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Intervista: “I dentisti non possono affidarsi ciecamente all’approccio computer-guidato”

Daniel Wismeijer, professore di implantologia orale presso l’Academic Centre for Dentistry di Amsterdam (Foto: privata)
A. Faulmann

A. Faulmann

lun. 3 ottobre 2016

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Le tecnologie come il cone beam computed tomography (CBCT), gli scanner intraorali e le tecniche CAD/CAM hanno portato il flusso di lavoro guidato dal computer nell’odontoiatria, e specificatamente nell’implantologia. Se un approccio computer-guidato rende il trattamento più preciso, sicuro e prevedibile, necessita però di un clinico esperto per essere messo in pratica. Dental Tribune Online ha parlato con il Prof. Daniel Wismeijer dei problemi che affrontano gli implantologi che usano queste tecnologie e del loro futuro.

Dental Tribune Online: prof. Wismeijer con le innovative tecnologie digitali i dentisti possono mettere in pratica nuovi trattamenti, soprattutto in campo implantologico. Alcuni le hanno abbracciate senza riserve, altri restano scettici. Lei cosa pensa a riguardo?
Prof. Daniel Wismeijer: le nuove tecnologie non riguardano solo l’implantologia, hanno introdotto la digitalizzazione anche in altre aree della pratica dentistica. Prenda per esempio le applicazioni degli scanner intra orali e delle tecnologie CEREC (Dentsply Sirona), o le tecniche di pianificazione e ingegnerizzazione. Se alcuni dentisti usano molto questi strumenti, altri li lasciano ai tecnici. Questo dipende in larga misura dall’attitudine personale che hanno verso la tecnologia stessa e la digitalizzazione in generale, sia a casa che in studio.
Poi, naturalmente, tutti i dentisti devono investire in queste tecnologie, imparare a usarle e lasciare gradualmente le pratiche tradizionali, ma anche questo è soggettivo: sono tutti in grado di lasciare ciò che sanno e imparare un nuovo metodo di lavoro? Da un lato vediamo molti dentisti giovani che cominciano direttamente a lavorare in questo modo e diventano da subito padroni della tecnologia, dall’altro, dentisti anche molto esperti sono meno inclini a lasciare i metodi tradizionali per quelli nuovi.

Durante la sessione dell’EAO “Emerging technologies: Head to head” lei parlerà della chirurgia implantare computer-guidata, quali vantaggi offre? Si è già dimostrata valida nella ricerca e nella pratica clinica, e che risultati promette se paragonata a quella tradizionale?
Secondo me la chirurgia guidata aiuta i dentisti a essere sempre più precisi. Sono tecnologie che si sono dimostrate molto utili e che miglioreranno col tempo. Se un clinico può pianificare dove posizionare l’impianto, che tipo di sovrastruttura usare e poi attuare il trattamento con grande rigore e precisione, questo ci dà il senso di quanto siamo progrediti.
In ogni caso non siamo ancora arrivati. Permangono problemi che vanno affrontati: la precisione va ulteriormente migliorata, bisogna combinare tutti gli strumenti in modo ottimale e così via. Un esempio: per posizionare un impianto e la sua sovrastruttura è necessario utilizzare la tecnologia CBCT e gli scanner intra orali, spesso durante il lavoro la concordanza tra ciò che è pianificato e il risultato concreto non è perfetta. Non dico che la chirurgia a “mano libera” lo sia, ma a volte è più coerente, in quanto il clinico sa cosa vuole raggiungere e allo stesso tempo conosce i suoi limiti.

Quindi cosa possono fare i dentisti per migliorare il flusso di lavoro digitale?
Devono essere consci del fatto che non possono affidarsi ciecamente al computer. Devono comunque usare le loro mani per attivare quelle tecnologie e mantenere la concentrazione durante l’intervento. Inoltre, devono accettare il fatto che esiste una curva di apprendimento e che la chirurgia guidata non funziona sempre al cento per cento. Durante il mio intervento parlerò delle variabili che possono influenzare la precisione dei trattamenti: i dentisti devono in primo luogo essere a loro agio con la tecnologia che utilizzano, devono conoscerla ed essere esperti nell’applicarla. Nel lungo periodo – e non ci vorrà molto – la precisione aumenterà e non ci sarà più bisogno di un approccio guidato.

Come la tecnologia digitale cambierà ancora il futuro dell’implantologia?
Uno degli strumenti dei quali parlerò nella mia relazione è un sistema di navigazione dinamica che fornisce una guida in tempo reale basata sulla scansione CBCT del paziente. Durante l’intervento, il dentista vede la posizione dell’impianto, precedentemente pianificata, su uno schermo, mentre alcuni sensori tracciano la posizione del trapano e della mascella del paziente. Strumenti come questo sono un ulteriore passo verso la robotizzazione. Dopo non ci vorrà molto per sviluppare un braccio robotico guidato dal computer e supervisionato dal dentista. In diverse aree chirurgiche questo già accade, per esempio nella neurochirurgia, perché la tecnologia robotica è più precisa della mano dell’uomo. È solo una questione di tempo prima che tutto ciò accada anche in odontoiatria.

Prof. Daniel Wismeijer presenterà il suo paper intitolato “Hand-guided surgery versus guided surgery” il 30 settembre nella sessione dalle 15.30 alle 17.00, presso l’Amphithéâtre Bleu del Palais des Congrès di Parigi.

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