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Presentato durante la Conferenza stampa nella Sala Caduti di Nassirya di Palazzo Madama uno Studio sui rischi legati al lavoro delle donne che operano nel settore della sanità dal titolo “Prendersi cura di chi ci cura ‒ La sicurezza e la tutela sul lavoro delle donne che operano nel campo dell’assistenza sanitaria”.
La scelta del tema indagato deriva dalla valutazione dei dati INAIL dai quali emerge che nel settore sanitario la presenza femminile raggiunge circa il 70% del personale ‒ spiega il Presidente ANMIL Franco Bettoni ‒ una preponderanza non più circoscritta a categorie storicamente femminili e di supporto, come la professione infermieristica, ma che oggi incide anche sui ruoli apicali del mondo medico-scientifico una volta solo appannaggio dell’universo maschile.
Nell’arco di una quindicina di anni, infatti, sono quasi raddoppiati i direttori generali donna, mentre i “medici in camice rosa” hanno nettamente sorpassato gli uomini.
In questa situazione la sanità risulta uno dei pochissimi settori in cui l’incidenza degli infortuni femminili è superiore a quella maschile: oltre il 15% di tutte le donne infortunate opera in quest’ambito e, data la grande varietà delle lavorazioni cui sono adibite, gli infortuni sono riconducibili alle cause più diverse, cui si aggiunge anche un altro rischio di natura molto particolare e diffuso soprattutto tra le operatrici di questo settore, ovvero "l’aggressione o violenza da parte di estranei” (pazienti psicolabili, parenti etc.). E sebbene gli esiti di questa mancanza di sicurezza non siano particolarmente gravi in termini di salute, ma se da un lato le ripercussioni sulla qualità della vita e nella gestione familiare sono molto più pesanti, in ambito lavorativo comportano oltre 600mila giornate perse in un anno.
Di seguito alcuni brevi passi della ricerca:
- È l’Infermiera l’operatrice più colpita in assoluto da infortuni tra tutte le innumerevoli figure professionali che operano nella sanità o nell’ambito dell’assistenza sociale: ogni anno le Infermiere subiscono infatti oltre 10.000 infortuni, pari al 32% del totale. In pratica, su tre operatrici sanitarie infortunate una è Infermiera.
- Tra le altre figure professionali, incidenze infortunistiche di rilievo si riscontrano per le Operatrice socio-sanitarie (con il 10% del totale), le Ausiliarie ospedaliere (5,3%) e le Portantine (4,1%).
- La prima causa di infortunio per le donne che operano nella Sanità è rappresentata dalla “Caduta di persona” che conta nel 2013 circa 5.500 infortuni, pari al 23% del totale.
- Il 90% di tutte le malattie professionali denunciate dalle operatrici sanitarie riguarda l’Apparato muscolo-scheletrico ed osteo-articolare, ed è dovuto a sovraccarico biomeccanico, posture incongrue, movimenti scoordinati o ripetuti ecc.
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