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Da tempo sono presenti sul mercato nazionale apparecchiature utilizzate dagli odontoiatri e basate sulle tecniche CAD/CAM, che eseguono direttamente tutte le fasi che permettono la realizzazione di elementi (protesi) dentali (ad esempio corone, faccette e intarsi).
Il processo è gestito in automatico: si parte dal rilevamento dell’impronta sul dente (opportunamente “preparato” dall’odontoiatra) tramite sistemi di lettura ottica che viene elaborata al computer (progettazione), per finire con la lavorazione di appositi “blocchetti” – marcati CE come dispositivi medici di serie – da cui si formerà l’elemento dentario che verrà applicato dall’odontoiatra al paziente.
La diffusione di queste tecniche è tale che la Direzione generale dei Dispositivi medici presso il Ministero della Salute ha emanato in data 27 aprile 2012 un’interessante circolare per “suggerire” all’odontoiatra le corrette regole di utilizzo di queste tecnologie. La loro applicazione pratica si era sin d’ora limitata ai dispositivi medici, nonostante la possibilità di modellare con software dedicati blocchetti di osso da utilizzare ad hoc nelle perdite di sostanza fosse da più parti ritenuta un’opportunità massimamente interessante per l’odontoiatra. Pensiamo all’ipotesi in cui l’odontoiatra debba innestare un tassello di osso omologo, da donatore, per far fronte a un difetto osseo: la procedura standard prevede che l’odontoiatra richieda l’osso alla Banca del Tessuto di riferimento e, una volta avuto il blocchetto, che lo lavori tagliandolo e sagomandolo per consentirne l’innesto.
Questa procedura comporta generalmente due problemi: il primo, legato alla manualità dell’operatore, che potrà essere più o meno bravo nel lavoro di sgrossatura e sagomatura del blocchetto; il secondo, di natura legale, perché nel momento in cui l’odontoiatra apre la confezione dell’osso inviato dalla Banca del Tessuto e lo lavora, eventuali contaminazioni o esiti di possibile malpractice sono legalmente a carico dell’odontoiatra, sotto il profilo della responsabilità.
Esiste, tuttavia, un servizio innovativo che risolve in modo assolutamente geniale le problematiche suesposte. Seguiamone i passi:
1) l’odontoiatra, rilevata con sistema Tac la morfologia del difetto osseo con un software dedicato, modella virtualmente il blocchetto d’osso in modo che si incastri perfettamente nella sede di destinazione;
2) il risultato, elaborato e criptato digitalmente, viene inviato alla Banca del Tessuto unitamente alla richiesta d’osso;
3) la Banca del Tessuto lavora direttamente il blocchetto con particolari frese che, basandosi sul file di modellazione, riproducono con esattezza millimetrica l’innesto, customizzandolo sulle esigenze dell’odontoiatra richiedente;
4) l’odontoiatra riceve l’innesto dalla Banca e, aperta la confezione, senza manipolazione alcuna lo innesta direttamente nel difetto.
Alla precisione dell’innesto si associa certamente un grande vantaggio da un punto di vista medico-legale, atteso che l’odontoiatra non effettui manipolazioni sul tessuto osseo, evitando una delle criticità maggiori legate a questo tipo di intervento.
Questo servizio operativo, lanciato il 14 febbraio 2013 dalla Fondazione Banca del Tessuto di Treviso, costituisce per gli odontoiatri italiani un bel regalo di San Valentino! Se infatti la mission etica e giuridica di una Banca del Tessuto è di essere al servizio dell’operatore per valorizzare le donazioni di tessuto, non vi è dubbio che questo servizio sia destinato a diventare un vero e proprio “atto d’amore” per chi vorrà associare l’utilizzo di tessuto osseo alla precisione delle nuove tecnologie.
Il software dedicato (One Graft 3D), sviluppato dalla società 3D MED Srl di L’Aquila, consentirà alla Fondazione Banca del Tessuto di Treviso di creare un servizio veramente innovativo e dagli sviluppi potenzialmente imprevedibili, se pensiamo solo ad eventuali applicazioni in ambito ortopedico, maxillo o di chirurgia plastica.
Notiamo, infine, con piacere come nel mondo delle biotecnologie, nonostante la crisi del settore medicale, abbiano ormai sempre più un valore aggiunto quei progetti, come in questo caso, basati sulla sinergia tra pubblico e privato, laddove la mission etica dell’Ente istituzionale (Fondazione Banca dei Tessuti) si lega all’intraprendenza e alla spinta innovativa di realtà private (3D MED) in grado di soddisfare al meglio le necessità dei fruitori di questi servizi estremamente avanzati.
L'articolo è stato pubblicato sul numero 3 di Dental Tribune 2013 (marzo) e sul numero 1 di Implant Tribune 2013 (marzo).
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