In via di sviluppo un nuovo sistema per erogare gli antibiotici nel trattamento della parodontite aggressiva

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In via di sviluppo un nuovo sistema per erogare gli antibiotici nel trattamento della parodontite aggressiva

In un nuovo progetto, i ricercatori della Lehigh University negli Stati Uniti stanno cercando di incapsulare antibiotici all’interno delle cellule ospiti per trattare forme aggressive di parodontite associate all’Aggregatibacter actinomycetemcomitans (Image: Alex Mit/Shutterstock).

BETHLEHEM, Pa. , USA: Le forme aggressive di parodontite associate ad Aggregatibacter actinomycetemcomitans sono spesso difficili da trattare con la terapia tradizionale e pochissime nuove opzioni terapeutiche sono state sviluppate negli ultimi anni. Poiché i batteri producono una leucotossina che uccide le cellule immunitarie ospiti durante l’infezione, riducendo così la capacità dell’ospite di combatterla, i ricercatori stanno cercando di sviluppare un antibiotico basato su liposomi per il trattamento della parodontite aggressiva negli adolescenti. I risultati contribuiranno a gettare le basi per il futuro sviluppo di terapie incentrate sulle leucotossine.

Secondo un recente rapporto, 4,95 milioni di decessi all’anno sono associati a batteri resistenti e almeno 1,27 milioni di decessi all’anno sono direttamente attribuibili alla resistenza antimicrobica. Le statistiche dei Centers for Disease Control and Prevention mostrano che ogni anno solo negli Stati uniti si verificano più di 2,8 milioni di infezioni resistenti agli antimicrobici, causando oltre 35.000 decessi.

I ricercatori della Lehigh University negli Stati Uniti hanno recentemente ricevuto una sovvenzione dal National Institutes of Health per sviluppare un sistema di erogazione non chirurgica di farmaci che consentirà la somministrazione controllata di antibiotici per il trattamento della parodontite aggressiva. Nel loro progetto, utilizzeranno un modello di co-coltura, che consente di coltivare insieme cellule immunitarie umane e cellule batteriche.

«Queste infezioni sono tipicamente trattate attraverso procedure di scaling e planing, il che comporta essenzialmente il raschiare via i batteri e prescrivere antibiotici per via orale», ha detto in un comunicato stampa la ricercatrice Angela Brown, assistant professor presso il Dipartimento di Chemical and Biomolecular Engineering dell’Università di Lehigh. «Anche se queste procedure tendono a funzionare, a volte i batteri tornano, e bisogna ricominciare il ciclo di antibiotici da capo. Più spesso si assumono antibiotici, maggiori sono le probabilità che i batteri sviluppino antibiotico resistenza», ha continuato.

Nel loro precedente lavoro, la dottoressa Brown e il suo team hanno dimostrato che gli antibiotici possono essere incapsulati nei liposomi utilizzandoli come meccanismo di consegna. Inoltre, hanno dimostrato che la leucotossina rilasciata dai batteri innesca il rilascio di antibiotici.

«Le Leucotossine combattono la risposta immunitaria del corpo legandosi con il colesterolo nella membrana dei globuli bianchi, rompendola e uccidendo le cellule», ha spiegato la Dott.ssa Brown. «Stiamo creando un liposoma che contiene il colesterolo, e speriamo che tutta o la maggior parte della tossina si leghi al liposoma invece che alla cellule ospiti», aggiungendo che una volta che la tossina si lega al liposoma dovrebbe portare a un rilascio di antibiotici, provocando l’uccisione dei batteri che causano la malattia.

La Dott.ssa Brown ritiene che l’uso di un sistema controllato di somministrazione di antibiotici potrebbe aiutare a curare non solo la parodontite aggressiva, ma anche altre malattie. «Poiché questa tossina con cui stiamo lavorando è strettamente correlata a quelle che causano malattie come la tosse, il colera e le infezioni da E. coli, questo approccio potrebbe essere utile contro una serie di batteri», ha concluso.

Maggiori informazioni sul progetto di ricerca, intitolato “Controlled antibiotic delivery vehicle for treatment of aggressive periodontitis”, si possono trovare cliccando QUI.

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