Search Dental Tribune

La rivoluzione silenziosa di Dental Tribune Il racconto del dott. Aldo Ruspa

lun. 12 maggio 2025

salvare

Nel 2005 nacque il progetto Dental Tribune Italia, grazie alla licenza rilasciata da Dental Tribune International a una piccola casa editrice torinese attiva nel settore medico. Per avviare la pubblicazione, il presidente della Dental Tribune International, Torsten Oemus, e il CEO della casa editrice italiana affidarono la direzione scientifica al Dott. Aldo Ruspa, Direttore del Reparto Odontostomatologico di una nota clinica torinese e Presidente dell’associazione culturale CCOS, nata negli anni Sessanta e nota per aver promosso la formazione continua in medicina, in Italia e all’estero (famoso il congresso di Montecarlo, giunto alla 30ª edizione).

Dott. Ruspa, un suo paziente giornalista, Massimo Boccaletti, nella primavera del 2005 mi fissò un appuntamento nel suo studio per parlare di un nuovo progetto editoriale nel settore dentale. Ricorda?
Sì, lo ricordo molto bene. Ciò che mi colpì profondamente fu l’entusiasmo contagioso della Dottoressa Patrizia Gatto: la sua energia, la determinazione e la chiarezza di visione mi fecero capire che avevamo l’opportunità di costruire qualcosa di davvero utile e necessario. Quel primo incontro fu il punto di partenza di un progetto che oggi non solo è una realtà consolidata, ma rappresenta anche un’iniziativa editoriale aperta, dinamica, capace di connettere generazioni di professionisti. È stato l’inizio di un’avventura editoriale che continua ancora oggi, con grande convinzione. Inizialmente mi espresse le sue perplessità sull’aprire una nuova rivista in Italia, vista la presenza di numerosi brand storici nell’ambito odontoiatrico...
Sì, ho fatto un po’ la parte del “diavolo”. Confesso di aver avuto qualche perplessità: avviare una nuova rivista in un panorama già affollato e in un momento storico difficile per l’editoria scientifica non era certo una sfida da poco...

Cosa la convinse a partecipare al progetto?
Mi convinse una combinazione di elementi: da un lato la solidità della visione editoriale proposta da Patrizia, e dall’altro il mio desiderio personale di contribuire attivamente alla crescita culturale e scientifica del nostro settore. Sentivo che era il momento giusto per mettere a frutto l’esperienza maturata negli anni e dare forma a uno strumento che potesse davvero parlare alla professione in modo aggiornato e accessibile.  Inoltre, mi affascinava l’idea di costruire una realtà editoriale capace di dare voce anche ai giovani e alle nuove idee.

Lei fu determinante nel proporre il primo comitato scientifico, coinvolgendo membri del board della sua associazione, ma anche nomi prestigiosi come Giancarlo Pescarmona, che contribuirono al successo della rivista.
Sì, fin dall’inizio ho ritenuto che per dare credibilità e autorevolezza al progetto fosse fondamentale costruire un comitato scientifico di alto profilo, composto da professionisti che rappresentassero l’eccellenza dell’Odontoiatria italiana. Ho voluto coinvolgere colleghi come Pescarmona, Castellucci, Barbon e altri membri del CCOS, che stimavo – e stimo tuttora – non solo per la loro competenza, ma anche per la loro visione aperta e la volontà di contribuire a qualcosa di nuovo. Quel primo comitato fu la base solida su cui costruimmo un gruppo affiatato, multidisciplinare e motivato. Guardando ai risultati raggiunti oggi, posso dire con orgoglio che quella scelta fu tra le più felici.

È stata una sfida importante. Pensava di cavalcare un successo che sarebbe durato vent’anni?
Vedere che, dopo vent’anni, Dental Tribune è ancora un punto di riferimento nel panorama odontostomatologico italiano è motivo di grande soddisfazione. Il successo non è mai scontato, soprattutto nel campo dell’editoria. È il frutto di lavoro costante, di scelte coraggiose e, soprattutto, di persone che hanno creduto nel progetto e vi hanno investito passione e competenza. Penso a Patrizia, ai collaboratori storici, ma anche ai giovani talenti che oggi arricchiscono il nostro team con nuove prospettive. Guardando indietro, posso dire che quella che all’inizio sembrava una scommessa si è trasformata in un percorso solido, coerente e ricco di potenzialità. E la cosa più bella è che, dopo vent’anni, abbiamo ancora molto da dire.

Lei, che appartiene alla quinta generazione di specialisti in odontostomatologia e ha sempre grandi progetti, come pensa debba evolversi la moderna editoria odontoiatrica?
Credo che la moderna editoria odontoiatrica debba muoversi lungo due direttrici fondamentali: l’innovazione tecnologica e la valorizzazione delle persone. In un’epoca in cui l’informazione viaggia a velocità vertiginosa, è indispensabile che Dental Tribune diventi non solo un veicolo di aggiornamento scientifico rigoroso, ma anche un punto di riferimento autorevole e dinamico, capace di connettere professionisti, aziende e nuove generazioni. Sarà inevitabile domandarsi se il supporto cartaceo continuerà a esistere o se tutti i contenuti saranno resi disponibili esclusivamente in formato digitale. Senza entrare qui nel merito dei vantaggi e degli svantaggi dei due formati, credo pragmaticamente che – almeno per ora – sia auspicabile un approccio ibrido, che sappia coniugare i punti di forza di entrambi per offrire la migliore esperienza di apprendimento e aggiornamento possibile.
Infine, sarà fondamentale tenere conto del ruolo sempre più centrale che l’intelligenza artificiale assumerà: un alleato straordinario per personalizzare i contenuti, analizzare i dati in tempo reale e migliorare la fruizione delle informazioni. L’editoria del futuro dovrà saper parlare la lingua delle nuove generazioni, accogliere il cambiamento senza perdere di vista l’eccellenza e il rigore scientifico. L’obiettivo, oggi più che mai, è costruire un ponte tra il vecchio e il nuovo, tra esperienza e futuro.

To post a reply please login or register
advertisement
advertisement