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Le riflessioni di un odontotecnico alla soglia della 41° International Expodental

Massimo Maculan, Presidente Antlo.
Massimo Maculan

Massimo Maculan

mar. 17 settembre 2013

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Alla richiesta fatta a più voci dai dirigenti Unidi di entrare direttamente nell’organizzazione dell’Expodental Forum io e la mia associazione abbiamo avuto in primis una grande reazione emotiva. Il nome di Expodental fa scattare in tutti pensieri, ricordi, memorie di crescita e di primi investimenti.

È un onore essere parte integrante di una manifestazione che per noi, per l’Italia e gli italiani del dentale rappresenta da oltre 40 anni il meglio della produzione, dell’industria non solo italiana ma mondiale. Ricordo con emozione molto tempo fa, le mie prime visite nei vecchi stand a Milano e la consapevolezza di entrare nel "tempio" delle esposizioni, dove avrei potuto assaporare novità tecnologiche. In quegli anni mai avrei dubitato che un mouse avrebbe sostituito in ampia parte il ruolo di quelle spatoline, né avrei messo in dubbio che la mia fonditrice, quella che stavo andando a scegliere, si sarebbe presa oggi, ampie pause di riposo. Lasciando largo spazio, nell’intervallo tra una fusione e l’altra, ad una produzione digitale innovativa impensabile solo poco tempo fa. Nasce da questo la prima giornata Antlo dell’Expodental Forum, seguita dalla seconda, plenaria, a parlare di estetica come sentimento condiviso, in sinergia, tra medico e tecnico. Analisi fatta assieme ai relatori sul come la vita e il futuro dell’odontotecnico, forse già domani, sia diametralmente diversa da quanto pensavamo entrando in Expodental. Con una riflessione di partenza: l’odontotecnico, come descritto nel Regio Decreto di novanta anni fa è ancora lo stesso? O ha raggiunto quello sviluppo in termini di formazione e di investimento personale da essere considerato a tutti gli effetti, un professionista? E se questo è il sentimento comune, non risulta evidente la necessità di un adeguamento scolastico, l’approvazione di un moderno profilo di una figura giuridicamente adeguata, al passo con la quotidianità? L’apertura verso la nuova realtà digitale che molti dichiarano "odontotecnica del futuro" a parere mio e di molti altri colleghi, è l’odontotecnica di oggi. Tutto è già a nostra disposizione. Ma determinante sarà il "governo dei cambiamenti" perché già esistono numerose facce della realtà di produzione dentro e fuori dal laboratorio odontotecnico. Determinante, a mio avviso, che a capo di ogni produzione di dispositivi medici su misura, rimanga sempre e comunque l'odontotecnico, il che è stato dichiarato più volte come prioritario per me e l'associazione che rappresento: cioè la "difesa dello spazio professionale".

Ma chi sarà l’odontotecnico del domani? Sicuramente quello pronto ad investire nella propria struttura per ricevere le impronte rilevate dal clinico e trasformarle in digitale, fino al momento in cui arriveranno via via e sempre più, già in forma digitalizzata. Esperto nel manovrare il mouse come una novella spatola per creare quel che la sua professionalità ed esperienza gli indicano in tema di biomeccanica, gnatologia ed estetica trasferiti in una nuova metodica di fabbricazione e con utilizzo della nuova mole di materiali che hanno reso possibile percorrere tante nuove strade in riabilitazione ed estetica. L’entrata del digitale in odontotecnica fa parte di una naturale evoluzione che porta al risparmio di lavorazione manuale. Per quanto l’odontotecnico non riuscirà a produrre (per scelta o mancanza strutturale) adeguando la propria struttura, avrà a disposizione centri di fresaggio industriali esterni pronti a sopperirne la carenza, con componenti create ad hoc su indicazione, misura e disegno forniti dall’odontotecnico sulla base di un chiaro progetto iniziale effettuato all’interno del laboratorio. Molte riflessioni giungono dal mondo odontotecnico sulle realizzazioni eseguite direttamente presso gli studi odontoiatrici attraverso la lettura con scanner intraorale.

Conosciamo già le recenti circolari ministeriali di autorizzazione secondo cui la prestazione può essere eseguita solo ed esclusivamente dal medico, il quale, completata la rilevazione digitale, dovrà con le proprie mani e personalmente mettersi al computer e creare come l’odontotecnico l’elemento di protesi riabilitativa. Sicuramente la manualità delle successive fasi di adattamento con personalizzazione, colorazione e cottura meglio si addicono ad un odontotecnico esperto e formato, generando così non più una prestazione medica ma elevando la lavorazione ad un vero e proprio dispositivo medico su misura di proprietà e di competenza odontotecnica munito oltretutto di quelle garanzie e rintracciabilità di cui necessita il DMSM secondo la direttiva europea. Di qui il nuovo volto cui potremmo vedere legata la figura dell’odontotecnico: un professionista a tutti gli effetti, chiamato anche fuori dal laboratorio a collaborare a stretto contatto col clinico, per personalizzare e rendere rapidamente disponibile la componente protesica frutto di una nuova sinergia studio/laboratorio che sposa le richieste del paziente quanto a rapidità di esecuzione e consegna, senza dimenticare capacità e conoscenza estetica e costruttiva.

Peculiarità e conoscenza di regole e parametri estetici e funzionali che determinano nei metodi tradizionali e in quelli trasposti nelle "nuove metodologie" dimensioni, forme, posizioni di elementi da produrre per quel singolo paziente. Sicuramente quel che per molti sembra un futuro ancora lontano, per altri è già domani, è già messo nell’agenda. Qualcosa che fa meglio interpretare il futuro e capire che chi si saprà adeguare, investire, restare al passo dei tempi, non dovrà temere il futuro. Ed il futuro quest’anno passa da Expodental Forum.

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