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La chirurgia robotica migliora i risultati sulla salute dei pazienti affetti da cancro orofaringeo

I ricercatori dell’ospedale Cedars-Sinai di Los Angeles hanno recentemente riferito che la chirurgia robotica può aumentare i tassi di sopravvivenza dei pazienti con cancro orofaringeo (Immagine: Cedars-Sinai).

mar. 1 settembre 2020

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LOS ANGELES, USA: grazie ai suoi notevoli vantaggi, tra cui l’essere minimamente invasiva, la chirurgia assistita da robot sta ottenendo un crescente riconoscimento in molti campi medici, compresa l’odontoiatria. Nel 2019 la Food and Drug Administration (FDA) statunitense ha autorizzato il primo dispositivo robotico per la chirurgia dentale e il dispositivo è disponibile all’acquisto nel Paese. Ora, una nuova ricerca ha dimostrato che la chirurgia robotica può migliorare i tassi di sopravvivenza nei pazienti con carcinoma a cellule squamose orofaringee allo stadio iniziale.

Secondo l’OMS, ci sono 657.000 nuovi casi di cancro del cavo orale e della faringe ogni anno e oltre 330.000 decessi associati. La Oral Cancer Foundation ha recentemente riferito che solo quest’anno a 53.000 americani verrà diagnosticato un cancro orale o orofaringeo. Il cancro dell’orofaringe ha un’associazione ben consolidata con l’infezione da papilloma virus umano (HPV) ed è più comune negli uomini che nelle donne. All’inizio dell’anno, Dental Tribune International ha riferito di una nuova tecnologia che può aiutare a rilevare l’HPV e successivamente a migliorare la diagnosi precoce del cancro della bocca e della gola.

Chirurgia robotica transorale in aumento
La chirurgia robotica è una procedura minimamente invasiva che consente a medici e odontoiatri di eseguire complesse procedure mediche sui pazienti mantenendo una distanza di sicurezza che ora potrebbe rivelarsi più importante che mai alla luce della pandemia di SARS-CoV-2. I ricercatori dell’ospedale Cedars-Sinai di Los Angeles hanno osservato che un numero crescente di pazienti, dal 18,3% nel 2010 al 35,5% nel 2015, è stato sottoposto a chirurgia robotica transorale per cancro orofaringeo in fase iniziale dopo che la procedura è stata approvata dalla FDA nel 2009. Inoltre, il numero di strutture che eseguono la chirurgia robotica transorale durante lo stesso periodo è aumentato notevolmente, dal 6,3% al 13,9%.

Ciò ha spinto i ricercatori ad esaminare se la chirurgia robotica sia superiore ad altri trattamenti per i pazienti affetti da cancro orofaringeo, come la chirurgia standard, la radioterapia e la chemioterapia. Lo studio ha utilizzato i dati del National Cancer Database e ha incluso 9.745 pazienti chirurgici. Circa un terzo dei pazienti è stato sottoposto a chirurgia robotica transorale tra il 2010 e il 2015 e i risultati hanno riportato che il tasso di sopravvivenza globale a cinque anni per questi pazienti era dell’84,5% rispetto all’80,3% per i pazienti sottoposti a chirurgia non robotica. «Come minimo, la chirurgia robotica per questi pazienti sembra sicura ed efficace rispetto a quello che è stato lo standard di cura per molti anni» ha detto l’autore senior il dott. Zachary S. Zumsteg, assistente alla cattedra di radioterapia oncologica al Cedars-Sinai.

Oltre all’aumento dei tassi di sopravvivenza globale, i ricercatori hanno scoperto che la chirurgia robotica era associata a tassi inferiori di margini chirurgici positivi, il che indica che ci sono alcune cellule cancerose ai bordi del tessuto resecato e quindi è probabile che sia necessario un ulteriore trattamento – 12,5%, rispetto a un tasso del 20,3% per la chirurgia non robotica. Inoltre, la chirurgia robotica era collegata ad un uso ridotto della chemioterapia post-operatoria – 28,6 % rispetto al 35,7% dei pazienti sottoposti a chirurgia non robotica.

«Il nostro scopo nel fare questo studio era di vedere questa nuova tecnologia, che non è mai stata testata in uno studio randomizzato e controllato, abbia influenzato i modelli di trattamento e gli esiti sin dalla sua approvazione da parte della FDA» ha detto Zumsteg. «C’è una curva di apprendimento con qualsiasi nuova tecnica chirurgica e quelle nuove non si traducono sempre in risultati uguali o migliori» ha continuato. «Nel frattempo, è rassicurante per i nostri pazienti che il loro tasso di sopravvivenza sia lo stesso se non migliore con la chirurgia robotica e hanno il potenziale per una migliore qualità della vita» ha aggiunto nello stesso comunicato stampa l’autore principale il dott. Nguyen.

Lo studio, intitolato “Comparison of survival after trasoral robotic surgery vs non robotic surgery in patients with early-stage oropharyngeal squamous cell carcinoma” è stato pubblicato o nline il 20 agosto 2020 su JAMA Oncology.

Nota editoriale: ulteriori informazioni su Yomi, il primo sistema di chirurgia dentale assistita da robot al mondo, sono disponibili qui: https://am.dental-tribune.com/news/neocis-reaches-first-commercial-milestone-for-yomi-surgical-system/

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