazienti affetti da dolore cronico ha evidenziato come questa pratica migliori la qualità della vita a 360 gradi.
I partecipanti hanno riferito di sentirsi più in equilibrio, provare meno dolore e sentirsi in grado di affrontare meglio le situazioni difficili della vita
Lo yoga non solo può essere efficace nel ridurre la percezione del dolore – specie quando cronico – ma è in grado di migliorare in modo significativo la qualità della vita in generale.
Una disciplina a tutto tondo, lo yoga. Che, sebbene abbia già dimostrato in diversi studi di essere un’opzione salutare in molte situazioni, oggi dimostra ancora una volta come possa fare la differenza nella qualità della vita, rendendo le persone più equilibrate; favorendo la consapevolezza di sé e del proprio corpo; offrendo una maggiore resistenza allo stress e donando la capacità di affrontare al meglio le situazioni difficili della vita.
A condurre questo studio qualitativo sugli effetti dello yoga su pazienti con dolore cervicale cronico, sono stati i ricercatori tedeschi Holger Cramer, Romy Lauche, Heidemarie Haller, Jost Langhorst, Gustav Dobos, e Bettina Berger del Dipartimento di Medicina Interna e Integrativa, Facoltà di Medicina, Università di Duisburg-Essen e dell’Università Witten-Herdecke, Gerhard Kienle Chair of Medicinal Theory, Integrative and Anthroposophic Medicine.
I risultati completi sono stati pubblicati sul The Journal of Alternative and Complementary Medicine.
L’obiettivo dello studio era valutare l’influenza dello yoga sulla percezione del corpo e gli aspetti psicosociali della vita nei pazienti con dolore cronico al collo.
La ricerca prevedeva la selezione di 18 soggetti reclutati da un più ampio studio randomizzato e controllato che intendeva verificare gli effetti della pratica yoga sul dolore cronico cervicale.
I partecipanti hanno preso parte a sessioni di 90 minuti di yoga Iyengar, una volta a settimana per nove settimane. I volontari sono poi stati oggetto di interviste semi-standardizzate.
All’inizio dello studio, i partecipanti hanno dovuto completare un disegno che raffigurava il proprio collo e le regioni della spalla, in modo che riflettesse le personali percezioni del corpo prima e dopo il programma di yoga. Parallelamente sono state svolte le interviste per valutare la percezione soggettiva del proprio corpo, lo stato emotivo, lo svolgimento delle attività quotidiani e la vita quotidiana, la capacità di “coping” (ossia la modalità di adattamento con la quale si fronteggiano situazioni stressanti) e gli eventuali cambiamenti percepiti in tutti questi e altri possibili ambiti.
Un gruppo interdisciplinare ha poi analizzato i dati dello studio mediante tecniche di analisi del contenuto.
I risultati finali hanno mostrato che, come riferito dai partecipanti, vi era stato cambiamento su cinque dimensioni dell’esperienza umana: fisico, cognitivo, emotivo, comportamentale e sociale. A livello fisico, la maggioranza dei partecipanti ha riferito una maggiore e rinnovata consapevolezza del proprio corpo, sia durante la pratica yoga che nella vita quotidiana.
A livello cognitivo, i partecipanti hanno riferito la percezione di un maggiore controllo sulla propria salute. Circa lo stato emotivo, invece, hanno notato una maggiore accettazione del dolore e nei confronti dei pesi della vita.
Per quanto riguardava l’esperienza comportamentale, i volontari hanno descritto un maggior utilizzo di strategie di coping attive. Infine, socialmente, hanno segnalato una rinnovata partecipazione a una vita attiva, che era stata intaccata dalla condizione patologica.
Ciò che è apparso maggiormente chiaro ai ricercatori, è stato il ruolo primario del meccanismo che ha promosso la consapevolezza del corpo nei cambiamenti a tutti i livelli.
Ancora una volta, dunque, lo yoga ha dimostrato di essere una disciplina che può offrire molto a tutte le persone, e soprattutto a quelle che hanno problemi di salute, sia mentale che fisica.
Fonte: La Stampa
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