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Sydney ‒ Considerando il costo delle cure odontoiatriche, spauracchio per molti australiani, qualcuno può prendere in considerazione come scelta più praticabile il turismo dentale, ossia viaggiare in un altro paese in cerca di soluzioni meno costose. L’Australian Dental Association (ADA) ha messo in guardia i possibili “turisti” sui rischi che possono sottintendere tale decisione.
I turisti dentali australiani tendono a viaggiare verso una vasta gamma di località alla ricerca dei trattamenti più convenienti, dal sud-est asiatico (Bali e la Thailandia) fino alle mete dell’Europa orientale. Anche se non è affatto illegale sottoporsi a cure fuori dall’Australia, a fronte di un costo iniziale relativamente basso, spesso possono insorgere complicazioni che non si possono trattare efficacemente nell’intervallo di tempo che si passa all’estero, ammonisce l’ADA.
«La decisione di trasformarsi in turista dentale – osserva Michael Foley, Vice Presidente dell’ADA Oral Health Committee ‒ deriva di solito da una cosa molto semplice: la voglia di risparmiare». «Ma se è pur vero che si può portare a casa qualcosa nel breve termine, in realtà le cose possono anche andar male. Il risparmio previsto può rapidamente sfumare e la cura rischia di costare più della vacanza stessa».
Oltre a varie complicazioni i turisti dentali possono essere soggetti a standard qualitativi meno rigorosi e a materiali di qualità inferiore rispetto a quelli applicati dagli odontoiatri australiani. Se un paziente è insoddisfatto del lavoro svolto all’estero, ammonisce l’ADA, può essere estremamente difficile risolvere poi in modo soddisfacente il problema, incorrendo anche nel rischio di dover estrarre i denti interessati.
«Trattamenti delicati, medici o dentali, non dovrebbero mai essere fatti nel corso di una vacanza» dice Foley. «Se si ha bisogno di una cura medica sofisticata o di un trattamento particolare, meglio eseguirlo in Australia dove si può esser sicuri degli standard di sicurezza e di qualità esistenti e della certezza di un follow-up».
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