Prof. em. Dr. Daniel Buser DDS, Dr. George Raeber Head of Global Product Management, SDIS, Straumann Group, Dr. Mikael Bonora, Dr. Christian Jarry, Dr. Algirdas Puisys, Dr. Eglė Vindašiūtė-Narbutė
Un nuovo studio ha identificato notevoli differenze nel microbiota orale dei bambini con autismo rispetto ai loro coetanei neurotipici (Immagine: Helga P-A. – stock.adobe.com).--
HONG KONG: Il disturbo dello spettro autistico (DSA) è un problema di salute pubblica a livello globale. L’identificazione precoce e il supporto tempestivo per i bambini con DSA possono aumentare significativamente le loro probabilità di vivere in modo indipendente e migliorare il loro comportamento sociale. Tuttavia, questo disturbo del neurosviluppo viene spesso diagnosticato in età adulta e i metodi di screening si basano principalmente su valutazioni soggettive da parte degli insegnanti e dei genitori. In uno studio recente, i ricercatori dell’Università di Hong Kong hanno dimostrato che il microbiota orale potrebbe fungere da strumento di screening precoce efficace per il DSA, migliorando potenzialmente l’accuratezza diagnostica e i risultati degli interventi.
Secondo una revisione sistematica, circa un bambino su 100 in tutto il mondo è affetto da autismo e a Hong Kong la cifra è ancora più alta, con un bambino su 49 nel sistema scolastico. Secondo diversi studi, i tassi di prevalenza globale di DSA sono in aumento. Ricerche precedenti hanno dimostrato una forte associazione tra il microbiota intestinale e il DSA, ma la ricerca sul legame tra microbiota orale e autismo è limitata.
«Le prove emergenti sull’asse cervello-intestino mostrano che la composizione del microbiota intestinale è alterata nei soggetti con DSA rispetto ai soggetti neurotipici. Considerato che l’apparato digerente ha inizio con la bocca, è possibile che il microbiota orale sia diverso nei bambini con DSA rispetto ai loro coetanei con sviluppo tipico. Se tali alterazioni esistono, potrebbero potenzialmente fungere da biomarcatori per la diagnosi precoce del DSA nei bambini piccoli», ha dichiarato a Dental Tribune International l’autrice principale Jacqueline Wai-yan Tang, docente senior presso il Dipartimento di Psicologia dell’Università di Hong Kong.
Lo studio ha analizzato i campioni batterici orali di 25 bambini con DSA e di 30 bambini neurotipici di età compresa tra i 3 e i 6 anni, al fine di identificare le differenze microbiche e i potenziali biomarcatori per la diagnosi precoce. I risultati hanno mostrato una minore diversità batterica nei bambini con DSA rispetto al gruppo di controllo e composizioni microbiche distinte in entrambi i gruppi. In totale, i ricercatori hanno identificato 11 specie batteriche con un forte potenziale come biomarcatori per distinguere tra bambini con DSA e bambini neurotipici: sei sono risultate più fortemente associate al gruppo DSA e cinque ai controlli.
Un nuovo modello per la diagnosi precoce non invasiva dell’autismo Sulla base dei risultati, i ricercatori hanno sviluppato un modello predittivo che ha dimostrato un tasso di accuratezza dell’81% nell’identificare il DSA sulla base di campioni di tampone orale. «Questi risultati suggeriscono che i modelli di batteri orali potrebbero potenzialmente fungere da marcatori biologici per la diagnosi precoce dell’autismo, offrendo una nuova direzione agli strumenti di diagnosi che non si basano esclusivamente sull’osservazione del comportamento. Questa collaborazione innovativa tra discipline diverse si aggiunge alle numerose prove che collegano i microrganismi allo sviluppo cerebrale nell’autismo», ha affermato Tang.
I risultati possono avere implicazioni pratiche per gli odontoiatri, che potrebbero svolgere un ruolo fondamentale nella diagnosi precoce dell’autismo, integrando lo screening microbico nei controlli regolari. Essendo un metodo di screening non invasivo, potrebbe integrare efficacemente le valutazioni comportamentali attualmente in uso. Tang ha sottolineato che questo approccio potrebbe rivelarsi particolarmente utile per i bambini piccoli, che spesso traggono i maggiori benefici da un intervento precoce.
Inoltre, data la maggiore sensibilità orale spesso riscontrata nei bambini con DSA, l’introduzione di controlli dentistici precoci e costanti offre un duplice vantaggio. Tang ha spiegato che: «Oltre a rilevare potenziali biomarcatori, queste visite aiutano a desensibilizzare gradualmente i bambini agli esami e alle procedure odontoiatriche, riducendo così l’ansia e il disagio sensoriale associati alle cure dentistiche. Questo approccio proattivo può aiutare a prevenire lo sviluppo di fobie dentali che potrebbero altrimenti compromettere la salute orale per tutta la vita».
L'autrice principale Jacqueline Wai-yan Tang (al centro) ritiene che il suo studio sull'impiego dell'analisi del microbioma orale per identificare i bambini con disturbo dello spettro autistico aprirà la strada a un metodo più accessibile e oggettivo di screening precoce dell'autismo (Immagine: Università di Hong Kong).
Verso un approccio multidisciplinare alla cura dell’autismo Oltre ai risultati clinici diretti, questo studio evidenzia l’importanza della collaborazione interprofessionale nella cura delle persone affette da autismo. «Riunendo psicologi dell’educazione e dentisti, la ricerca dimostra come il superamento dei tradizionali confini disciplinari possa produrre approcci innovativi a sfide sanitarie complesse», ha affermato Tang.
«Questa ricerca apre la possibilità di utilizzare un metodo di screening più accessibile e oggettivo, che rispetti le esigenze sensoriali uniche dei bambini nello spettro autistico, fornendo al contempo informazioni cliniche preziose», ha concluso la ricercatrice.
La ricerca futura si concentrerà sull’ampliamento del campione e sul perfezionamento della tecnologia di screening utilizzata. Gli autori raccomandano di studiare ulteriormente l’associazione meccanicistica tra le composizioni batteriche orali identificate e la fisiopatologia del DSA.
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