Sia che succeda durante lo sport, a scuola o in un incidente in bicicletta, quando un dente si rompe, è necessario agire immediatamente. Al fine di offrire le istruzioni per una cura iniziale il dentista svedese dott. Ulf Glendor ha sviluppato la Dental Trauma First Aid app. Dental Tribune Online ha parlato con lui riguardo alla generale mancanza di conoscenza sul trattamento dei denti che hanno subito un trauma.
Dental Tribune Online: Nella sua ricerca ha analizzato molti aspetti delle lesioni dentali. Quali sono i più importanti risultati riguardanti l’incidenza dei traumi, le cause e i costi?
Dott. Ulf Glendor: Le cause dipendono soprattutto dall’età e dall’ambiente. Uno studio condotto nella contea dello Västmanland, in Svezia, ha messo in luce che durante i primi sei anni di vita le cadute sono tra le cause più frequenti di incidenti ai denti. Tra i 7 e i 15 anni e tra i 16 e i 30 anni l’essere spinti è tra le cause maggiori. I principali ambienti in cui capitano gli incidenti sono quello domestico (0-6 anni), la scuola e l’ambiente sportivo (7-15 anni), e ancora lo sport e il traffico tra i 7 e i 30 anni. Il rischio di andare incontro a un secondo trauma aumenta se il primo evento è occorso a 9 anni invece che a 12 anni.
Ha anche scoperto che il trattamento delle lesioni è costoso sia in termini di tempo che economicamente
Ho analizzato il tema in uno studio condotto in Svezia nel 2002. I costi totali stimati (diretti e indiretti) sono di 3,3 - 4,4 milioni di dollari (3 - 4 milioni di euro) per milione di individui all’anno e nella fascia di età 0-19 anni.
Poiché i traumi dentali affliggono diversi tessuti, i trattamenti sono lunghi e costosi e spesso continuano nella vita adulta. In Svezia la media delle visite dentistiche a seguito di lesioni ai denti è di 9 ogni due anni, paragonate alle 1,5 visite di pazienti che hanno subito altri tipi di lesioni. Il costo medio di queste ultime è di 80 euro a fronte dei 550 euro spesi da pazienti che hanno subito traumi dentali permanenti.
Esiste una consapevolezza adeguata riguardo alle azioni di primo soccorso tra categorie quali i parenti e gli insegnanti?
La risposta è no. Nella mia ricerca ho evidenziato come ci sia una sostanziale mancanza di conoscenza su come affrontare l’eventualità. Un adulto su tre farà esperienza di un trauma dentale durante la vita, nonostante ciò resta un evento così raro che le persone non si preoccupano di essere preparate all’eventualità. Inoltre, si pensa che non sia igienico aver a che fare con la bocca degli altri e molte individui sono preoccupati di provocare danni, diversamente da quanto succede per altre ferite, come per esempio un taglio sul ginocchio. Infine, la mancanza di conoscenza nel trattare le lesioni dentali non è confinata agli insegnanti o ai singoli individui ma è comune anche tra i pompieri, la polizia e persino lo staff degli ospedali.
Per salvare il dente lesionato è necessaria un’azione immediata. Tutto si decide nel momento e sul luogo dell’incidente. Perché un dente sopravviva è necessario che un individuo sappia come agire. Anche i dentisti che non lavorano in cliniche specializzate hanno occasione di vedere questo tipo di lesioni soltanto 5 o 10 volte durante la loro carriera; così, anche se il dente è trattato e trasportato correttamente, se il dentista ha un’esperienza limitata, il paziente potrebbe comunque andare incontro a problemi in futuro.
La sua risposta suggerisce che ci sono lacune anche tra i professionisti?
Sfortunatamente i corsi di molte scuole dentali non coprono adeguatamente questo tema, spesso lo sforzo dipende dall’interesse degli insegnanti verso l’argomento. Per esempio, all’Università del Kuwait il tema è trattato a fondo poiché i docenti lo tengono in grande considerazione.
Per migliorare la conoscenza e le competenza in quest’area ha sviluppato la Dental Trauma app nel 2012, come funziona?
L’app Dental Trauma può essere scaricata sullo smartphone, iphone o android. Può essere utilizzata dovunque e in qualunque momento, per esempio sulla scena di un incidente. I dati ci dicono che due individui su tre, tra i 16 ei 30 anni, vanno incontro a incidenti tra le sei di sera e le sei del mattino, sia durante la settimana che nei week end, quando la maggior parte delle cliniche sono chiuse, questo significa che sono le persone presenti durante l’incidente che devono agire.
Dal momento che ci sono solo quattro tipi di traumi dentali è piuttosto semplice, anche per chi non è esperto, identificare grazie alle immagini fornite dall’app di quale lesione si tratti. Il dente è caduto, fratturato, dislocato o leggermente mobile? Una volta stabilito questo, l’app spiega passo per passo che cosa fare, consigliando anche se è il caso di recarsi dal dentista con urgenza. Inoltre, l’app suggerisce cosa fare una volta a casa dando istruzioni di cura, igiene orale e consigli su come tenere sotto controllo il dente. Questo anche perché l’esperienza ci dice che le istruzioni del dentista sono spesso dimenticate una volta lasciato lo studio.
L’app è disponibile in 18 lingue e in 67 paesi, com’è stata accolta dalla comunità dentale?
Dovunque vado e chiunque incontro, per esempio alle conferenze, le persone esprimono il loro apprezzamento. Quando i membri della IADT, International Association of Dental Traumatology, presentano la loro ricerca, solitamente raccomandano l’app. Un recente articolo scientifico uscito sul Dental Traumatology, la pubblicazione ufficiale della IADT, ha evidenziato come la Dental Trauma app sia l’unica sostenuta dall’associazione e la sola che può vantare una così larga diffusione. Il sostegno della IADT è decisamente segno della validità scientifica dell’app.
La mia speranza è che un giorno ogni insegnante, allenatore, ufficiale di polizia o unità di soccorso siano in grado di usare l’app. È economica e gli aggiornamenti sono gratuiti.
Oltre all’app di cosa c’è bisogno per aumentare la consapevolezza sui trauma dentali?
Se solo sapessi darle una risposta! Come al solito non tutti i temi sono affrontati allo stesso modo e in maniera adeguata dalle scuole dentali. Molto dipende dal docente e dal modo in cui sviluppa il tema. Si tratta di un processo in corso e la cosa migliore che possiamo augurarci è avere studenti interessati e motivati che possano portare avanti il lavoro. Fino ad allora la consapevolezza sui traumi dentali dovrebbe essere veicolata in modo tradizionale, con lezioni, manuali e tutti gli strumenti comunicativi adatti.
Nonostante molte persone utilizzino internet per cercare informazioni, è nostra responsabilità in quanto professionisti e dentisti presentare strumenti adeguati attraverso i quali ottenere informazioni corrette. L’idea per l’app Dental Trauma mi è venuta in sogno. Ho sostenuto io tutti i costi per il suo sviluppo perché avevo il desiderio di aiutare il prossimo.
Grazie molte per l’intervista.
Nota editoriale: l’app Dental Trauma è sostenuta dalla IADT e può essere scaricata dal sito www.iadt-dentaltrauma.org.
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