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Il Ssn non è un lusso ma maggiore competizione tra pubblico e privato

mar. 5 novembre 2013

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La convention della Leopolda voluta da Matteo Renzi ha stimolato numerosi spunti sul futuro della sanità, tra cui principalmente i rapporti tra sanità pubblica e privata.

Piattaforma condivisa
Il SSN non è un lusso, costituisce uno degli elementi più importanti per garantire una vera cittadinanza così come espressa dalla Costituzione Italiana. Oggi la sfida è credere davvero in un sistema che produca salute e non sanità, che si liberi dai “potentati” economici, che abbia il coraggio di investire in sviluppo tecnologico e ricerca. Non si possono tagliare i fondi per risparmiare, occorre tagliare i fondi per non sprecare. E lo spreco è ancora annidato ovunque: nei privilegi professionali, nello strapotere della politica, nel distacco fra SSN e cittadini, nell’autoreferenzialità dei manager, nel non comprendere il bisogno di salute della persona nella sua interezza, ma solo nei numeri delle prestazioni “consumate” (esami, farmaci, giornate di ricovero, ecc.). Per non sprecare occorre anche liberare il SSN dalla corruzione, politica ed economica, premiando il merito e aprendo la strada ai giovani professionisti, spesso costretti a “fuggire” all’estero.

Osservazioni e proposte
Il SSN dovrebbe avere regole di funzionamento (organizzazione) simili in tutta Italia e non essere così differente da Regione a Regione. Bisogna intervenire sulla Costituzione e rivedere il titolo V in tal senso.
La spesa deve essere ricondotta a parametri unici a livello nazionale (costi standard) tarandola sulle Regioni più virtuose

Occorre potenziare l’offerta di sanità pubblica e controllare attentamente il convenzionamento privato
Mettere in competizione pubblico e privato sul lato dei costi e nella capacità di abbattere le liste d’attesa
Potenziare l’assistenza domiciliare per i pazienti fragili, guardando la persona nel suo complesso (approccio alla salute e non solo alla sanità)
Va depenalizzatala la responsabilità del medico(escluso ovviamente il dolo), genererebbe un immediato e significativo risparmio. La maggior parte dei Paesi occidentali non penalizza l’errore medico ma lo sanziona solo sul piano civile

Il SSN è sempre stato carente nell’ascolto e nell’accoglienza
Costruire a livello nazionale un network delle eccellenze. Il rischio clinico deve costituire una prassi per prevenire la malasanità e premiare chi lavora bene nel pubblico e nel privato. La valutazione della qualità deve essere la regola per l’allocazione delle risorse

Occorre una profonda riorganizzazione delle Aziende sanitarie
Il nodo etico della sostenibilità della spesa sanitaria sta nella costruzione di un credibile strumento di compartecipazione (progressiva) dei cittadini alla spesa. L’ISEE per quanto da ripensare e riformare in termini di equità è sicuramente più flessibile e moderno del sistema dei ticket. Deve prevalere la volontà di realizzare politiche di equità e non l’idea della com’partecipazione tramite il ticket come deterrente allo spreco

Occorre un piano nazionale per l’abbattimento delle liste d’attesa.Spesso sono usate coscientemente per far uscire le persone dal SSN e metterle in mano al privato speculativo
Non si può chiedere agli operatori di “arrangiarsi” (con gli strumenti, le strutture, il personale, ecc.) perché non ci sono più risorse. Mortifica il merito e nega il diritto del cittadino

Trovare finalmente una collaborazione virtuosa tra pubblico e privato che renda il SSN davvero universale, democratico, innovativo, efficiente, meritocratico, trasparente, prossimo ai bisogni delle persone e delle famiglie.
 

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